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 Home page > Attualità > Cronaca > Scompare Giuseppe Gatì, il giovane che contestò Vittorio Sgarbi

Scompare Giuseppe Gatì, il giovane che contestò Vittorio Sgarbi

Aveva scelto di restare nella sua bella, ma inquinata terra, per la quale aveva sempre lottato. “Vivere a Campobello di Licata è dura, durissima scriveva sul proprio sito personale – ma la Sicilia non è bella, è bellissima e voglio lottare per far sì che questa vituperata terra possa rinascere”. Uno dei quei rari fiori che il nostro paese non poteva permettersi di perdere è scomparso. Giuseppe Gatì l’Italia l’aveva conosciuto per quel coraggioso atto di contestazione nei confronti di Vittorio Sgarbi, impegnato a presentare il suo ultimo libro presso la Biblioteca comunale "La Rocca" di Agrigento lo scorso 29 dicembre.

L’ultimo giorno di gennaio è stato anche il suo ultimo giorno di una onesta e valorosa vita. Ucciso da un filo scoperto della corrente elettrica di un’azienda agricola nella quale si era recato per conto del padre, titolare di un’impresa di latticini: l’ultima morte bianca di una striscia che ogni giorno, a fronte di regolamentazioni scadenti e disattese, purtroppo si fa sempre più lunga.

I suoi amici lo ricordano come “un ragazzo onesto, con saldi principi volti alla legalità e alla giustizia”. Un eroe per tanti giovani, un eroe che “aveva fatto di tutto per coinvolgere i dormienti concittadini, affinché si ribellassero contro questa società sporca e meschina”. Sul finire del 2008, aveva accusato davanti ad un folto pubblico l’attuale sindaco di Salemi, per la verità più agente pubblicitario del proprio libro che primo cittadino della cittadina trapanese, di aver attaccato ingiustamente il giudice Giancarlo Caselli, di aver sporcato l’immagine dell’attività del pool antimafia e di aver difeso uomini del calibro di Calogero Mannino e Giulio Andreotti. Aveva subito i maltrattamenti delle forze dell’ordine, perché, scrisse sul proprio sito, gli agenti gli spiegarono di essersi messo “contro uno che era stato onorevole e ministro”. Un affronto imperdonabile. Era stato criticato, denigrato, apprezzato e applaudito. Aveva osato troppo, a parer di molti, definendo Sgarbi pregiudicato perché condannato in via definitiva per truffa allo Stato.
Ma, scrivono i suoi amici, “aveva soltanto smosso queste acque putride e stagnanti che ci stanno soffocando”.



Il dolore pervade la famiglia, i suoi cari, le giovani realtà che in lui si erano identificate. L’associazione “Familiari Vittime della Mafia” porta il lutto al braccio per la scomparsa di questo compagno di battaglie e di lotta per un mondo libero dalla collusione politica e dal servilismo.

Il ricordo di Giuseppe, unito alla memoria dei suoi modelli “Falcone, Borsellino, Pio La Torre, Peppino Impastato, Pippo Fava, Beppe Alfano e tutti coloro hanno dato la vita per ridare dignità alla Sicilia e ai Siciliani”, potrà portare ad abbattere un sistema come quello siciliano, colorato di mafia, clientelismo, collusione e corruzione a causa dell’azione criminale di determinate persone, disoneste e vigliacche?

“E’ arrivato il nostro momento, il momento dei siciliani onesti, che vogliono lottare per un cambiamento vero, contro chi ha ridotto e continua a ridurre la nostra terra in un deserto, abbiamo l’obbligo morale di ribellarci.” (Giuseppe Gatì)

Commenti all'articolo

  • Di Kocis (---.---.---.223) 2 febbraio 2009 09:34

    **Il messaggio ricevuto da AIAB Sicilia ( assoziazione siciliana agricoltura biologica)

    Grave lutto
    Con profondo dolore vogliamo parteciparvi il nostro sgomento per la
    morte prematura di Giuseppe Gatì, il giovane figlio di Giacomo Gatì, il
    produttore di formaggi di capra girgentana che dagli esordi della Fera
    bio è stato un pezzo di noi.
    Ci permettiamo di farvi partecipi del nostro dolore perché ci
    sentiamo parte di una grande famiglia che unisce produttori e
    consumatori.

    A fera bio


    Vi lasciamo con le sue parole:

    “E’ arrivato il nostro momento, il momento dei siciliani onesti, che vogliono lottare per un cambiamento vero, contro chi ha ridotto e continua a ridurre la nostra terra in un deserto, abbiamo l’obbligo morale di ribellarci.

