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Re[visione] e riporto alla Politica attraverso la Religione (Andata e forse ritorno)

La sventura del potere ai movimenti di ispirazione marxista, in Italia, è stata allontanata nel recente passato dal fronte -attenzione- democristiano, (DC) laddove questo Partito attivo fino al 1994 e all'epoca facente parte della famiglia politica di centro e centro-destra europea (PPE) non solo si è avvalso della attiva componente religiosa, vedi Comunione e Liberazione (CL) ma anche di un aiuto vitale proveniente dalla libera e moderna intelligencija raccolta intorno a un intellettuale di spicco di nome Indro Montanelli.

I dati delle dodici consultazioni elettorali in cui la DC fu presente parlano chiaro: dal 1946 al 1992 la media dei voti per i centristi è fissa all'incirca al 35% (!)

Questo preambolo corroborato da dati incontrovertibili, è -per così dire- ispirato a una lettura del saggio-inchiesta "I liberali cristiani all'appuntamento con l'Europa" (Editoriale Nuova) dell'esperto Alberto Pasolini Zanelli, libro di fine anni settanta scritto magistralmente dall'uomo più adatto del momento, per parafrasare la puntuale prefazione del Montanelli a lui siffatto dedicata.

Oltre la prudenza e dentro e fuori il provvisorio novo limes della Comunità Europea di quel momento storico, il testo che non poteva includere e forse nemmeno sperare (questo sarà il mio unico cenno polemico verso l'Autore e il suo "Maestro") dell'implosione dell'Unione Sovietica e del crollo del muro di Berlino, traccia in maniera oso definire profetica ma che sicuramnente è solo prezioso segno di grandi doti giornalistiche, un duplice paradosso, un'inquieta domanda per cui non è il "tempo galantuomo" da dover considerare per questa mia proposta ma, la componente religiosa perfettamente descritta e che al tempo dello scrivente era e fu nel totale della popolazione europea la fede Cristiana.
Leggiamo:

<< Non solo la comune fede non basta a fare dei partiti cristiani una forza omogenea, ma alcuni di essi, per una sorta di radicata ostilità contro il mondo moderno, contrastano la società industriale avanzata e rifiutano, in nome del pauperismo, il benessere e l'efficienza. Un vizio dal quale non è immune la DC italiana.

Per noi cattolici, il titolo di merito è la povertà, concepita come elevazione spirituale: di qui l'abominio del profitto, il populismo con la sua inevitabile demagogia, e l'economia di La Pira fondata sul saccheggio delle proprietà pubbliche e private non per sollevare i diseredati dall'indigenza, ma per renderla generale >>. 

In queste parole, a semplificare il fondamentale testo altresì utile per capire l'Unione di oggi, innegabile e coraggioso scritto diretto all'affronto ideologico non del Comunismo e basta, ma di ciò che la dottrina socialista imponeva e dovrebbe -mi si permetta- imporre, si evince di una componente quale la pietas e la caritas per combinarle insieme, impliciti sentimenti del dogma cattolico, la rovinosa natura di ogni modello politico, sociale; il protestantesimo, la Chiesa di Stato e quel codice genetico delle popolazioni nordiche sono in qualche modo "avvertite"...

L'alternativa di svolta, la attenta critica che proponeva un'attenzione particolare per l'atto conclusivo, certamente non per campanilismo, viene indi proposta nel inappuntabile saggio per mezzo di uno scrittore politico austriaco, Alfons Dalma, il quale vide nell'Italia -rovesciando il termine di compromesso storico- "la cambiale dell'Illuminismo", il prezzo che si doveva pensare di pagare in maniera esclusiva tra cristianodemocratici e liberali: poco importa oggi di Berlinguer e di Moro; nulla di irripetibile è stato fatto dovessimo escludere per onestà intellettuale la conferma della costante (in ogni epoca) fruttuosa "semina spirituale" nel produttivo campo dell'umana ragione.

La Religione rimane nell'essenza della politica e per meglio dire del "sistema politico", con buona pace dei laici di ogni epoca e con poca serenità degli attivisti marxisti e degli irreperibili anarchici, i quali, tutti, avrebbero di che consolarsi al cospetto dei governanti di "mezza Europa" e molto oltre, fautori questi ultimi di indecisioni e procurata insicurezza frutto della larga ignoranza che li distingue in materia di Religione. (Soprattutto per l'ardire donchisciottesco di voler trattare con la gerarchia ecclesiastica pensando l'Europa sia ancora soggetta a quel dominio spirituale, mal valutando o forse sopravvalutando il paganesimo e il liberalismo nordico che abolì pure l'inferno con Grundtvik; il tutto condito dal bye bye del Regno Unito).

Il punto della situazione:
non più alle porte ma sotto casa c'è l'Islam, la profetica Rivelazione Ultima; strozzato, ricostruito nei complementi alla bisogna da una Comunità quasi disperata e in una condizione che rasenta il sottoproletariato, l'Islam denigrato e oscurato e mai invitato a dialogare dall'Europa al momento è silente, muto per ragioni d'età delle prime e seconde generazioni qui arrivate con fatica e senza mezzi. Dall'altra abbiamo tante organizzazioni spesso senza scopo di lucro che "gestiscono anime" (spesso in osmosi con quelle che apertamente e legalmente lucrano per poter utilizzare ingenti crediti spendibili per le attrezzature "eccetera") con Cooperative Sociali di cui l'identità Cattolica e Cristiana è chiara e soprattutto unica.

Triage certamente e mai Status Quo... Ma... ho scritto Status?!

A voler capire oltre, c'è "Mā shāʾ Allāh (XXI century schyzoid man)", Edizioni del faro, ISBN 9788865377017 (https://www.edizionidelfaro.it/libro/ma-sha-allah)
Se no, Vi rimane "I liberali cristiani all'appuntamento con l'Europa", e non è poco. Anzi.

Lucaa del Negro
per "Gli sComunicati", 20 Febbraio 2020
(Twitter: @MshAllh_theBook)

 

Foto: Fondazione Montanelli/Wikipedia

 
Questo articolo è stato pubblicato qui

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