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S. Valentino 2009 e il rovescio della medaglia

Anche quest’anno, nel durante di una conclamata apocalisse economico – finanziaria, si è puntualmente celebrata la ricorrenza di S. Valentino, con l’ormai inconfondibile cornice di vetrine sfavillanti, fiorerie e negozi di leccornie a pieno giro, scambi di lingerie fini e sofisticate, cenette romantiche e seguiti.

Tant’è che si è parlato di correlati volumi d’affari nell’ordine di centinaia di milioni d’euro, tra il plauso di taluni osservatori: “Meno male, così si tiene viva l’economia”.

Personalmente, ricorderò il S.Valentino appena trascorso per una scena che mi è scivolata davanti agli occhi, sabato 14 alle ore 11.30, mentre percorrevo la tangenziale est di Lecce.
 
Nella campagna adiacente, accanto ad un fabbricato rurale semi diroccato, stazionavano due ragazze di colore, vestite minimamente malgrado la temperatura rigida, la prima ritta in piedi, l’altra appoggiata su una sedia sbilenca.

 
Che faceva, lì, la coppia di giovani donne? Che cosa l’aveva portata in quel sito agreste? Entrambe le risposte sono ovviamente scontate, ma io desidero accennare solo ad una verosimile miseria, alla fame forse, magari alla necessità di inviare qualche euro a familiari e/o parenti lontanissimi.
 
Hai voglia a dire che si è trattato semplicemente di un flash del mestiere più antico del mondo, che nella sola Italia v’è un cast del genere stimato in 70.000/80.000 “attrici”.
 
Chi scrive ha registrato una sensazione interiore triste, anzi amara, che ha completamente annullato e cancellato l’atmosfera festosa di S. Valentino.

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