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Resoconto degli stupri in Europa: dalla Romania alla Svizzera

 

In un recente incontro, il Ministro degli esteri rumeno, Cristian Diaconescu, ha precisato che un accordo con l’Italia prevede il rimpatrio dei suoi concittadini, per scontare la pena in Romania, solo se sono stati condannati in via definitiva. 
 
Se i processi da noi avessero un iter più celere ci potrebbe essere un considerevole sfollamento dalle nostre carceri, visto che i romeni coprono il 12,38% dei detenuti stranieri presenti in Italia. Alla data del 31.12.2008 (fonte Ministero della Giustizia) su 21.562 stranieri in carcere, i romeni erano 2670. Nel 2007 a Roma su 3577 stranieri arrestati i rumeni erano stati 2.689.
 
Il binomio stupro=romeno riempie la terribile cronaca degli ultimi anni ed allora prima di rassegnarmi all’idea che solo i romeni stuprano ho dato per curiosità uno sguardo al rapporto ONU 2006 sulla violenza per apprendere, con sorpresa, che in 89 dei 192 Stati membri la violenza sessuale non viene punita e anche lì dov’è reato non è detto che si riesca a condannare chi lo ha commesso.
 
Tra i posti al mondo dove la donna è più rispettata e questo reato è meno frequente c’è l’Indonesia, dove invece la religione islamica lascia immaginare una totale soggezione della donna (gli stupri li fanno i soldati in guerra, per sfregio o per torturare il nemico), e il Giappone, dove addirittura nella metropolitana, per evitare il fenomeno del palpeggiamento, esistono vagoni “Women only”, “solo per donne”.
 
Non è possibile, per problemi di spazio, fare il giro del mondo ma può essere interessante guardare cosa succede oltre i confini più vicini a casa nostra, tenendo presente che in Italia l’art.609 bis del codice penale punisce la violenza sessuale con una pena da 5 a 10 anni che diventa da 6 a 12 in presenza di aggravanti, quale ad esempio quella commessa su minore dei 14 anni.
 
 
Romania
 
Secondo uno studio citato nel rapporto ONU, la Romania resta tra i Paesi europei quello con l’indice più alto di violenza alle donne, con 2226 casi nel 2003 e 2198 nel 2004. La mentalità dell’uomo romeno – salvo che nelle grandi città - non è cambiata molto e quindi in certi ambienti caratterizzati da povertà, promiscuità, disoccupazione, consumo esagerato di alcol o stupefacenti “la donna è vista come la proprietà assoluta del capofamiglia”.
 
Ogni anno in Romania, soprattutto in campagna, migliaia di donne anziane o minorenni vengono stuprate e percosse. La violenza in famiglia è molto diffusa ma le mogli soffrono in silenzio e quelle che osano chiedere il divorzio vengono minacciate di morte, tanto che il più delle volte la polizia è chiamata dai vicini di casa e non dalle dirette interessate.
 
Il Codice penale romeno, che dopo la caduta di Ceasescu ha abolito l’ergastolo, punisce lo stupro con la reclusione da 3 a 10 anni e, se sussistono le aggravanti, lo stupratore può stare dietro le sbarre anche 20 o 25 anni.
 

Albania
 
In alcune zone dell’Albania le tradizioni ancora legittimano la subordinazione della donna all’uomo. La violenza familiare, subìta mediamente da una donna su tre da mariti e partners, è “considerata normale e tollerata da istituzioni, polizia e apparato giudiziario” .
 
In questi territori vige ancora la legge del Kanun, un codice di leggi creato intorno al 1400 e trasmesso per secoli, oralmente, di generazione in generazione. Si tratta di una vera e propria raccolta delle tradizioni giuridiche e degli usi albanesi di cui determinati strati sociali non riescono a liberarsi.
 
La legge del Kanun legittima la vendetta e quando una famiglia subisce un omicidio si deve vendicare su tutti i familiari dell’altra famiglia entro le prime 24 ore.
 
Secondo un articolo di questo codice il marito ha diritto di consigliare e correggere la moglie, e, quando lei disprezza le sue parole e i suoi ordini, può bastonarla e legarla. Se una donna è stuprata davanti alla famiglia “deve suicidarsi per evitare che il disonore ricada sui consanguinei”.
 
