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San Francisco dice basta al nudismo

La polizia potrebbe multare chi va in giro nudo. Una svolta storica per la città nota per il suo spirito liberale.

La prima volta che incontrai un uomo nudo per le vie di San Francisco fu una mattina del dicembre 2010. Mancava poco al Natale e, in fila per il brunch domenicale in uno dei posti più noti di Market street, ebbi un incontro a dir poco stravagante. Un uomo di un metro e ottanta, completamente nudo, era fermo a chiacchierare con un amico, indossando solo un cappello da Babbo Natale. A due anni di distanza, una scena simile si è presentata di pomeriggio mentre correvo per Dolores Park, uno dei parchi più visitati della città (se non altro per la vista mozzafiato di grattacieli e ponti). Un uomo sulla sessantina, completamente nudo, era fermo al mio stesso semaforo, con addosso un paio di stivali e degli occhiali da sole.

Siparietto? Esibizionismo? Naturalismo? Tutte le ipotesi sembrano funzionare per spiegare il fenomeno del nudismo nella Bay Area. Per chi conosce la liberal San Francisco, infatti, non si tratta affatto di immagine rare. Nel 2010, nel quartiere Castro, simbolo della conquista dei diritti gay (chi ha visto il film Milk con Sean Penn ricorderà la piazzetta del discorso di fronte a migliaia di persone), i nudisti decisero di fare della piccola piazzetta tra Market e Castro street il loro luogo di emancipazione. E così, da allora, decine di uomini nudi siedono ogni giorno a Jane Warner Plaza per leggere, bere un caffè o semplicemente godere la brezza della fog city.

Ma nella città nota per lo spirito di tolleranza verso tutti e tutte, il nudismo potrebbe essere, se non bandito, almeno limitato. Già un anno fa, il supervisor del quartiere cercò di imporre il divieto di nudismo urbano nei ristoranti. Nulla da fare. Per la legge del contrappasso, il numero di nudisti in zona è addirittura aumentato. Così dopo dodici mesi, una nuova proposta è stata fatta, in nome della salvaguardia della “diversità e della sensibilità dell’intero quartiere”. La piazzetta oggetto di diatriba è infatti l’unico posto nel quartiere considerato “public space”.

La protesta durante la discussione di martedì è stata molto accesa. Chi, infatti, è stato costretto a presentarsi vestito (per via della legge che vieta di entrare nudi nella Civic Hall), si è poi spogliato in piena seduta, denunciando il rischio di ritorno “agli anni bui di paura e vergogna del proprio corpo” e rivendicando il diritto alla libertà di espressione. Dall’altro, invece, gli amministratori e rappresentanti locali che hanno dato voce ai commercianti, ostili all’imposizione del nudismo da parte di quelli che definiscono «un gruppo di uomini in esposizione».

L’ordinanza che entrerà in vigore a febbraio considera illegale, per chiunque al di sopra dei cinque anni, «l’esposizione dei proprio genitali in una strada pubblica, lungo i marciapiedi, nei parcheggi, nelle piazze e sui mezzi pubblici». Chi verrà sorpreso a sostare o camminare nudo, subirà una multa di 100 dollari, che potrebbe aumentare fino a 500 o tramutarsi nella galera per un anno. Per ora qualche eccezione rimane, come nel caso di alcuni festival. San Francisco celebra ogni anno il Bay-to-Breakers che accoglie ciclisti nudi da tutta America, come anche il gay pride e il Folsom Street Fair per gli amanti del sadomaso e delle altre “sexual subcultures”.

Per gli abitanti di San Francisco, la questione non pare avere tutto questo peso, o meglio potrebbe averlo nel momento in cui la polizia sarà impegnata ad individuare nuovi delinquenti, rei di aver lasciato a casa i propri vestiti, piuttosto che scovare i veri malviventi. 

Foto via Reuters

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