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Scacco matto orchestrale europeo

Un Vecchio Continente che sappia reindirizzare l'attuale indirizzo politico verso un umanesimo economico, verso una politica di di eco-sostenibilità e di non-violenza, promuovendo così la pace.
Politica troppo sfiduciata a tal punto che la Dea Europa, dopo aver dato il nome al Continente, vuole ritornare al timone politico per cacciare i vertici politici sfiduciati e per ridare una visione d’insieme alla Sua Europa. Per un sogno europeo, per un sogno italiano. 
Scacco matto orchestrale europeo

28 Musicisti e Compositori di cui 19 con lo stesso strumento musicale. Unico direttore d’orchestra: il Manifesto di Ventotene. E’ questa l’Europa, è questo il Vecchio Continente ideato dai Padri Fondatori. Padri Fondatori che non hanno lasciato traccia di eredi in grado di continuare l’obiettivo dato nel secondo dopoguerra.

Obiettivo che viene tuttora disprezzato ed annacquato, tanto da farlo bollare di eresia da un fatidico Tribunale dell’Inquisizione 2.0. Ebbene sì eresia politica. La crisi esistenziale della politica, anatema attuale per eccellenza, fa sentire la propria voce ad ogni elezione democratica che tenti a sfidarla. Pseudo-orchestra che, attualmente, fa suonare come del tutto anacronistico il tentativo di ricercare una visione comune ai problemi quotidiani da un sistema di immigrazione capace di gestire umanamente le emergenze umanitarie ( Frontiere (In)visibili) al mondo economico, alla mancanza di leadership del Vecchio Continente.

Talmente Vecchio e talmente Stanco che appare del tutto incapace a recuperare la fiducia perduta; fiducia abbandonata, fin troppe volte, alla demagogia e al populismo. (Come introdotto dall’articolo:”Sogno di mille ed una notte europeo“)

Dulcis in fundo tutto ciò potrebbe far presagire un destino alquanto funereo per la Terra battezzata dalla Dea greca Europa. Vecchio Continente che potrebbe ridiventare insegnante, imitando il passato, non di parte, ma con una gran voce unitaria, di una politica che sappia reindirizzare verso un umanesimo economico non più basato su una guerra di cifre statistiche, verso una politica di di eco-sostenibilità e di non-violenza, promuovendo così la pace.

Un’Europa laica che sappia costruire un’alternativa all’attuale indirizzo economico-politico in modo tale che si crei un’economia e una società più umana, che ponga accento sulla diversità culturale, sulla qualità della vita piuttosto all’accumulazione di ricchezza, sui diritti umani universali, sulla legalità e sulla cooperazione globale.

Un Vecchio Continente che diffida da una visione calvinista della vita, la quale sprona al miglioramento della propria situazione materiale tramite un’incessante aumento di produttività, elevando,così, la propria situazione solamente tramite questo metodo. Far diventare il Vecchio Continente un gigantesco laboratorio dove ripensare il futuro all’insegna della sostenibilità e dell’integrazione fra persone. Una politica unita nelle diversità. Un entusiasmate e necessario OXI è fondamentale all’attuale miopia politica che si aggira in modo sovrano ed incontrastato nei vecchi e solitari palazzi del potere.

Palazzi del potere accusati di aver mal gestito il caos economico – finanziario dei Paesi Europei baciati dal sole dell’Europa Meridionale, gettando così malumori ed ombre all’iniziale progetto europeo. Il principale mayday politico è rappresentato dai vertici politici che sembrano aver smarrito la bussola che indicava sia la via maestra suggerita dal Manifesto di Ventotene, sia una politica umanista, non solo economica.

Tradimento dei Padri fondatori senza eredi, i quali rischiano di vedere il loro progetto di un probabile futuro matrimonio politico, studiato con eccesso di zelo, gettato tutto alle ortiche. Fallimento dovuto alla perdita della bussola che ha fatto sì che il Vecchio Continente non possieda una voce unitaria non di parte. Progetto europeo che si è modificato, orribilmente, geneticamente facendolo diventare del tutto incomprensibile non solamente alle anime sconvolte e scettiche dei Padri Fondatori, ma anche a quelle dei privati e comuni cittadini.

Una politica unita nelle diversità che sappia reindirizzarsi al suo progetto di inclusione di Ventotene, ma non solamente dal punto di vista monetario, ossia dei 19 Paesi facenti parte dell’Unione monetaria Europea; ciò nonostante questo genere di politica deve essere trovata, rispolverata, facendola funzionare nell’animo europeo. Un impero interiore dominato da un minimo comune denominatore chiamata anima e destino comune. Un’unica patria per Paesi di una terra diversa, con una lingua diversa e con un sangue (leggermente) diverso.

Per mille strade, per mille ponti cammineremo verso il futuro. 

                                     Friedrich Nietzsche

Mille strade che hanno fatto perdere l’orientamento alla maggior parte dei Paesi, facendoli così percorrere strade diverse e senza, ovviamente, un direttore d’orchestra unitario. Direttore d’orchestra che sappia trovare una meta comune, un ribaltamento dei valori euroscettici tali da far innamorare alle comuni coscienze cittadine i grigi, incomprensibili ed incompiuti palazzi di Bruxelles.

Un’Europa che sappia ricostruire una via della seta con l’Asia, che sappia esaltare la legalità, i diritti umani, la solidarietà, la democrazia e un mondo economico basato sulle persone e non sui numeri. Cambiamento che è necessario fare anche se ciò potrebbe significare uno stravolgimento della realtà. Un Vecchio Continente che sappia cogliere la sfida tecnologica, trasformandola in opportunità.

Un Vecchio Continente che sappia mettere in discussione l’indiscutibile con una politica non guerrafondaia, eco sostenibile con un mondo economico totalmente diverso che sostituisca il materialismo con l’idealismo. E’ questo il fascino degli oppressi che fa tremare la demagogia. Ritrovare l’orchestra comune perduta, riunire i vari paesi sperduti in strade “nietzschelmente” diverse guidati e condotti da un’unica direttrice d’orchestra.

Direttrice che la si può paragonare all’antica Dea greca Europa ossia il Manifesto di Ventotene personificato, che dopo aver donato il proprio nome per battezzare il Vecchio Continente, vuole ritornare al timone politico per cacciare i vertici politici sfiduciati e per ridare una visione d’insieme ed umanista alla Sua Europa, tanto vecchia, martoriata e malata.

Chissà mai se la vecchia insegnante di democrazia greca, tanto economicamente martoriata ed umiliata da errori economico-politici, sappia reindirizzare lo spirito europeo verso una nuova direzione. Direzione di una federazione ventoteiana comune come indicato, metaforicamente, da Zeus e dalla dea e principessa, nonché madre del Vecchio Continente, Europa.

E’ una questione di ritrovare la leadership perduta, è questione di far sentire la propria voce nel mondo. E’ una questione europea, per pensare e concretizzare il proprio futuro. Per non far cadere l’Europa in un sonno eterno. Sonno eterno già sperimentato con i totalitarismi. Per un neo-Illuminismo ed Idealismo Europeo. Per una metamorfosi kafkiana dell’io europeo. Per riconquistarci il nostro sogno. Il nostro sogno europeo; un sogno per cui valga la pena di vivere.

Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà.  A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.

Primo Levi

Questo articolo è stato pubblicato qui

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