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Salute: cresce il gap tra le donne over 50 dei paesi ricchi e poveri

Un nuovo studio dell'Organizzazione mondiale della Sanità sottolinea che la salute delle cinquantenni nei paesi sviluppati continua a migliorare e il divario con i paesi in via di sviluppo continua ad ampliarsi

Le principali cause di morte nelle donne oltre i cinquanta anni sono praticamente le stesse in tutto il mondo: le malattie cardiovascolari e i tumori. Tuttavia, mentre negli ultimi decenni nei paesi sviluppati è migliorata l’attenzione a queste patologie e di conseguenza è aumentata l’aspettativa di vita femminile, nei paesi in via di sviluppo, invece, la situazione è ben diversa.

Un nuovo studio pubblicato sul Bulletin of World Healt Organization (Oms) esamina questo scenario, spiegando in quale modo questa disuguaglianza ha influenzato l’aumento del divario dell’aspettativa di vita tra le donne che vivono in paesi ricchi e paesi poveri.

Il documento sottolinea come i progressi registrati nella prevenzione e nel trattamento delle varie forme di tumore (in particolare il cancro del colon, della mammella e della cervice uterina), delle alterazioni metaboliche come il diabete, dell’infarto e di altre malattie cardiocircolatorie, abbiano comportato l’aumento della speranza di vita delle donne di oltre cinquanta anni che vivono nei paesi sviluppati.

Le misure adottate negli ultimi trenta anni nei paesi più ricchi per ridurre le malattie non trasmissibili hanno consentito alle cinquantenni di Germania e Giappone di guadagnare 3,5 anni di speranza di vita, tanto che oggi possono statisticamente raggiungere rispettivamente la soglia degli 84 e 88 anni.

In Francia, Regno Unito e Cile, l’aspettativa di vita delle donne a cinquanta anni è aumentata di circa 2,5 anni, arrivando a una previsione di vita di 83-84 anni. Mentre in Messico e nella Federazione Russa, la medesima aspettativa è cresciuta di meno: 2,4 e 1,2 anni, e le over 50 dei due paesi possono aspettarsi di vivere fino a 80 e 78 anni.

Nonostante negli ultimi trenta anni, l’incidenza del cancro al seno e cancro cervicale sia complessivamente aumentata per le donne comprese in questa fascia di età, si sono verificati meno casi di decesso a causa di queste neoplasie, grazie alla diagnosi precoce e al trattamento tempestivo.

Il rapporto rivela al contempo che nei paesi in via di sviluppo, a causa della mancanza di prevenzione e cura delle patologie non contagiose, le donne che soffrono di queste malattie sono più giovani rispetto a quelle dei paesi sviluppati.

Tra il 1980 e il 2010, le morti femminili nella fascia d’età delle ultracinquantenni per malattie cardiovascolari e diabete sono scese in media del 66% in undici paesi ad alto indice di sviluppo umano: Cile, Francia, Germania, Grecia, Giappone, Nuova Zelanda, Messico, Polonia, Federazione Russa, Regno Unito e Stati Uniti d’America.

Lo studio redatto da Gretchen A. Stevens, Colin D. Mathers e John R. Beard, è uno dei pochi incentrati sulle donne che hanno superato i cinquanta anni e mette in evidenza anche la “sostanziale riduzione” della mortalità materna nei paesi a reddito basso e medio.

Questo comporta che un numero maggiore di donne mature vive più a lungo e di conseguenza è maggiormente soggetto a sviluppare malattie come i tumori, il diabete o l’ipertensione, che devono essere curate.

I tre studiosi avvertono la necessità di migliorare i sistemi sanitari dei paesi più poveri e di adattarli ai bisogni di salute della popolazione, potenziando i sistemi di prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie non trasmissibili, che in molti casi risultano ancora “inadeguati”.

Mentre, per esempio nei paesi africani è possibile ricevere cure efficaci per l’Aids o una buona assistenza durante la gravidanza e il parto, molte zone sono prive di strutture sanitarie adeguate per curare il cancro al seno o per l’ipertensione. “Le donne con malattie cardiovascolari o il cancro hanno bisogno di terapie a lungo termine come le pazienti che hanno contratto il virus dell’Hiv/Aids”, scrivono gli autori della ricerca.

Oltre a rilevare che le morti per questo tipo di affezioni hanno luogo in età più precoci che nei paesi più sviluppati, gli esperti dell’Oms richiedono in particolare di migliorare la prevenzione. Ad esempio, ridurre l’esposizione delle donne nelle prime fasi della loro vita a fattori di rischio legati alla salute sessuale e all’uso nocivo di alcol e tabacco.

Attualmente ci sono 280 milioni di donne di età compresa tra cinquanta anni e più che vivono in 550 paesi in via di sviluppo e sviluppati. Le stime dell’Oms indicano che nel 2050 quasi il 20% della popolazione mondiale sarà composto da donne di questa fascia di età, con una distribuzione molto più eterogenea rispetto a quella presente: 379 vivranno in paesi ricchi e 1.500 nelle aree meno prospere.

Foto: EU Humanitarian Aid and Civil Protection/Flickr

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