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Coronavirus - Economia spiccia: Il vaccino

 

L'appunto che promuovo, nel mezzo di questa emergenza sanitaria (at sperate deos memores fandi atque nefandi) e che parimenti dai parlamentari di questo Paese con fare retorico ma ostentato è tradotta nel termine guerra, (prego una rilettura di questo articolo) è inaspettato per la mia posizione ignorante in materia; tuttavia, ciò che mi preme è il proporre oltre i dati incontrovertibili che segnalo, un ripensamento, una rinnovata presa di posizione difronte ai commenti che ho captato dai media nazionali, parole che provengono da autorevoli studiosi, giornalisti, tecnici e professionisti schierati politicamente e no: pena la sconfitta già annunciata del Paese Italia, e, praticamente di (quasi) tutti noi sudditi.

L'unica forza che questo Governo dimostra, fuori dalle polemiche sterili che affondano i social network in particolare, è quella di servirsi attivamente di una propaganda a trecentosessanta gradi e, questo fare -badate- è contemplato in guerra, lo capisco bene; pur non lo volendo apprezzare, infatti, ci si può e ci si deve adeguare a questo modus operandi, infatti, se dovessero aggiornarci con i numeri esatti dei decessi dal corona-virus (allargando il "denominatore", facendo il "tampone faringeo"...) e sulle stremate strutture ospedaliere di quel "modello sanitario" (?!) letteralmente fuori controllo nonchè fulcro di infestazione e amplificazione di contagio a causa della impreparazione al controllo epidemico oltre la mancanza di semplici dispositivi di protezione, potremmo farci tutti prendere dal panico o quantomeno stringerci alle parole dei medici di base che malgrado tutti gli sforzi, trovano con coraggio le parole per denunziare questa situazione, vedi il video drammatico di questa dottoressa eroina (utilizzo i termini adeguati?) (https://youtu.be/dlMFarrhQFg) e la lettera aperta dei medici dell'Ospedale "Papa Giovanni XXIII" di Bergamo, pubblicata sul "New England Journal of Medicine Catalyst Innovations in Care Delivery", dal titolo "Nell'epicentro di Covid-19" che riporta in evidenza: "Qui l'epidemia è fuori controllo!"

Il Governo Conte, il Governo PD-M5S, però, non si discosta molto da quelli precedenti in fatto di esasperazione burocratica e scarsa capacità di informare dettagliatamente i cittadini, considerato che nemmeno l'emergenza in atto, quella che legge una media giornaliera di vittime impressionante e che considera carri militari stranieri per le vie di Roma quasi una normalità, alla luce del quarto modello di autocertificazione in dieci giorni valido per circolare, sia... come dire... momento utile per un cambio di direzione.

La "potenza di fuoco" governativa, in realtà, non è poca cosa se pensiamo agli schieramenti militari e non messi sul territorio, e l'unica attenuante generica che gli si può dare è che la pastoia legislativa che regola le Regioni e lo Stato centrale, materia che certamente non si può avocare in toto a questo Governo, sia davvero quella melma che impedisce un'azione efficace.

Ma... ritornando alla guerra... non dimentichiamo che il nemico virus -sebbene non è essere vivente- uccide (quasi) senza si sia posta una minima difesa, almeno questo è quanto si può udire dai concittadini lombardi e soprattutto quelli della Bergamasca, i quali continuano a resistere e lottare per avere addirittura una semplice bombola di ossigeno, addì 27 marzo 2020, quasi due mesi dopo i primi casi accertati e le "zone rosse" in quel tempo segnate.

Il Governo, insomma, ripropone un'azione che non è così straordinaria quanto invece con retorica efficace sbandiera, non differente o così differente da quelli che prima abbiamo scelto democraticamente, laddove abbiamo un problema serio, uno che potrebbe davvero affossarci (quasi) tutti, contagiati e no, dicasi -piaccia o no- "opposizione politica".

Alle domande incalzanti al leader On. Matteo Salvini (capo di una forza politica che in teoria ha la maggioranza del Paese!) fatte dal giornalista Formigli nella trasmissione "Piazza pulita" di giovedì 26 marzo c.a., questi non risponde a quella precisa se egli intende collaborare con il Governo oppure opporsi e proporre una qualche alternativa e nemmeno in subordine a indicare esattamente dove Conte sta sbagliando: "abbiamo fatto..." e "non ci ascoltano..." e "il Parlamento è chiuso..." e "siamo il modello a cui tutti si rivolgono..." (?!) sono i soliti slogan, stendendo ora e qui un velo pietoso sulle autoproduzioni multimediali di qualche settimana or sono fatte attraverso i social, e di cui non vale davvero la pena di citarne i passaggi.

E' gravissimo questo e lo è perché stiamo rincorrendo il corona-virus tutti insieme invece di anticiparlo, soprattutto perchè senza seria e ragionata opposizione alle politiche probabilmente confuse di questo Governo incartatosi sulla forzata chiusura di tutto e tutti, siamo entrati in un vortice ipnotico e paralizzante.

Alcuni giornalisti e commentatori economici, tra cui Alessandro De Angelis, il Direttore Emilia Urso Anfuso che mi ospita, Carlo Calenda -uomo di dubbia capacità politica per quanto riguarda il consenso ma certamente abile industriale- e Mutti e il finanziere Forchielli e il Pres. di Confindustria Boccia per fare qualche nome, tentano di alzare la voce su questo enorme macigno che farà con pochissimi dubbi sprofondare l'Italia.

