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Ritorna libera Yoani Sanchez. La libertà non si arresta

 

E' stata liberata la famosa blogger cubana Yoani Sanchez, arrestata dalla polizia mente si recava in tribunale ad assistere al processo di Angel Carromero, in carcere per un incidente stradale che ha provocato la morte di Oswaldo Payà, uno dei volti noti dell'opposizione castrista, e di un altro dissidente dell’Avana. 30 ore di arresto senza bere e senza mangiare.

La libertà non si arresta! Volevamo festeggiare questa bella notizia con un titolo che fosse emblematico ma al tempo stesso anche molto semplice, come è il concetto di Libertà, fluido, limpido, trasparente, senza limiti. L’arresto di Yoani Sanchez è un chiaro tentativo di arrestare la libertà personale ovviamente, ma soprattutto la libertà di espressione della più popolare blogger cubana e ovviamente anche la nostra. I fatti. Yoani Sanchez si stava recando ieri in tribunale, insieme al marito Reinaldo Escobar e ad altri amici attivisti, per assistere al processo, pubblico, che vede imputato Angel Carromero, appartenente al Partido Popular di Madrid, per l’incidente stradale che ha provocato la morte di Oswaldo Payà, uno tra i più importanti e conosciuti oppositori del regime castrista, e di un altro dissidente. La famiglia dello stesso Payà ha più sollevato dubbi circa la versione ufficiale.

Evidentemente il processo non era pubblico come si voleva far credere. Yoani Sanchez è stata arrestata perché avrebbe avuto intenzione di creare disturbo al processo e quindi di creare uno “show mediatico” attorno alla vicenda, e questo è vietato. Anzi, è vietato a Cuba conoscere la verità. Infatti la morte di Oswaldo Payà non è molto chiara. Secondo testimonianze raccolte dalla famiglia, tutto sembra portare all’idea che l’incidente sia stato provocato, quindi non una fatalità come si vuol far credere. L’intento di Yoani, come lei stessa ha raccontato su Twitter, era quello di raccontare il processo, nulla di più. Ma questo non è possibile.

L’annuncio della liberazione lo dà la stessa Yoani dal suo account su Twitter:

% name La Libertà non si arresta. Ritorna libera Yoani Sanchez

% name La Libertà non si arresta. Ritorna libera Yoani Sanchez

L’acqua bevuta dopo tante ore di digiuno, Yoani si è rifiutata nelle ore di detenzione di bere e mangiare, che diventa come fuoco nell’esofago e tante storie da raccontare. E sicuramente nei prossimi giorni lo farà.

Questa vicenda, che per fortuna si è conclusa bene, riaccende l’attenzione sulla possibilità di potersi esprimere, ma ancora prima, di poter vivere una vita normale, cosa impossibile a Cuba. Una vita normale, come la viviamo noi oggi, è vista come un miraggio in quel paese. Pensate che Yoani per cercare di stare connessa alla rete, quindi per mantenere attivo il suo blog, Generacion Y, fino a qualche anno fa in giro per la città alla scoperta di quale punto in cui ci sia una connessione wireless decente, spesso negli alberghi. Ma anche quelli risultavano poi rischiosi per la sua attività, la possibilità di essere incastrati per una banale connessione era molto alta. Uno splendido reportage di Wired, allora diretto da Riccardo Luna, aveva raccontato la vita di tutti i giorni di Yoani. Intenta a fare del web un vero strumento di democrazia. Pensate che organizza corsi per ragazzi per imparare ad usare WordPress, ovviamente senza linea, ma facendo fede al suo pc, cercando poi di organizzare delle guide utili per i giovani. Anche questa è educazione alla libertà.

Questo non vuole essere una forzatura sulla figura di Yoani Sanchez, spesso dipinta come una eroina della libertà, no. Lei stessa non chiede altro che vivere una vita normale, e una vita normale è un suo diritto, come per tutti.

Un paio di anni fa ho avuto la fortuna, proprio perché non si sapeva mai quando fosse online, di avere un breve scambio di email e in una mi diceva questo:

"Scusa il ritardo nel rispondere al tuo messaggio. La mia ben nota difficoltà di accesso a Internet estende il tempo per scriverti. Grazie per il tuo messaggio, le tue parole di sostegno e per la lettura e la diffusione di Generazione Y. Il tuo messaggio mi conferma che in Italia ci sono persone che possono discernere tra la propaganda ufficiale del governo cubano e qual è la nostra realtà”

Un messaggio breve nel quale viene evidenziata la sua impossibilità di vivere una vita normale e un invito comunque a considerare il contesto in cui vive, fatto di propaganda di governo, anzi di regime, che impedisce il benché minimo esercizio di democrazia, come può essere la libertà di esprimersi liberamente.

La notizia della sua liberazione da felicità a tutti coloro che hanno a cuore la libertà e al mondo della rete in particolare. Un nuovo esempio che la Libertà non si arresta!

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.138) 6 ottobre 2012 12:04

    ma qualcuno si documenta su questa icona foraggiata dagli stati uniti per aggiungere discredito al governo sotto embargo da 50 anni di cuba?
    a parte il ruolo di star, vi siete chiesti come riesca ad essere sempre in risalto nel panorama mediatico che mostra cuba come si vuole che sia vista dall’occidente?
    leggete qualcosa di serio, Gianni Minà, Gennaro Carotenuto o altri veri giornalisti per riconoscere le bufale che il potere ci fa ingoiare...

  • Di (---.---.---.251) 6 ottobre 2012 12:31

    Anche voi vi siete avidamente bevuti l’ennesima messa in scena della bloguera di moda; quella che per sua stessa ammissione neanche i vicini di casa sanno chi sia.

    Forse non sapete (o fingete di ignorare) che Angel Carromero si è addossato tutta la responsabilità dell’incidente in un interrogatorio condotto alla presenza dell’ambasciatore spagnolo a Cuba.

    Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino Salazar, Antonio Guerrero Rodríguez, Fernando González Llort e René González Sehewere sono 5 agenti cubani che sono detenuti nella terra della libertà dal 1998; sono stati accusati di spionaggio e condannati a pene che variano da 15 anni a 2 ergastoli + 15 anni.
    Si erano infiltrati per acquisire informazioni sugli attentati che la mafia cubano-americana, riccamente sovvenzionata dai governi della terra della libertà, attua da almeno 50 anni contro l’isola e che hanno provocato circa 3500 morti e più di 2000 fra mutilati e inabili.
    Mentre invece i responsabili riconosciuti di alcuni di questi attentati (fra i quali l’abbattimento in volo di un aereo di linea), come Orlando Bosch e Luisa Posada Carriles, scorazzano protetti e riveriti per il cosiddetto mondo libero con i sedicenti difensori della libertà a senso unico che si spintonano per sentirsi dire quanto orribile sia la vita a Cuba.

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