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Salviamo il White Lion. Un animale in estinzione

 

Il leone Bianco è un leone che appartiene alla sottospecie della Phantera, e nella quale per una rara mutazione di colore, simile a quella della tigre bianca, ha portato così la rara colorazione del mantello. I leoni bianchi non sono quindi leoni albini, il loro colore che può variare dal biondo, al bianco sporco sino al colore rossiccio, viene causato da un gene chiamato color inhibitor. Il loro colore gradualmente si scurisce, sino a diventare crema o avorio, anche noto come biondo. In particolare non si parla di una sottospecie distinta, ma piuttosto di poliformismo genetico, che causa una colorazione pallida, simile quella delle tigri bianche. La colorazione è simile ed analoga, anche se con effetti opposti, al melanismo, tipico della pantera nera. Questo viene confermato anche dalla colorazione dei suoi occhi, che non è rossa, come gli animali albini, ma è uguale a quella dei suoi simili non bianchi, tendenzialmente azzurra. Questa colorazione penalizza però i leoni nella loro natura, in quanto sono facilmente avvistabili dalle loro prede, che riescono così a fuggire, in questo modo il leone bianco è molto spesso condannato a morire per inedia. Le prime conferme dell’esistenza di questo tipo di animali si è avuta solo nel XX secolo. Per moltissimi decenni si è creduto che fossero solo mere leggende provenienti dal Sudafrica, e che il loro manto bianco fosse il simbolo della bontà presente in ogni creatura. I primi avvistamenti si hanno nel 1900 e soltanto nel 1975 viene trovata materialmente una cucciolata di leoni bianchi nella riserva Timbatavi. A causa della loro bellezza e rarità, da sempre i leoni bianchi sono ritenuti prede ambite sia per i cacciatori indigeni, che li consideravano messaggeri degli dei, che per quelli europei.

Un Tempo in Sudafrica venivano allevati in campeggi ed uccisi come trofei. Oggi questi allevamenti non ci sono più, ed i leoni bianchi vengono severamente protetti, poiché la loro presenza attira numerose folle di curiosi negli zoo, così da essere fonti di prestigio per il parco e la riserva dove sono ospitati. Ogni tanto in qualche riserva del Sudafrica si trova spontaneamente qualche leone bianco, anche nel Parco nazionale Krugher, si trovano piccoli esemplari di leocini accoppiati con i leoni bianchi fulvi.

La quantità precisa di leoni Bianchi nel mondo è ignota, si calcola che nel 2004 si contavano 300 esemplari, di cui in Italia vi sono 6 di questi animali distribuiti così: una coppia e la loro femmina nel safari parco di Pombia, e le altre tre all’interno del Parco Faunistico Le Cornelle di Valbembro. Esiste sin dal 2002 The global white trust protezione, fondata da Linda Tucker, che operando nella regione del Timbavati, si occupa di proteggere il leone bianco e sviluppare tutti i valori culturali connessi che lo rendono unico. Quando si è insediata qui

l’associazione non c’erano esemplari riprodotti allo stato naturale. Dal 2009 il programma di rintroduzione è stato un successo, in quanto la specie si riproduce senza l’intervento dell’uomo. I leoni vivono allo stato libero, non in cattività. Tuttavia si nutre preoccupazione per la sopravvivenza del gene White Lion, in quanto l’ultimo cucciolo di leone bianco è nato del 2006, e poco dopo il probabile padre è morto cacciato come trofeo. I Leoni bianchi vengono così considerati in una fase di criticità, un pericolo critico, poiché sull’orlo di estinzione viene introdotto anche il loro habitat endemica. Siamo quindi in dovere di proteggere un tesoro globale per tutta l’Umanità, sperando che l’uomo con la sua maia di protagonismo la smetta di collezionare trofei, ma conservi questa specie meravigliosa e rara presente, forse ancora per pochi anni sul nostro fantastico pianeta terra.

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