Sanità: firmato il contratto nazionale di lavoro

Firmata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per il comparto della sanità pubblica.
Al tavolo delle trattative i rappresentanti dei tre sindacati confederali: Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fp. L’accordo riguarda 600 mila lavoratori della sanità relativamente al biennio 2008-09 e prevede un aumento retributivo medio mensile di 72 euro cui si sommano 20 euro di risorse aggiuntive regionali correlate a progetti di produttività ed al ’’Patto per la Salute’’.
Logicamente per far apparire la cifra più sostanziosa si parla sempre al lordo, ma sempre una miseria resta. Questi ulteriori 20 euro lordi, che tanto hanno fatto adirare Mister Br, sono ottenuti dalla possibilità di un incremento ulteriore dello 0,8% per i fondi della contrattazione aziendale con risorse delle Regioni da destinare però rigidamente ai premi meritati, senza distribuzioni a pioggia, ovvero uguali per tutti.
Gli aumenti sono quelli stabiliti per tutto il pubblico impiego, cioè il 3,2% rispetto al monte salari 2007 (circa 698 milioni) che però, visto il ritardo con cui si firma il contratto, potrà essere assegnato tutto allo stipendio tabellare e non ai vari trattamenti accessori.
Lo 0,8% che le Regioni aggiungeranno potrà essere stanziato solo da quelle senza debiti. Quindi ne sono fuori Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Sicilia e presto anche la Calabria. Sulla mobilità interaziendale è stata decisa la possibilità di mobilità entro 25 km al massimo e senza diretta discrezionalità dell’azienda, ma secondo una programmazione concordata con le organizzazioni dei lavoratori.
Si decideranno poi, anno per anno, le modalità per la loro eventuale stabilizzazione: dunque niente licenziamenti. Decisa inoltre l’intangibilità delle retribuzioni in caso di assenza "per donazione di midollo osseo, assistenza all’handicap, prevenzione e screening oncologico e per le attività di volontariato", e la possibilità di aumentare, in sede locale, il valore del buono pasto.
Brunetta sottolinea che l’Aran ha contravvenuto "ad una prima analisi, a quanto deliberato dal Consiglio dei Ministri del 18 dicembre 2008, in occasione dell’esame dell’atto di indirizzo del comparto sanità al quale non ha fatto seguito nessun atto integrativo. Il mio Ministero e successivamente il Consiglio dei Ministri si riserverà un esame attento delle disposizioni inserite nel contratto, così come è previsto dalla normativa vigente e poi sarà la Corte dei Conti a valutare della legittimità del contratto".
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