    QUESTA E’ LA MIA TERRA ED IO LA DIFENDO E TU?”


  • Di Grazia Gaspari (---.---.---.2) 2 febbraio 2009 10:58
    Grazia Gaspari

     Mi unisco al dolore dei familiari e dei suoi amici. Le morti premature mi lasciano sempre sgomenta. Vorrei dedicare a Giuseppe un passo di un poeta che sa guardare oltre le apparenze: Gibran Khalil

    ”Se davvero volete conoscere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita.
     poiché la vita e la morte sono una cosa sola, come una sola cosa sono il fiume e il mare.
      Nella profondità dei vostri desideri e speranze, sta la vostra muta conoscenza di ciò che è
     oltre la vita;....... …..
     Confidate nei sogni, poiché in essi si cela la porta dell’eternità….. “
     



     

    • Di Kocis (---.---.---.216) 2 febbraio 2009 14:30
      DAL BLOG DI GIUSEPPE GATI’
       
      3 Gennaio 2009
      Prima di scrivere questo post, voglio ringraziare tutti coloro mi sono stati vicini in questi giorni. Centinaia di messaggi di incoraggiamento.
      E non parlo di sole parole, ma di telefonate, abbracci, addirittura inviti ad accettare donazioni di denaro per aiutare il blog.
      Un grazie particolare va a Sonia Alfano e Nalya, per non avermi lasciato solo un attimo. Grazie, grazie a tutti.
      Vi sono delle cose che in questi giorni ho letto tra gli innumerevoli commenti e che vorrei analizzare.
       Innanzitutto mi si “accusa” di essere il figlio del coordinatore locale del PD.Vero, verissimo, e allora??
      Mio padre ed io siamo due cose distinte e separate, ognuno con le sue idee, ognuno ragiona con la propria testa e le azioni di uno non sono correlate a quello dell’altro.
      Inoltre mi accusano anche di non aver mai criticato qualcuno diciamo di “sinistra”. Come se ogni volta che si contesta qualcuno, ci voglia sempre una contro-contestazione per riequilibrare il tutto. Ma la voglio prendere per buona, anche se forse chi mi accusa di questo, non ha visto i post precedenti di questo blog dove si critica duramente Walter Veltroni. Poi se un giorno dovesse anche passare da queste parti, avro’ due paroline da dire anche a lui naturalmente.
      Vorrei precisare che la contestazione è stata fatta in primis all’uomo Vittorio Sgarbi, a quello che ha fatto; lo avrei contestato qualsiasi fosse stato il suo schieramento.
      Per me, non c’è nessuna differenza tra Berlusconi e Veltroni, tra il PD e il PDL. Non mi riconosco affatto in questa attuale classe politica.
      La ragazza che ha fatto il video non è la mia ragazza (ma guarda un po che razza di precisazioni mi tocca fare),e quindi non è venuta per “obbligo”, ma perche’ credeva in quel che faceva; le urla che si sentono alla fine sono le sue, è stata infatti aggredita da qualcuno .
      Invece di portestare cosi vivacemente avrei dovuto sedermi al tavolo con i presenti? Forse è meglio ricordare chi c’era accanto al pregiudicato Sgarbi.
      Il sindaco di Agrigento Zambuto, il giorno prima presiede e plaude l’inpresa di Moncada,re delle pale eoliche e il giorno dopo sta insieme a Sgarbi il suo nemico giurato numero uno.
      Senza dimenticare la sua coerenza. Zambuto è il primo in Italia, (un’altro primato) proposto e appoggiato dal centro-sinistra e dopo ”miracolato” e passato con il centro-destra e la sua politica che proprio ad Agrigento ha portato al dissesto economico e morale la città (detto da lui in campagna elettorale).
      Lelio Castaldo, giornalista. Da ricordare la sua “simpaticissima” scenetta con Toto’ Cuffaro, dichiarato colpevole di favoreggiamento semplice nel processo di primo grado per le ‘talpe’ alla Dda di Palermo e condannato a 5 anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici.
      Ecco, io a questa gente qui, non stringerei nemmeno la mano, altro che fare un dibattito. Ho solo fatto il mio dovere di cittadino, informare chi stava li, di avere davanti un pregiudicato.
       
  • Di Roberto Calabrò (---.---.---.130) 2 febbraio 2009 17:44

    Che tristezza!

