• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca Locale > Salvini al Cara di Mineo. Il Carroccio in salsa siciliana: "Basta (...)

Salvini al Cara di Mineo. Il Carroccio in salsa siciliana: "Basta solidarietà a spese degli italiani"

MatteoSalvini è sbarcato nuovamente in Sicilia lunedì 16 marzo e ha scelto ancora una volta un luogo simbolo per lanciare dall’isola il suo progetto politico: il Cara diMineo. Un ottimo trampolino per promuovere il suo progetto ambizioso di legittimarsi come leader di tutto il centrodestra. Sono lontani i tempi in cui daPontida le camicie verdi tifavano «Forza Etna».

Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini è sbarcato nuovamente in Sicilia lunedì 16 marzo e ha scelto ancora una volta un luogo simbolo per lanciare dall’isola il suo progetto politico: il Cara di Mineo, il più grande centro per richiedenti asilo d’Europa, 4.000 migranti stipati in una struttura che può contenerne 1.800.

LEGGI ANCHE: INCHIESTA Il Cara di Mineo prima di Cantone. Quando per l’Authority gli appalti erano ok, di Giacomo Belvedere

Salvini è già stato al Cara il 12 luglio dell’anno scorso ma ci ritorna in un momento in cui il centro menenino è al centro di roventi polemiche dopo l’arresto, i primi di dicembre, del superconsulente Luca Odevaine, coinvolto nell’inchiesta Mafia Capitale, che ha gettato più di un’ombra sulla gestione del villaggio della solidarietà, come è stato ribattezzato il vecchio Residence degli aranci, 403 villette dismesse dai militari statunitensi nel 2011. Sotto accusa anche gli appalti, l’ultimo triennale da 98 milioni di euro, che l’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone ha bollato come illegittimo. Sulla questione il leader della Lega punta il dito su Alfano e Renzi, chiedendo le dimissioni di entrambi: «Renzi e Alfano si dovrebbero dimettere: o vanno in Parlamento a spiegare date e soldi. Più che il ministro degli Interni, che è il burattino, il premier, che sull’immigrazione non spende mai una parola. Dovrebbero spiegare come vengono spesi i soldi». «O Renzi smentisce le indagini, smentisce l’illegittimità degli appalti – ha aggiunto il leader del Carroccio – o si dimette lui, perché di Alfano e dei suoi amici mi interessa poco. È Renzi che deve rispondere personalmente di questa cosa».

CON SALVINI GLI EX LOMBARDIANI – Un ottimo trampolino per Salvini che per promuovere il suo progetto ambizioso di legittimarsi come leader di tutto il centrodestra, sfodera tutto il suo armamentario propagandistico sull’immigrazione. Ad accompagnarlo Angelo Attaguile, figlio d’arte del senatore DC Gioacchino, e concittadino di Raffaele Lombardo, l’ex potentissimo presidente della regione, condannato in primo grado a sei anni e otto mesi per concorso esterno. Con Lombardo Attaguile ha fatto tutto il suo percorso politico sino ad approdare nell’ultima legislatura, dopo i guai giudiziari del suo patron, alla Lega Nord, alla quale ha consentito, con la sua adesione, di formare un gruppo autonomo alla Camera. Attaguile guida oggi il movimento “Noi con Salvini”, con la Lega Nord spera di allargare la sua base elettorale e sfondare al Sud.

Neanche la pioggia ferma Salvini. A suo agio, circondato da giornalisti, sostenitori, non tantissimi, per lo più imprenditori agricoli delle zone limitrofe, il leader del Carroccio ha superato i cancelli del mega centro. Una visita durata poco più di un ora con al suo fianco l’ormai inseparabile Attaguile. «Centro per Immigrati di Mineo: colazione, pranzo e cena garantiti anche oggi a 3.200 persone immigrati. Gente in giro in bicicletta, a comprare vestiti e ascoltare musica. E voi, non starete mica lavorando...??», posta in diretta Salvini. Provocando, come è solito, e prontamente rilanciando i suoi slogan sui social dal tablet da cui non si separa mai. La campagna elettorale si fa sul territorio ma anche nelle piazze mediatiche Facebook e Twitter in cui Salvini è onnipresente.

LA GIOIA DI CHI VA VIA, LA RABBIA DI CHI RESTA – Nella confusione incrociamo una decina di migranti in festa. Dopo più di un anno hanno ricevuto il sospirato permesso di soggiorno e stanno partendo per Roma. Tutta la loro vita in trolley, nei loro occhi la speranza di chi ce l’ha fatta. Non facciamo nemmeno in tempo a prendere la videocamera che non ci sono più. Hanno una fretta matta di scappare dal residence a 5 stelle. Perché mai se hanno colazione, pranzo e cena gratis e tutti comfort? Un mistero a cui forse nemmeno Salvini saprebbe rispondere.

E se da una parte c’è chi gioisce per aver ottenuto i documenti necessari per lasciare il campo, così lo chiamano, dall’altra c’è chi racconta un Cara diverso da quello visitato da Salvini. O.O. 35 anni, nigeriano, ci parla di un campo sovraffollato, pieno di problemi. E se come lui, dopo un’attesa snervante di quasi un anno e mezzo, ricevi la negativa sei arrabbiato. Perché, a dispetto di quello che dice Salvini, nel Cara villaggio della solidarietà non vuole restare nessuno.

LA TRINACRIA SUL CARROCCIO – Il leader del Carroccio non perde l’opportunità di trovare consensi utilizzando frasi ad effetto: «Gli immigrati che scappano dalla povertà, dalla guerra vera, sono i miei fratelli e vanno accolti – ha detto al suo arrivo – la maggioranza di extracomunitari, però, che arriva come immigrato clandestino, va riportata a casa sua: la solidarietà a spese degli italiani è finita. I razzisti sono quelli che usano i 4 mila migranti del Cara di Mineo per fare i soldi». Sulla Sicilia e sui siciliani la sua idea non cambia, mentre c’è chi è disposto, tra i siciliani, a perdonarlo in cambio di promesse che difficilmente verranno mantenute. «Sei l’ultima nostra speranza», dichiarano dei sostenitori.

A protestare una decina di militanti del NCD che esibiscono mutande verdi e cartelli con cui ricordano a Salvini che il Cara è il frutto delle scelte di Maroni. Loro sono contro la chiusura del Cara. E si capisce. Il loro leader siciliano, Giuseppe Castiglione, del Cara menenino è stato soggetto attuatore lasciando poi la presidenza del Consorzio dei comuni che amministra il centro al sindaco di Mineo Anna Aloisi, sempre del NCD. Entrambi sarebbero destinatari, secondo voci insistenti, di avvisi di garanzia circa gli appalti che riguardano proprio il Residence degli Aranci. Ma hanno dichiarato di non saperne nulla.

«Non è normale che la Sicilia, – ha concluso Salvini – che ha un tasso di disoccupazione altissimo, faccia arricchire qualcuno con il business dell’immigrazione. Questo centro va chiuso domani mattina». Poi Salvini sale in macchina per continuare il suo tour nella Sicilia terrona. Come sono lontani i tempi in cui da Pontida le camicie verdi tifavano «Forza Etna!».

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità