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Sanremo: ha vinto... Papaleo

Dopo le polemiche su Celentano ed il C-string di Belen, la serata del giovedì regala le interpretazioni degli ospiti stranieri. Dagli immortali Al Jarreau e Brian May alla Berté che interpreta il brano che fu della compianta e incomparabile Mia Martini. E Rocco insegna all'Ariston che per far ridere basta un tuf-tuf e il passo della foca...

Sanremo 2012 atto terzo: dopo il fallimento delle prime due serate vanno in scena i big stranieri, in una serata che li vede impegnati con i grandi titoli della nostra tradizione musicale, benché in molti casi l'appellativo di "grandi della musica" sia un azzardo non indifferente,se accostato a questi sconosciuti che hanno calcato il palco dell'Ariston.

Apre le danze Shaggy, il famoso Mr. Bombastic, in coppia con Chiara Civello. L'intento era quello di stupire, secondo le parole della cantante ed è stato centrato appieno: un'esibizione inguardabile, vergognosa, con il rapper giamaicano più interessato al contenuto della scollatura dell'abito rosso della cantante che all'interpretazione. Fortunatamente l'allegria e le sonorità zigane di Goran Bregovic (con Samuele Bersani) riportano lo spettacolo ad un livello accettabile.

Ma il pubblico di Sanremo dimostra di avere buon gusto: le standing ovation sono per il grande Al Jarreau (accompagnato dai Matia Bazar), per Brian May con Irene Fornaciari e per Patti Smith, accompagnata sul palco dai Marlene Kuntz. E' forse il momento più alto del programma, con la cantante americana che non fa mancare al pubblico quella "Because the night" che riporta alla mente Enrico Ghezzi ed il suo Blob, il decontestualizzato. Ma è il co-fondatore dell'indimenticabile band dei Queen a strappare gli applausi più scroscianti, irrefrenabili allorquando l'ormai brizzolato capellone invita i presenti a battere sui tacchi, chiamando l'attacco della celebre "We will rock you".

Anche Skye (Morcheeba) e l'elegantissima Nina Zilli regalano attimi di buona musica, a differenza dell'accoppiata D'Alessio-Bertè, che con Macy Gray ha letteralmente demolito uno dei più grandi successi di Mia Martini, ma siamo certi che da lassù, la cantante di Bagnara Calabra avrà già perdonato la pessima esecuzione della sorella, ormai solo un lontano ricordo di quella alla cui porta bussava la luna. Visibilmente commossa, Loredana ha più volte levato gli occhiali da sole al cielo. E di certo, Mia, l'avrà salutata con affetto e con la stessa commozione.

Lucio Dalla veste i panni del maestro d'asilo e prende per mano il piccolo Carone, in compagnia dello sconosciuto danese Mads Langer che scopriamo essere autore di quella "You're not alone" resa celebre da uno spot pubblicitario. Anche Emma preferisce esibirsi con un Mister Nessuno, il Gary Go ormai dimenticato autore dell'orecchiabile "Wonderful". Dolcenera, invece, fa quasi tutto da sola. Il rapper Professor Green, è come il Maestro Vessicchio: fa un po' parte dell'arredamento di scena del teatro Ariston, ed Emanuela restituisce una bella versione di "Vita spericolata", caposaldo dell'antologia vaschiana.

La rossa Noemi e l'immensa Sara Jane Morris chiudono le esibizioni, prima di lasciar spazio alle quattro canzoni eliminate, due delle quali verranno ripescate grazie al sistema del televoto.

La serata si è svolta all'insegna della sobrietà: niente umorismo trito e ritrito alla Paolo e Luca, né volgarità gratuita ed insignificante alla "Soliti idioti". Solo un grande Rocco Papaleo, unica zattera galleggiante in un Festival che affonda inesorabilmente nel mare delle gaffe e delle polemiche. Con due semplici passi di danza (la danza della foca, anche se ricorda più il passo del pinguino) conquista la platea che, divertita, si presta volentieri al simpatico balletto. Niente volgarità per il vero mattatore delle serate sanremesi. Una comicità elementare, che coinvolge senza parolacce e satira. E' un trascinatore Papaleo, è un capitano Schettino che non abbandona la nave che affonda, ma la rimette in asse, tappa le falle e la fa ripartire con i motori avanti tutta, senza bisogno di aiuto dalla capitaneria che pure lo guarda senza aprir bocca. Basta una traslitterazione errata, una foto da manager sulla copertina di un finto settimanale: se a mettere insieme questi due dettagli è un vero professionista, il risultato sarà di sicuro successo.

Senza dimenticare che riesce a far ballare buona parte delle prime file: per un'azienda sull'orlo del suicidio assistito è un risultato da non trascurare. Intanto Marlene Kuntz e Irene Fornaciari lasciano, vittime degli SMS che eliminano due brani su quattro. Ma in questo Festival la musica è ormai un elemento eventuale.

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