 
Francia
 
In Francia lo stupro è punito con 15 anni di carcere che diventano 20 se lo stupratore è un parente o una persona che abusa della sua autorità sulla vittima. Dal 1990 è riconosciuto anche lo stupro coniugale, intendendosi per stupro “qualsiasi atto di penetrazione sessuale, di qualunque natura esso sia, commesso sulla persona attraverso la violenza, l’obbligazione, la minaccia o la sorpresa”
 
Anche in questo Paese i dati sono allarmanti con 14.000 casi di stupro nel 2005, di cui molti avvenuti nel quartieri periferici, le banlieues, dove si assiste con sempre maggior frequenza al fenomeno degli stupri collettivi.
 
 
Belgio
 
In Belgio il reato di stupro è stato riconosciuto solo nel 1989 e prevede una pena fino a 20 anni di carcere. Secondo il citato rapporto ONU vengono denunciati in media sette casi di violenza al giorno di cui il 50 per cento riguarda donne di oltre 18 anni. Quelli conosciuti, secondo gli addetti ai lavori, sarebbero un terzo di quelli effettivamente consumati. In sede processuale solo una percentuale di circa il 40% arriva ad una condanna. Tre volte su quattro lo stupro viene commesso da persone conosciute e il colpevole va ricercato nell’ambito familiare allargato o sul luogo di lavoro, senza distinzione di ceto o di razza.
 

Germania
 
Ogni giorno viene violentata più di una ventina di donne. Nel 2005 ci sono stati 8.133 stupri, 6.519 violenze sessuali su donne tra i 20 e i 60 anni e 13.962 su bambini.
E questo in un posto dove solo uno su 20 viene denunziato. Il 33,4 per cento degli stupratori stranieri è di origine turca, seguiti dai serbi e dagli italiani.
Le pene vanno da 1 a 10 anni con un minimo di 5 anni se la violenza è stata commessa con armi. E’ considerata naturalmente aggravante la violenza di gruppo.
 

Gran Bretagna
 
Secondo le statistiche del Ministero degli Interni inglese le donne stuprate nel 2004-2005 sono state 13.322 cui si aggiungono 19.000 episodi di molestie sessuali. La maggioranza delle donne comunque non presenta la denunzia e due terzi di quelle che lo fanno la ritirano prima di arrivare in tribunale. Forse anche per questo il 94 per cento dei colpevoli resta libero.
L’archiviazione è ricorrente se risulta che la vittima e il colpevole già si conoscevano.
 
 
Russia
 
Secondo i dati riportati nel rapporto, il 40% delle donne sposate è soggetta a violenza fisica da parte di mariti ubriachi ma non arrivano al 10% quelle che li denunziano perché è necessario non solo riempire dei questionari dalla polizia ma anche andare in ospedale per farsi fare la certificazione medica.
Nella maggioranza dei casi “i mariti che violentano o picchiano la propria moglie non vanno incontro ad alcun tipo di persecuzione da parte della legge. Uno dei motivi è che la legge russa non riconosce la violenza domestica come un crimine distinto”.
 
I mariti non vengono considerati colpevoli e la polizia liquida le denunce come “affari interni alla coppia”.
E questo in un Paese dove già dal giorno prima dell’8 marzo, Festa della Donna, non si trova più una rosa neanche a pagarla a peso d’oro perché le donne quel giorno, semel in anno, vengono sommerse di fiori.
 

Svizzera
 
La Svizzera ha la normativa antistupro più severa d’Europa ed è previsto l’ergastolo per “criminali sessuomani o violenti, particolarmente pericolosi e refrattari alla terapia”.
Dal 2004 la violenza sessuale domestica, all’interno della coppia legalmente riconosciuta o di fatto, eterosessuale o omosessuale, è perseguibile d’ufficio, e non solo in seguito a querela da parte della vittima. Questa può abbandonare il tetto coniugale in caso di pericolo così come la Polizia può allontanare da casa il marito per almeno 30 giorni.
Nonostante tale severità nel 2005 ci sono stati 646 stupri.
 
 
Polonia
 
Fino a 10 anni fa lo stupro era considerato un reato secondario, un crimine contro la moralità e addirittura in qualche processo si era valutato se “l’atteggiamento provocatorio delle vittime” avesse influito sul comportamento del colpevole.
Con l’ingresso in Europa, Varsavia è stata invitata a rivedere la normativa e la pena è stata portata a 12 anni.
Nel 2005 ci sono stati comunque 1987 casi di stupro, considerati dagli osservatori di dieci volte inferiore a quello reale
 
 
Dopo questo breve giro panoramico, si deve solo constatare che la violenza sulle donne è un fenomeno connesso alla bestialità dell’uomo, l’uomo senza confine perché il crimine non ha bandiere. Sapere che 89 Paesi al mondo sui 192 facenti parte dell’ONU non puniscono questo reato ci dice che per la donna la dignità e il rispetto sono obiettivi culturali ancora tutti da conquistare. 

