Scoperta cellula sintetica: panico nel Pd
Ci muoviamo come oggetto di studio perfetto per ricerche psicosociali, laddove nel resto d’Europa ogni significativa novità viene inclusa nell’alveo dell’analizzabile: i riflessi sociologici d’ogni avvenimento, disegno di legge o fenomeno, in Italia, non trovano più spazio per un dibattito da scienza umana. E ce ne sarebbe da dire, tra antropologie e nozionistica sociogiuridica varia.
Ma tant’è: la reazione più stupefacente la fornisce uno stato straniero, infatti. Il vaticano. Che con somma sopresa saluta bonariamente l’avvento dell’ultima intuizione scientifica. Certo ci mette di mezzo il fatto che l’uomo è figlio di dio, e che quindi la scienza è dio, ma è già qualcosa per un’entità che vieta ad un paese contiguo la libera sperimentazione scientifica. Ma non è questo il punto.
L’Italia dorme. E la trovata di Venter potrebbe causare il panico, così come la felicità, dei dirigenti del Pd. Pare infatti che questa cellula – sebbene generata artificialmente – sia in grado di riprodursi, testimoniando le mirabolanti capacità che l’intervento su un dna già dato possono offrire.
E nessuna novella potrebbe essere più lieta: al Partito Democratico, adesso, avranno la possibilità di darsi un codice genetico, innestandolo in quelle quattr’ossa di gelatina che definiscono alternativa. Dalla sintesi, potranno poi finalmente generare un’idea nuova di partito: è un occasione unica, se ci si mette che si potrebbe pure lavorare sul genoma di Vendola. Niente frenesie, però: la cosa sì, può fare miracoli, ma i primi frutti – dicono gli scienziati – si vedranno in là col tempo. Ma tanto al Pd non hanno fretta.
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