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Risposta a Massimo Fini sulle donne

Nonostante Massimo Fini abbia scritto su Il fatto Quotidiano l’articolo "Viva le donne", non posso esimermi dal rispondere scherzosamente al suo pezzo precedente pubblicato daIl Fatto il 27 Marzo scorso, che riporto integralmente attraverso il blog di Antonio Brindisi: http://ilgorgon.blogspot.com/2010/0....

Sotto l’articolo di FIni troverete la mia variazione del suo pezzo. In grassetto le parti che ho cambiato del suo articolo.

Risposta a Massimo Fini sulle donne

"Le donne sono una razza nemica. Bisognerebbe capirlo subito. Invece ci si mette una vita, quando non serve più. Mascherate da “sesso debole” sono quello forte. Attrezzate per partorire sono molto più robuste dell’uomo e vivono sette anni di più, anche se vanno in pensione prima. Hanno la lingua biforcuta. L’uomo è diretto, la donna trasversale. L’uomo è lineare, la donna serpentina. Per l’uomo la linea più breve per congiungere due punti è la retta, per la donna l’arabesco. Lei è insondabile, sfuggente, imprevedibile. Al suo confronto il maschio è un bambino elementare che, a parità di condizioni, lei si fa su come vuole. E se, nonostante tutto, si trova in difficoltà, allora ci sono le lacrime, eterno e impareggiabile strumento di seduzione, d’inganno e di ricatto femminile. Al primo singhiozzo bisognerebbe estrarre la pistola, invece ci si arrende senza condizioni. Sul sesso hanno fondato il loro potere mettendoci dalla parte della domanda, anche se la cosa, a ben vedere, interessa e piace molto più a lei che a lui. Il suo godimento – quando le cose funzionano – è totale, il nostro solo settoriale, al limite mentale (“Hanno sempre da guadagnarci con quella loro bocca pelosa” scrive Sartre). La donna è baccante, orgiastica, dionisiaca, caotica, per lei nessuna regola, nessun principio può valere più di un istinto vitale. E quindi totalmente inaffidabile. Per questo, per secoli o millenni, l’uomo ha cercato di irreggimentarla, di circoscriverla, di limitarla, perché nessuna società regolata può basarsi sul caso femminile. Ma adesso che si sono finalmente “liberate” sono diventate davvero insopportabili. Sono micragnose, burocratiche, causidiche su ogni loro preteso diritto. Han perso, per qualche carrieruccia da segretaria, ogni femminilità, ogni dolcezza, ogni istinto materno nei confronti del marito o compagno che sia, e spesso anche dei figli quando si degnano ancora di farli. Stan lì a “chiagne” ogni momento sulla loro condizione di inferiorità e sono piene zeppe di privilegi, a cominciare dal diritto di famiglia dove, nel 95% dei casi di separazione, si tengono figli e casa, mentre il marito è l’unico soggetto che può essere sbattuto da un giorno all’altro sulla strada. E pretendono da costui, ridotto a un bilocale al Pilastro, alla Garbatella, a Sesto San Giovanni, lo stesso tenore di vita di prima. Non fan che provocare, sculando in bikini, in tanga, in mini (“si vede tutto e di più” cantano gli 883), ma se in ufficio le fai un’innocente carezza sui capelli è già molestia sessuale, se dopo che ti ha dato il suo cellulare la chiami due volte è già stalking, se in strada, vedendola passare con aria imperiale, le fai un fischio, cosa di cui dovrebbero essere solo contente e che rimpiangeranno quando non accadrà più siamo già ai limiti dello stupro. Basta. Meglio soddisfarsi da soli dietro una siepe" di Massimo Fini
 
 
LA MIA RISPOSTA paradossale (l’articolo di Fini "al contrario")
 