  • Di Fabio Barbera (---.---.---.82) 2 febbraio 2009 18:05
    Fabio Barbera

    Sono notizie che lasciano spiazzati... se ne vanno sempre i migliori, Giuseppe aveva ancora tanto da dire e da fare... mi accodo al dolore di familiari ed amici. [....]

    Il problema della sicurezza sul posto di lavoro non è cosa da poco. Su un post scritto da Sonia Alfano su Facebook per ricordare Giuseppe Gatì, un ragazzo - Maurizio Vona - scrive: "l’Italia pulita ha bisogno di esempi di onestà. Mio padre è stato ammazzato da Renato Armellini, costruttore romano che faceva lavorare gli operai in cantiere senza impalcature. La vita di mio padre è falsa, dopo 11 anni di processo, 4 milioni di lire a figlio. Eravamo in cinque, e tutti nella merda più nera. Ho letto mesi fa che il valoroso Veltroni ha consegnato alla figlia di questo essere inutile, morto da tempo, la medaglia al valore del padre, "valoroso" imprenditore. Si, di morte! Mio fratello, capofamiglia a 18 anni, chiese un prestito di 300mila lire per la bara di papà. Non venne nemmeno ricevuto da questo ’valoroso’ imprenditore. (...) Onore a Giuseppe!"

  • Di mabo (---.---.---.26) 2 febbraio 2009 19:35
     
    Se ne è andato, troppo presto, un ragazzo, raro esempio di coraggio e di ribellione all’omologazione.
     
    Mauro Bonaccorso
     
  • Di hopla (---.---.---.128) 2 febbraio 2009 20:48

    Un giorno da annotare senza un vero perchè.
    Non proprio un giorno qualsiasi,
    ma non certo più importante degli altri.
    Nel corso di una storia lacerata da voci metalliche,
    deflagranti, devastanti...
    Dirompente si apre una rosa rossa sul suo petto di giovane eroe. Libertà!
    Un mondo antico, un cielo sporco di ali,
    ricordavo i venti e i baci di un pescatore deluso.
    Brivido salino, incertezza nei gesti.
    Lo sguardo corre al mare lontano, una roccia ed un cuore si stagliano nei venti che tirano,
    che tirano come le reti a portar pesci.
    Un’ostia, una comunione, dalle labbra tinte di mirtillo spicca in volo un sospiro, una dolcezza:
    incertezza nel cuore io ti costruirò una vela e ci inseguiremo nel mare!
    Vedo un mondo moderno e uomini primitivi con miraggi fantasiosi.
    Sognando ti ho potuto rivedere ed ho vibrato per te.
    Contavo solo i giorni che mi potevano separare da te, quanto tempo per raggiungerti?
    Vuoi che che qualcuno ti raggiunga per consolarti, vuoi?
    C’è sempre un uomo pronto a rincorrere l’animale pazzo, un formichiere vorace...

  • Di Paolo Praolini (---.---.---.17) 2 febbraio 2009 21:13

    Triste per la tragica scomparsa, un ennesimo caduto sul lavoro!
    Un cittadino onesto attaccato al suo territorio che non vuol sottomettersi alla geo-politica Cuffariana!

  • Di CogitoergoVomito (---.---.---.141) 2 febbraio 2009 21:46

    Viva la libertà.
    10 100 1000 Giuseppe Gatì.

  • Di ellis (---.---.---.26) 2 febbraio 2009 22:08

    E’ possibile che chi cerca di opporsi alle ingiustizie cada vittima di una di esse?
    E’ come se ci fosse una strana maledizione che colpisce solo chi ha il coraggio di opporsi.
    Ma chi rimarrà? Se tutti se ne vanno, chi resta?
    Esistono altri Giovani come Giuseppe, ma dobbiamo aiutarli a non estinguersi.
    CIAO GIUSEPPE

  • Di elisabetta (---.---.---.161) 3 febbraio 2009 00:22

    il dramma è la morte assurda di un ragazzo giovane e forte. queste celebrazioni postume per disegnarlo come un eroe ne offendono la memoria. meno enfasi e più rispetto. "i rari fiori...", se volete fare poesia fatelo su altri temi, tutta questa retorica è imbarazzante e irrispettosa, e insopportabile questa ansia di strumentalizzare perfino la morte di un ragazzo, come il lutto al braccio dei familiari delle vittime di mafia, manco fosse una squadra di calcio.

    • Di Kocis (---.---.---.216) 3 febbraio 2009 12:49
      Una poesia in omaggio a Giuseppe Gatì.
       
