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Romney vince in Maine ma non si toglie dai guai

Mitt Romney vince di misura nei caucus del Maine e salva momentaneamente la faccia dopo le sconfitte in Missouri, Minnesota e Colorado. Si va verso una "brokered Convention", ossia la nomination ad un candidato esterno, con Bush valida alternativa.

Il Maine non è la Florida dove per vincere bisogna investire tempo e denaro, il Maine è uno Stato con poco più di un milione di abitanti in cui a votare nei caucuses vanno seimila fan dell’uno o dell’altro partito. Il Maine però è uno swing state e questo lo rende importante.

 

Mitt Romney ad Augusta doveva dimostrare di essere il frontrunner di queste primarie repubblicane, e per farlo doveva vincere largamente staccando Gingrich e Santorum sia nei voti che nei sondaggi. C’è riuscito a metà: ha vinto i caucus col 39% staccando i due diretti avversari che si sono fermati rispettivamente al 6 e al 18 per cento, ma non è riuscito a distanziare Ron Paul che è arrivato secondo col 36%.

Ancora una volta Romney si dimostra il vincitore ma non ha la zampata che lo contraddistingue nettamente dagli altri. Tanto che nei giorni scorsi, alla Conservative Political Action Conference – la riunione di militanti conservatori che si è svolta a Washington – Al Cardenas, capo dell’American Conservative Union, ha detto esplicitamente che esiste la possibilità di una “brokered Convention“, ossia una convention dove il partito non arriva con un candidato che ha vinto indiscutibilmente le primarie.

Ma non è finita qui. Continua a farsi largo l’ipotesi che a Tampa si debba scegliere una valida alternativa, e l’ex governatore della Florida – nonché fratello dell’ex presidente – Jeb Bush è in cima alla lista. Questo dimostra ancora una volta la mediocrità dei candidati in gara.

Romney dalla CPAC ha ricevuto essenzialmente due notizie: la prima che nei sondaggi di Public Policy Polling (area democratica) è staccato di ben 15 punti da Santorum (38 a 23) ma con previsioni peggiori se Gingrich staccasse la spina (50 a 28); la seconda è invece più positiva dato che nello straw poll interno ha avuto la maggioranza dei conservatori presenti. Insomma, Romney ha la maggioranza ma non riesce a convincere la base, e questo si tramuta in gioco facile per Obama. In più la vittoria in Maine con questi numeri rende irrisoria la differenza di delegati tra Romney e Paul: 8 a 7. Nel totale Romney ha 120 delegati, Santorum 72, Gingrich 32 e Paul 16. Per ottenere la nomination ce ne vogliono la metà più uno, ossia almeno 1.144 delegati. La strada è ancora irta di ostacoli, e con queste previsioni sarà dannatamente pericolosa per Mitt Romney.

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