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"Rottamazione degli Statali": il governo demolisce il "ddl Brunetta"

Al via la norma definita ’’rottamazione degli statali’’. Tornano laurea e leva nel conteggio degli anni: i pubblici dipendenti che hanno accumulato 40 anni di contributi, compresi quelli figurativi, possono essere collocati a riposo dalle amministrazioni con un preavviso di sei mesi, anche se non hanno compiuto i 65 anni di età (limite per la pensione di vecchiaia).

Da una parte si chiede alle donne di andare in pensione più tardi, perché non è giusto smettere di lavorare a 60 annii; dall’altra si impone a tutti i dipendenti pubblici (donne comprese) di andare in pensione anche prima di aver compiuto 60 anni, perché bisogna rinnovare la Pubblica Amministrazione.

Due emendamenti in evidente contraddizione fra loro vengono inseriti in una stessa legge. Questo è quanto prevede il cosiddetto decreto anticrisi approvato nelle Commissioni bilancio e finanze della Camera in barba a Mister br.

Sono esclusi da questa disposizione, che si applica per il triennio 2009-2011, i magistrati, i professori universitari e i medici primari, mentre i medici di livello più basso rientrano nella "rottamazione".

L’emendamento annulla la disposizione prevista nel "ddl Brunetta" in cui si faceva riferimento agli anni di contribuzione ’’effettiva’’, escludendo così i periodi di contribuzione figurativa che ora vengono computati nel calcolo dei 40 anni.



Secondo quanto riferisce l’Inpdap, nel solo 2009 si arriverebbe a quasi 140 mila pensionamenti, cioè il doppio dell’anno scorso. Rientrerebbero nel limite, ad esempio, tantissimi medici che hanno riscattato gli anni dell’università e della specializzazione. Il nostro Paese è l’unico tra quelli dell’area Ocse in cui il rapporto tra medici in attività e popolazione è sceso, sempre tra il 1990 e il 2007, seppur di poco: siamo a circa 3,7 ogni 1.000 abitanti, contro una media Ocse del 3,1 (negli Stati Uniti ad esempio il rapporto è 2,4 su 1.000, in Francia 3,4).

Intanto in Italia continuano a mancare decine di migliaia di infermieri rispetto al fabbisogno (60.000 in meno, secondo le stime di un paio di anni fa) e molte Regioni sono costretti a cercarli all’estero, soprattutto nell’Est europeo. La professione di infermiere non attira, e certo non aiutano i livelli retributivi più bassi di quelli di altri Paesi. Ma quando si parla, invece, di livelli retributivi molto più "alti" allora il discorso è completamente diverso ed ecco che spunta fra gli emendamenti presentati in commissione anche l’immancabile “leggina” ad personam.

Le persone interessate in verità sono due. Uno è il direttore generale dell’Inps, Vittorio Crecco, l’altro è il direttore generale dell’Inail Alberto Cicinelli. Entrambi stanno per raggiungere i 67 anni, cioè l’età in cui tutti i dipendenti pubblici sono obbligati a lasciare il lavoro.

Per loro, però, si sta prevedendo un’eccezione. Il tetto non vale più, e l’emendamento non indica neanche un limite più alto. In teoria, potrebbero continuare a lavorare per tutta la vita! Insomma una gran confusione! Da un decreto nato con il presunto intento di favorire la ripresa economica del paese, rischia di saltar fuori un nuova riforma previdenziale per il pubblico impiego con tante regole, cavilli e scappatoie, a volte anche personalizzate, che fanno a pugni fra loro, con il ddl Brunetta e con il comune buon senso.

Commenti all'articolo

  • Di hnyto (---.---.---.97) 26 luglio 2009 11:42

    brunetta è il re degli incompetenti

  • Di rottamax (---.---.---.27) 1 agosto 2009 18:07

    Una norma decisanemte ingiusta e che presenta tutti i requisiti della incostituzionalità:

    1. intanto non pone sullo stesso piano chi ha riscattato la laurea e chi non lo ha fatto;

    2. il riscatto viene fatto su base volontaria e a carico dei lavoraori e in uno stato di diritto non si può imporre l’obbligo di utilizzare un beneficio come una ritorsione nei confronti dei lavoratori che hanno non mostrato alcuna volontà di tilizzare tale beneficio per andare in pensione;

    3. nè tanto meno l’avere riscattato la laurea e quant’altro era possibile riscattare in tempi non sospetti ossia prima del decreto anti crisi può valere come espressione di volontà. cioè se io avessi saputo che a posteriori il riscatto de quo poteva significare l’obbligo di andare in pensione sicuramente non l’avrei scelto;

    4. ma c’è di più e cioè se io scelgo di riscattare gli anni per i quali mi viene concesso un beneficio dovrei poter decidere di utilizzare questo beneficio, se è tale e continua a essere tale,oppure no.
    Non può decidere lo stato e impormi l’uso di un beneficio che ho pagato con i miei soldini.

