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Roma: una capitale di carta velina

Fa male. Fa veramente male al cuore, vedere come Roma – capitale d’Italia – possa venire sfregiata dagli eventi naturali.

Una città per molti versi difficile da vivere. Il traffico, le lunghe percorrenze, le strade anche centrali mai manutese che presentano in alcuni casi, vere e proprie voragini anche nei marciapiedi e che non consentono di camminare con sicurezza.
Roma è crollata. Scoppiata. Infangata.
 
Un nubifragio e zap. Un’intera città nel caos. Chiuse molte fermate della Metro sia della linea A che B. Autobus fermi o molto rallentati. Migliaia di lavoratori che non sono riusciti a raggiungere i posti di lavoro o se ci sono riusciti, lo hanno fatto con notevole ritardo e grandi disagi.
 
Un anziano muore annegato: viveva in uno scantinato. Un‘altra persona risulta dispersa. Sono dati che fanno ghiacciare il sangue. Anche perché – appunto – non parliamo di un'area sottosviluppata nè di qualche misconosciuto paesino arroccato chissà dove. Parliamo di Roma.
 
La rete fognaria romana ed anche dell’hinterland è un colabrodo. Nessuna amministrazione fino ad oggi ha messo mano ad una problematica molto sentita. Ogni qualvolta si presenta un semplice acquazzone, ecco che Roma si blocca. Non parliamo poi di eventuali nubifragi.
 
Il Sindaco Alemanno, ha chiesto subito lo stato di calamità. Forse dovrebbe fare meglio i conti e spostare risorse economiche ad esempio dal comparto “eventi” a quello della “manutenzione straordinaria ed ordinaria”.
 
Certamente non vi sono colpe solo sull’attuale amministrazione. La situazione di Roma è particolarmente critica da decenni ed i sindaci che si sono susseguiti - a parte alcuni rari casi - hanno fatto poco o nulla di reale a livello strutturale.
 
Però fa male sapere che nella città che dovrebbe essere il nostro biglietto di visita per il Mondo e che ha alle spalle la Storia più ricca di tutto il pianeta, si perpetui un inguaribile senso del lasciare che le cose accadano. Senza un minimo di preveggenza, di intenzione a migliorare e rendere veramente ricca una città che in molti milioni ogni anno e da tutte le parti del mondo sognano di vedere almeno una volta nella vita.
 
Questo invece, è farsi male. Farsi male due volte. La prima, quando mostriamo la parte peggiore della Città. La seconda, quando restiamo vittime di “calamità naturali” o semplicemente passeggiando per le strade per aspirare l’atmosfera di una delle città più belle del mondo.
 
Tutto sembra ormai crollare sotto il peso della negligenza generale e della cattiva gestione del denaro pubblico che poi, ovviamente, lascia in eredità alle successive amministrazioni, bilanci in rosso e problemi a non finire. La parola “fine” sembra poter essere usata solo in un senso: “fine” di ciò che di buono possiamo aspettarci da chi gestisce per noi il Paese. Peccato.

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