      Il sommo vate dialettale sicilianoIgnazio Buttitta( nato a Bagheria il 19 settembre del 1899 e scomparso, alla venerabile età di 98 anni, il 5 aprile del 1997, detto da tanti il Neruda siciliano, nel 1962 scrisse una poesia di grande pregio “ U servu”.
      La traduzione e di Salvatore Quasimodo ( premio Nobel per la letteratura)
       
       
      Tu non sì omu
      sì pecora tusata;
      sceccu a lu pitturali
      e nta muntata.
       
       Non sei uomo
        sei pecora tosata
       asino al pettorale
       e in salita.
       
      Sèntilo stu ciatuni
      chi sbutti di lu pettu;
      spùtalu stu vilenu,
      cònzati u catalettu.
       
        Senti che fiato grosso
       butti fuori dal petto;
       sputa questo veleno,
       e fatti il cataletto.
       
      Chiama curvazzi nìvuri
      a fàriti la festa
      si doppu tantu pàtiri
      carnazza ti nni resta,
       
       Chiama i corvacci neri,
       per fare la tua festa
       se dopo tante pene
       di carne te ne resta,
       
      si li patrona l’ossa
      non ti li macinaru
      pi fari serratura
      e codda di scarparu.
       
       E se i padroni
       non t’hanno macinato
       per fare segatura
       e colla di scarpaio.
       
      Tu non si omu,
      sì un cani senza denti
      ca scippa carcagnati
      ed è cuntenti.
       
        Non sei uomo,
       sei cane senza denti
       che busca le pedate
       ed è contento.
       
      Porcu chi duni carni,
      saìmmi, lardu e nziti
      e manci ghìannari sicchi,
      favi e trunza purrìti.
       
       Porco che dà carne,
       sugna, lardo e setole
       e mangia ghiande secche,
       fave e torsoli marci.
       
      Tu sì na cuttunìna
      chi all’ àutri cummogghi;
      mentri c’attassi e tremi
      di friddu e senza spogghi.
       
       Sei come una trapunta
       che copre solo gli altri;
        mentre tu geli e tremi
       di freddo e senza vesti.
       
      Pignata senza vugghiu,
      coci, jnchi la panza,
      e sutta di la tavula
      abballi a controlanza 
       
       Pentola che non bolle,
       cuoci, riempi la pancia,
       e poi sotto la tavola
       balli la controdanza.
       
      Tu non sì omu,
      sì carni nta la chianca;
      cu junci la pattìa,
      l’accatta, e si l’abbranca.
       
       Non sei uomo,
       sei carne sul bancone;
       chi arriva la contratta,
        la compra, e porta via.
       
      Davanti o tò patruni
      ti metti sull’attenti
      e pari un pupu i pezza
      ca joca cu li venti.
       
       Davanti al tua padrone
       Ti metti sull’attenti,
        come se fossi un fantoccio
       che gioca con i venti.


       prima parte
    • Di Kocis (---.---.---.216) 3 febbraio 2009 12:51

       *  seconda parte *

      Attaccati na màzzara,
      megghiu ca ti subissi,
      nnimicu di tò figghi
      e di tò carni stissi.
       
       Legati un masso al collo,
       meglio che tu sprofondi,
       nemico dei tuoi figli,
       e della tua stessa carne.
       
      Sì un schelitru all’additta
      tiratu di la fossa;
      sfàrdati sti ribazzi
      quantu ti cuntu l’ossa.
       
       Scheletro che stai dritto
       levato dalla fossa;
       lacera quegli stracci
        così ti conto l’ossa.
       
      Si c’è nto tò paisi
      un campanàru àutu
      acchiànacci ddassupra
      e fai l’ultimu sàutu.
       
       Se c’è al tuo paese
       un campanile alto
        monta sino alla cima
       e fai l’ultimo salto.
       
      Io vegnu, t’arricogghiu
      a pezzi ed a muccuni:
      stu beddu cumplimentu
      u portu o tò patroni.
       
       Io vengo, ti raccolgo
       a pezzi e a bocconi:
       e questo bel regalo
       lo porto al tuo padrone.
       
       
       
       
       
    • Di Kocis (---.---.---.216) 3 febbraio 2009 15:25
      I FUNERALI DI GIUSEPPE
      SI SVOLGERANNO MERCOLEDI’ 4 FEBBRAIO alle ore 15,00 A CAMPOBELLO DI LICATA PRESSO LA CHIESA DI PIAZZA XX SETTEMBRE

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