    5. 
    Invito tutti coloro che si trovano nelle condizioni di essere illegittimante rottamati a rivolgersi direttamente ai legali per provvedere a difendere il proprio diritto leso da un stato incompetente e inadeguato a garantire ai cittadini legalità e rispetto. 

     

  • Di rottamax (---.---.---.27) 2 agosto 2009 09:35
    È veramente encomiabile come questo governo operi per il risparmio della spesa pubblica e per lo svecchiamento della pubblica amministrazione considerando come oggetti inutili da buttare via migliaia di persone/cittadini che hanno lavorato nella pubblica amministrazione per tanti anni, forse molti anni.
    È improbabile che ci spossa rendere conto che dietro i numeri ci siano, forse, anche persone, ma tanto oramai con questo governo ci stiamo abituando alle ingiustizie di fine estate e ci possiamo aspettare di tutto e di più, e il di più è stato servito con il decreto anti-crisi di fine luglio.
    Anche se qualche giornalista, pochi debbo dire, grida allo scandalo della Rottamazione degli statali e i sindacati stanno in silenzio temendo si essere redarguiti dai più giovani, che ancora sono precari, e non si sa quando potranno entrare in un posto di lavoro, mi chiedo se è possibile fare passare una enormità del genere che riguarda non solo i rottamandi del triennio, ma ritengo tutti i possibili rottamandi futuri che non fanno parte della schiera dei soliti privilegiati…
    Non sarebbe il caso di pensare, più opportunamente, anche alla loro rottamazione o forse che ci siano in un paese democratico(scusate l’ingenuità) cittadini di serie A e di serie B ?
    E invece non se ne parla nemmeno, il problema resta e persiste dopo un lungo batti e ribatti ed è quello di mandare a casa chi ha pensato bene di usufruire di un beneficio che gli è stato concesso concesso dalla legge di potere riscattare, previo versamento volontario di una congrua somma, gli anni di studio o di servizio militare ai fini di buona uscita e pensione.
    E così chi ha riscattato il corso di laurea o il servizio militare, usufruendo della concessione di un beneficio a pagamento, oggi può godere del vantaggio di una rottamazione coatta.
    È come dire chi è causa del proprio male pianga se stesso ( se tu non pagavi e chi ti mandava a casa?).
    Insomma una truffa di stato in grande stile e chi paga sono sempre i soliti fessi!!!
    Inoltre una volta era consuetudine mandare a casa il più anziano, non è più così, (i sindacati se si fanno due conti possono tornare a parlare perché non vero che la norma serve a svecchiare) chi deve andare a casa non è il più vecchio, ( una volta tanto un po’ di rispetto per gli anziani !).
    Mediamente per chi va in pensione coatta perché ha 40 anni di contributi, ne restano in servizio quattro o cinque che non hanno i contributi ma son più vecchi??!!
    Alla faccia dello svecchiamento!!??
     
    • Di UN MEDICO (---.---.---.214) 2 agosto 2009 21:49

      SONO UN MEDICO DI 60 ANNI E POICHE’ VIVO IN TOSCANA ,NON AVENDO TESSERE DI PARTITO PENSO CHE SARO’ UNA DELLE PRIME VITTIME. E PENSARE CHE HO ANCHE VOTATO PER QUESTO GOVERNO, NON PENSAVO CHE ARRIVASSE A TANTO.......DALLA RABBIA MI SONO VENUTE LE LACRIME AGLI OCCHI.... ORMAI NON SO PIU’ CHI VOTARE , PENSARE CHE LA MIA FAMIGLIA MI HA COSTRETTO NEL 2000 A RIMANERE IN ITALIA DOPO UN’OFFERTA DI LAVORO IN INGHILTERRA, COMUNQUE NON PENSO CHE RESTERO’ SENZA LAVORARE MI DEDICHERO’ ALLA LIBERA PROFESSIONE E VISTA LA VOLONTA’ DEI GOVERNI DI DISTRUGGERE LA SANITA’ PUBBLICA FORSE FORSE .... CHE NON SIA IL CASO DOVE TUTTI I MALI NON VENGON PER NUOCERE....VEDREMO (RESTA IL FATTO CHE VIVIAMO IN UN PAESE RIDICOLO ED ORMAI IN UNO STATO GOVERNATO DA PERSONE SENZA ALCUNA DIGNITA’).
       

  • Di (---.---.---.100) 13 agosto 2009 19:03

    Come si fa a trasformare un premio in una punizione e per di più senza alcuna gradualità? Perchè aver riscattato gli anni di laurea e di militare doveva essere vantaggioso. Almeno lo Stato consenta a chi vuole di rinunciare agli anni che sono stati riscattati rimborsandoli con la congrua rivalutazione dalla data in cui sono stati pagati alla data attuale del rimborso.

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