Gli uomini sono dei trogloditi. Bisognerebbe capirlo subito. Invece ci si mette una vita, quando non serve più. Mascherati da “sesso forte” sono quello debole. Attrezzati per andare in bagno e basta sono molto meno robusti della donne che vivono sette anni di più partorendo e pulendo, pulendo e lavorando, badando ai figli e pulendo, pulendo casa e accondiscendendo ai mariti “sempre stanchi” che lavorano, che guardano la tv e basta. E fra un po’ andremo pure in pensione come gli uomini senza avere altrettanti diritti. Gli uomini hanno la mente chiusa, ma soprattutto poca spina dorsale. L’uomo fa attenzione ad una cosa sola per volta, la donna è multitasking. L’uomo è noioso, la donna è creativa. Per l’uomo la linea più breve per congiungere due punti è la retta, per la donna è l’arabesco perché ama ciò che è complesso. Lei è insondabile, sfuggente, imprevedibile. Lui pare un morto subito dopo la fase dell’innamoramento. Al confronto della donna il maschio è un bambino elementare che, a parità di condizioni, lei si fa su come vuole. Se l’uomo si trova in difficoltà sul lavoro, allora si fanno girare le voci sulle presunte vivaci relazioni sessuali delle donne, eterno e impareggiabile strumento di sopraffazione, d’inganno e di ricatto maschile per sentirsi superiori. Al primo sentore bisognerebbe estrarre la pistola, invece ci si arrende spesso a seguire l’iter giudiziario. Sul sesso hanno fondato il loro potere mettendoci dalla parte della risposta, anche se la cosa, a ben vedere, molto spesso interessa e piace molto più a lui che a lei (ma lui continuerà ad essere convinto del contrario perché le donne sanno anche fingere, mentre l’uomo si è fermato ad una fase evolutiva precedente). Il godimento delle donne – quando le cose funzionano (cioè quasi mai) – è totale, quello dell’uomo solo settoriale, al limite mentale (“il sangue o confluisce al cervello o al pene” scrive Una Chelasalunga). L’ uomo è baccante, orgiastico, dionisiaco (e quando va male è Gasparri), per lui nessuna regola, nessun principio può valere più di un istinto vitale, basta provare a non farlo mangiare o dormire per un po’. Rimarrà incazzato per ore e ore, l’uomo non sopporta alcuno stress. E’ quindi totalmente deludente. Per questo, per secoli o millenni, l’uomo ha cercato di irreggimentare la donna, di circoscriverla, di limitarla, perché nessuna società maschilista può stare al passo con la profondità del pensiero delle donne libere. Ma adesso che stiamo conquistando una parvenza di pari opportunità gli uomini sono diventati davvero insopportabili. Sono micragnosi, burocratici, manipolatori per ogni diritto che in una società civile dovrebbero condividere con l’altro sesso. Han perso, per qualche posto di rilievo sottratto loro dalle donne dopo anni e anni di fatica e di dimostrazioni di esserne all’altezza contro ogni pregiudizio, ogni onestà intellettuale nell’accettare i cambiamenti sociali, capacità di condivisione, ogni istinto di comprensione nei confronti della moglie o compagna che sia (senza contare le ripercussioni sui figli) ogni volta che si indignano perché la donna guadagna più di loro e frignano perché hanno perso i “pantaloni”. Stan lì a “fare rappresaglie e ostruzionismo” ogni momento sulla loro condizione di depredati della propria virilità e sono pieni zeppi di privilegi, a cominciare dalla facilità d’accesso ai lavori più remunerativi. La donna è l’unico soggetto che può essere sbattuta da un giorno all’altro sulla strada perché incinta. E l’unico soggetto che continuamente deve lottare contro le insidie della Chiesa e della politica che vogliono privarla della possibilità di decidere per sé e della propria sessualità. Per non parlare della difficoltà di conciliare vita lavorativa, familiare e intima al meglio, per non pesare sul marito assicurandogli tutti i confort della vita di prima ovvero quando la donna non aveva altra scelta che fare la casalinga. Alcuni uomini dicono che la donna non fa che provocare, sculettando in bikini, in tanga, in mini (“si vede tutto e di più” cantano gli 883), e anche se fosse? Questo giustifica che le si palpi il sedere in un ufficio? Mettiamoci d’accordo: le donne in questa società maschilista-mediatica sono costrette ad essere belle, magre, ben fornite per avere successo. E poi dovrebbero pure essere molestate senza fiatare, magari ringraziando? Qualcuno dice: “se dopo che ti ha dato il suo cellulare la chiami due volte è già stalking, se in strada, vedendola passare con aria imperiale, le fai un fischio, cosa di cui dovrebbero essere solo contente e che rimpiangeranno quando non accadrà più siamo già ai limiti dello stupro”.
 
Peccato che lo stalking è una forma di tutela prevista anche per gli uomini (se non si informano non è colpa nostra) e poi chi dice che alle donne i fischi per strada piacciano. Notiziona ANSA: ci danno solo fastidio. Basta, gli uomini sono patetici. Meglio l’inseminazione artificiale e perché no imparare ad essere idioti quanto loro. Ma non credo che ce la faremo.
 
Ps: Gentile Massimo Fini, l’apprezzo spesso per quel che scrive. Le do un consiglio se posso permettermi: non scriva più articoli sulle donne. Questo era divertente (la mia risposta ovviamente è scherzosa), ma la sua capacità di analisi è più produttiva in altri ambiti. Non so se il suo fosse sarcasmo nell’articolo o un modo per rimarcare il problema degli affidamenti dei minori nelle separazioni. Mi piacerebbe saperlo per curiosità. In ogni caso la differenza vera tra un uomo e una donna è che nessuna donna avrebbe mai scritto un articolo sugli uomini su Il Fatto. Non ne sentiamo la necessità. Evidentemente Freud ci ha visto male: al giorno d’oggi non c’è più l’invidia del pene, ma forse il contrario.
Cordiali saluti,
Gloria

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