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.234) 3 novembre 2009 21:33

    Finalmente dei numeri e non le solite chiacchiere...

    è ora di finirla con il buonismo infantile fintamente corretto, perchè scorretto nei confronti delle vittime..

  • Di vins (---.---.---.84) 4 novembre 2009 07:19

    Vi racconto un episodio molto significativo:
    Degli amici avevano una gatta che era molto aggressiva con tutti, quindi anche con me; ogni volta che tentavo di accarezzarla dopo un attimo mi artigliava. Un giorno era "in calore" aveva perso l’aggressività e cercava carezze a tutto spiano.
    Io credo che una mente serena e non asservita, debba ammetere che la "bestialità" di alcuni uomini è molto favorita da un certo ormone, disconoscere l’influenza della chimica nel sangue, non aiuta a capire.

    Quando non si chiudevano entrambi gli occhi (per essere tutti bambini bravi e candidi angioletti) il problema veniva pragmaticamente riconosciuto e le "case di tolleranza" erano legali:
    certamente questo salvava alcune o molte donne (magari mia figlia o tua figlia) dalle "bestie". 
    Poi intervennero i benpensanti e........debellarono la prostituzione ovviamente solo quella controllata; poi ancora pensarono bene di castrare virtualmente i maschi assoggettati al testosterone che ancora tentavano di copulare e gli affibiarono lo spettro del reato di "favoreggiamento della prostituzione", nel mentre ovviamente le prostitute erano solo vittime perché una donna, anche se sceglie di fare la prostituta non può che essere vittima: è donna! .
    Strano che il discorso della drammatica influenza degli ormoni nel sangue non venga recepito da molta parte dell’universo femminile, proprio quello che è soggetto a frequenti sbalzi degli stessi ormoni, con conseguenti sbalzi di uomore difficilmente controllabili.
    Malignando si potrebbe pensare che l’uomo tenuto "a stecchetto" (fuori dal matrimonio o nel matrimonio) è un uomo assoggettato e controllato, quindi: va magnificamente bene così!........
    Volendo fare un paragone chiarificatore, è come se si costringesse in mille modi un essere umano alla fame, per poi incriminarlo e punirlo quando ruba del cibo; non sarebbe meglio favorire delle alternative?
    Facciamo arrivare in modo incontrollato centinaia di migliaia di extracomunitari: poveretti spiantati, senza soldi, soli e senza donne; nel mentre si arrangiano da soli per qualche anno... intanto gliela si butta in faccia in tutte le salse: TV; cartelloni pubblicitari; decoltè;pantaloni a vita bassissima etc. . Le bestie!

  • Di (---.---.---.250) 23 dicembre 2009 11:22

    Non credevo che AgoraVox fosse uno strumento reazionario e xenofobo che pubblica articoli inneggianti alal romenofobia cercando di dimostrare scientificamente che lo stupro è nel DNA dei romeni. Vergogna! 

  • Di Lady M (---.---.---.106) 18 gennaio 2019 07:23

    È assurdo come il genere femminile sia costretto a subire così tanta violenza. Quello che noto non solo in questo articolo sono numeri, numeri e numeri (una piccolissima parte di denunce) di orrori che in maniera trasversale investono tutto il mondo. Sembra quasi, quello della violenza, ogni tipo di violenza, dalla violenza economica, morale, sessuale, ecc, un fenomeno legato alla genetica maschile. Tuttavia, ho incontrato un sacco di maschi sensibili, rispettosi, che investono fantasie in progetti seri, sia della sfera privata e professionale,e non in idee "originali" di come umiliare le donne e riducendole al loro giochino preferito. È per questo che a condannare moralmente queste bestialità, prima di tutto, dovrebbero essere i maschi. Devono prendere le distanze da questi criminali e psicopatici difendendo l’immagine del genere maschile che viste le percentuali......fa paura! Le critiche a comportamenti stravaganti da parte delle donne verrebbero recepiti come le classifiche lamentele delle femministe che chiedono troppo.....cioè che il maschio non sia sinonimo di bestialità ma rispetto e amore.

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