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Roma capitale degli sfratti

Nel 2009 gli sfratti emessi sono aumentati del 17,5% rispetto al 2008, col valore più alto degli ultimi 13 anni. Roma si piazza in testa alla classifica, con 8.729 sfratti emessi, di cui 6.355 per morosità (72,8%); seguita a distanza da Firenze con 2.895 sfratti (2.322 per morosità, l’ 80,2%).

Dal primo giorno della crisi, che attanagliava e attanaglia il mondo, il governo italiano ha sempre sdrammatizzato questa catastrofe ripetendo che “per gli italiani la crisi non esiste”, anzi se qualcuno si permetteva di scrivere della crisi o delle conseguenze che la stessa avrebbe potuto portare, veniva tacciato come sovversivo o comunista. L’opposizione non poteva contrastare con i fatti il governo, visto che era ed è impegnato a trovare la sua identità dopo il cambio dell’ennesimo segretario, mentre invece gli abitanti del bel paese, italiani e stranieri che lavorano e devono fare i conti con la crisi reale quotidianamente e la crisi la sentono e la vivono sulle proprie spalle, non erano e non sono ascoltati.

Mentre accadeva e accade tutto questo la casta cosa ha fatto? Ha continuato a pensare ai suoi affari loschi o leciti. Come sempre per loro questi affari sono più importanti della tutela e della salvaguardia dei più deboli. Alcuni componenti della casta, a loro insaputa, come per incanto, si sono ritrovati proprietari di appartamenti con vista colosseo e altri ancora, appena eletti in regione, si trovano ad abitare in appartamenti che affacciano su piazza Navona; allora come possono mai dedicare il loro tempo prezioso ai ceti più deboli del paese in via di sviluppo?

Questa classe di affaristi, non riesce a preoccuparsi nemmeno dei dati che emergono da un’indagine condotta dal SUNIA: questi numeri così astratti e lontani dai loro interessi non mica riguardano i risultati di una campagna elettorale e le poltrone da spartirsi.

Ma è un problema tangibile che riguarda gli abitanti del paese, i ceti più deboli, i dati che emergono sono preoccupanti. Infatti, il SUNIA ci informa che: su 61.484 sfratti 51.576 sono stati emessi per morosità: l’84% del totale. Sempre più famiglie non riescono a sostenere le spese e perdono la propria abitazione. Negli ultimi 5 anni sono stati eseguiti 100.000 sfratti motivati da morosità e altre 150.000 famiglie hanno un provvedimento in corso che si concluderà con l’esecuzione: 30.000 giovani e 50.000 anziani che vivono soli rischiano di perdere l’abitazione nel prossimo triennio.

Questa indagine, che è stata condotta su un campione di 1.000 famiglie sottoposte a sfratto che si sono rivolte presso le sedi del sindacato, mette in evidenza l’aumento di particolari fasce deboli.


Per quanto riguarda i giovani sotto i 35 anni, aumentano quelli sottoposti a sfratto passati dal 4% al 20% nel 2009; si tratta di lavoratori precari o che hanno perso, nel corso dell’ultimo biennio, il posto di lavoro.

Ma crescono anche i nuclei composti da anziani, passati dal 27% al 35%del totale; dei quali due terzi composti da una persona che vive sola.

Per le famiglie di migranti i provvedimenti sono saliti dal 22% al 26%, con nuclei composti in media da tre o più persone.

In generale il 60% delle famiglie con procedimento di sfratto ha figli e di queste due terzi hanno figli minori; il 26% dei casi riguarda famiglie in cui il percettore ha perso il posto di lavoro, il 17% dei casi cassaintegrati.

E pensare che risale ad appena due anni fa la campagna elettorale dell’attuale amministrazione capitolina, basata fondamentalmente su aria fritta e promesse che non verranno mai mantenute, come accade da oltre 60 anni in questo paese. Nulla è cambiato e nulla si muove per tutelare le fasce più deboli.
 

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