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Risarcire chi ha avuto il cognome italianizzato e ripristinare la toponomastica antefascismo

 
Non solo alberi genealogici drammaticamente azzerati, spazzati via, ma identità plurisecolari affossate nel nome di quella italianità che doveva, anche attraverso la forma del cognome, il suono del cognome, imporre la sua eroica forza, valenza. 
 
Forza e valenza tanto miserabile quanto ignobile che tantissimi cittadini ancora oggi continuano a portarsi dietro nella storia della propria famiglia, nella vita quotidiana di ogni santo o non santo giorno. L'italianizzazione forzata, violenta del cognome che non ha riguardato solo sloveni, che numericamente sono stati i più colpiti, ma anche tedeschi, austriaci e croati. Stesso discorso è accaduto con l'italianizzazione della toponomastica od odonomastica, sia essa nel nome della romanizzazione fascista, sia essa nel nome della italianizzazione fascista. Decine e decine di località che hanno visto stravolta la loro storia, con storpiature, denominazioni inventate, italianizzate tagliando il cordone ombelicale della identità di diverse località. 
 
Certo, sarà solo nel 1991 che con la legge 28 marzo, n. 114 emerse la possibilità in Italia di ripristinare il cognome originario, ed i titolari di questo diritto al ripristino sono le persone già destinatarie del decreto prefettizio con il quale il nuovo cognome e' stato assunto o attribuito, il coniuge ed i parenti ai quali il nuovo cognome e' stato esteso e, comunque, i loro discendenti in quanto anagraficamente registrati con tale cognome. Ma ciò non basta e non può bastare.
 
Non potrà un decreto prefettizio riparare il torto subito, la violenza subita, l'ingiustizia patita, torto e violenza e ingiustizia che per dogma etico non devono conoscere prescrizione o decadenza alcuna.
Penso per esempio al fatto che sia necessaria l'istituzione di una Commissione d'Inchiesta per quantificare con esattezza la mostruosità di questa vicenda tutta italiana così come reputo doveroso da parte dello Stato Italiano risarcire anche economicamente chi ha subito tale nefandezza. D'altronde se Slovenia o Croazia si sono assunti la responsabilità di indennizzare gli “esuli” per fatti certamente non imputabili né alla Slovenia né alla Croazia, se l'Italia è disposta a riaprire la partita intervenendo con proprie risorse per forse incrementare la quota dell'indennizzo, se la Grecia oggi giorno chiede i danni in merito al prestito forzato che il nazismo in sostanza obbligò l'allora Banca centrale ellenica a versare e dunque pretende le riparazioni per l'occupazione nazista durata 4 anni, se sulla questione esuli sono anche stati stanziati nel corso degli anni più di 25 milioni di euro, adottati oltre 150 provvedimenti legislativi di varia natura, ebbene non si capisce perché lo Stato italiano, che tra le altre cose nel proprio ordinamento attuale vede diverse norme vigenti nel regime fascista e volute dal regime fascista essere ancora applicate, non debba riconoscere a chi ha subito simili violenze, a chi si è vista per decenni compromessa la propria identità famigliare, la propria radice famigliare, in via equitativa un trattamento dignitosamente risarcitorio.
 
Non si tratta di monetizzare un proprio diritto, ma di riconoscere un risarcimento danno anche economico a parer mio dovuto, ben tenendo in mente che spesso è proprio quando si apre il portafoglio che il sistema si auto-responsabilizza. A ciò di dovrebbe aggiungere anche un provvedimento d'ufficio adottato dallo Stato italiano consistente semplicemente nel ripristinare la toponomastica e l'odonomastica originaria in tutte quelle località violentate con i processi fascisti dell'italianizzazione e romanizzazione forzata.
 
Marco Barone 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.138) 15 febbraio 2015 10:21

    E’ ancora peggio , Signor Barone.
    Ho telefonato qualche tempo fa la Prefettura di Trieste pieno di buoni propositi e certo che la procedura di ripristino del mio cognome fosse , almeno, gratuita.
    Mi e’ stato risposto che la procedura "prefettizia" , che da luogo al decreto del Prefetto contenente la rettifica, e’ si gratuita MA tutte le successive modifiche (a quel punto rese OBBLIGATORIE dallo stesso Decreto del Prefetto) sono a carico del richiedente.
    In pratica il ripristino del cognome sulla patente, codice fiscale, carta d’identita’, passaporto, tessere varie , inps , catasto urbano .... , con relativi BOLLI , restano a carico mio... come resta a carico mio l eventuale denuncia per "sostituzione di persona" a mio carico nell’eventualita’ che non ottemperi rapidamente all’obbligo di aggiornamento di tutti i miei documenti di cui sopra.
    Alla fine della telefonata avevo gia’ rinunciato:Centinaia di euro da spendere, di fax da mandare, di telefonare da fare, col rischio di non vedersi comunque riconosciuta la pensione dall’inps perche’ ho mutato il codice fiscale oppure di vedersi recapitare una doppia cartella esatturiale da parte di equitalia col cognome slavo una, italiano l altra (cosa che mi dicono e’ successa ad una donna di Trieste)
    Se mi riconoscessero un risarcimento (almeno del bolli spesi) lo farei

    • Di (---.---.---.165) 15 febbraio 2015 12:52

      Una follia allucinante, una indecenza allucinante, un schiaffo allucinante. Queste sono le parole che mi vengono in mente dopo aver letto questo commento e questa denuncia al mio post. Penso che su questo commento ci ritornerò scrivendo un nuovo post specifico perché merita di essere segnalata e denunciata la triste ed indecente cosa.

      mb
    • Di Michele Poccecai (---.---.---.169) 8 aprile 2015 14:48

      Ho ripristinato il mio cognome originario, italianizzato nel ’28, presso la prefettura di Trieste proprio l’anno scorso. Il procedimento é stato gratuito e relativamente breve (solo 3 mesi) iniziato presentando solo qualche documento che avevo recentemente rinvenuto.

      Effettivamente ho dovuto spendere non pochi soldi per rifare tutti i documenti e ho dovuto ovviamente unificare la mia precedente identità con la nuova presso l’agenzia delle entrate e gli uffici previdenziali. Fortunatamente ho riscontrato il più delle volte una buona efficienza nelle procedure e altre volte no (per esempio il mio gestore energetico mi ha costretto a fare un cambio intestazione, come se dovessi girare l’utenza a un altro gestore).
      Sicuramente la mia situazione é stata facilitata dal fatto che ho solo 28 anni e quindi il mio breve passato non ha ingolfato il cambio.
      Il mio consiglio, senza voler fare i conti in tasca a nessuno, é di non rinunciare a riprendersi la propria storia e le proprie radici per motivi, sicuramente validi, di ordine burocratico. Riavere la mia identità originaria é stata una delle emozioni più belle della mia vita. Quando ho avuto la nuova carta d’identità sono rimasto a fissarla per mezz’ora senza parlare. 
      Mi scuso per la mia intromissione. 

      Michele
    • Di Diego (---.---.---.193) 11 luglio 2017 09:35

      E che procedura hai seguito?

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