Le grida di aiuto, le accuse generalizzate verso un Europa vista in una chiave melodrammatica insensata e stupida quanto basta, non saranno minimamente efficaci difronte alla politica economica del medio e lungo corso ostentiamo a non scrivere e che ci viene altresì richiesta! Quale tipo di solidarietà vorremmo avere dai Paesi che insieme a noi -ai tempi delle "vacche grasse"- hanno schiacciato la testa alla Grecia, alla Macedonia, alla Moldavia, alla Bosnia, al Kosovo,alla Serbia, al Montenegro al... mondo balcanico tutto e al sud del mondo?
Anticipare il corona-virus significa predisporre di un piano e più piani di investimento e di pianificazione: dove riaprire? Come farlo? Quale sarà il grado di sicurezza per i lavoratori per non rischiare di riattaccare le fasi del contagio? Autarchia (obbligata e con lucro irrisorio -leggi di bancarotta- se le riconversioni di Stato avranno fatto il loro corso) o rapporti commerciali con l'estero? Quali infrastrutture potranno essere privilegiate?

Oppure si pensa che (non avendo perfettamente compreso che cosa si intende nell'Industria e nell'artigianato con "filiera") l'agro-alimentare attraverso la consueta pratica dello sfruttamento negriero praticata nel mezzogiorno inonderà di ricchezza le nostre tavole?
Ai produttori di latte daremo che cosa ad esempio per un litro? Riso padano?
Mangeremo pomodori conditi con... pomodori? Riapriremo la SIP per autoprodurre un pseudo-telefonino? Taranto la renderemo "fosforescente" perché possa produrre n-tonnellate di acciaio al giorno per venderlo a chi? 
(E l'Alitalia?)

Queste semplici domande sono tutt'altro che polemica gratuita o, mancanza di rispetto e dubbia moralità verso chi soffre o addirittura sabotaggio: ripeto, tutt'altro! La gestione che in guerra (sì, hanno confermato questa è guerra!) s'è fatta e si deve fare è circoscrivere le zone di battaglia (CHIEDERE AIUTO e smetterla di voler fare "da soli" considerate le perdite!) e continuare dove è possibile a fare "resistenza":

RE-SI-STEN-ZA

Il mondo non è socialista o comunista oppure una grande onlus come alcuni -senza offesa- sprovveduti pensano: il mondo in cui viviamo è capitalista; il profitto è il fondamento, il dogma se volete farvelo piacere. Proprio in questo momento, gli Stati che non soccombono -fintanto non soccombono- stanno lavorando e, non offriranno nulla in cambio che non sia una semplice contrattazione di mercato, laddove le riserve di danaro -oro semmai- e le infrastrutture (comprese quelle dei posti letto "veri" negli ospedali), saranno l'unica moneta per sopravvivere e, quella con cui comperare al prezzo il più basso possibile quanto c'è di meglio ritrovandosi "padroni".
Il nostro Paese con il debito pubblico più alto del Pianeta e così malamente ridotto, a furia di Dpcm e contrattazioni sindacali inaudite, oltre a contingentare la libera uscita, immobile, con i salari agli statali e le pensioni da erogare mensilmente, che cosa può pretendere con l'unico refrain a disposizione "io sto a casa"? Militari fuori dai supermercati come alcuni analisti di mercato e sociologi paventano nel breve termine? Buoni pasto da erogare? Orde di emigranti magari in quella Svizzera che a 90 Km. dai focolai lombardi conta in totale "20 morti" e senza che non si sia ancora aperta -aggiungo per capire- un'inchiesta fuori dal regime di propaganda?

Domande...

Le domande, come una ricercatrice ha evidenziato in queste ore, sono le sole uniche possibilità che gli scienziati hanno e, senza di queste, essi non si possono mettere al lavoro; dalla formulazione di domande gli scienziati possono cercare risposte: una di queste sarà quella giusta.

Chiamiamola "cura" o con altro nome, essa potrà avvenire senza che al momento ci sia una data precisa benché al momento noi abbiamo già una cura che è probabilmente "vaccino" in considerazione che non è questo un periodo unico e potrà ripresentarsi. Il vaccino quindi è -deve essere- l'immediata risposta politica ed economica da indicare al Paese, mentre tutta quell'enfasi riassunta con il ritornello "andrà tutto bene" sconfinata inaspettatamente nelle parole che si avvertono indirizzare verso quei Paesi i quali non hanno subito l'epidemia in questa grave forma come fosse rabbiosa esternazione di un moribondo incivile e rancoroso che auspica la sofferenza che prova agli altri -e mi riferisco alla dottoressa Gruber che nelle ultime ore ha raccolto esternazioni di questo calibro dette apertamente dal giornalista Severgnini e da altri validi suoi colleghi- non si può davvero ascoltare perché inammissibile per ogni essere umano e soprattutto credente.

Meglio è, tanto meglio è -se di imprecazioni vogliamo intendere- seguire le ultime battute nichiliste del Prof. Cacciari: "non impareremo nulla da questa maledetta situazione; assolutamente nulla: finito questo buio periodo ritorneremo a fare le stesse cose abbiamo sempre fatto, con il cervello che abbiamo da milioni di anni."

Con questo lineare pensiero mi congedo e probabilmente per molto tempo da queste pagine;
il nichilismo ha un certo fascino per il sottoscritto, operazione mentale perlopiù reazionaria, utile a me per capire quello che non si vuol capire. Attraverso un'armatura costruita sulla spietata forza primaria e vitale che in queste ore e in questo Paese non fatico a intendere e tradurre, una frase non così alta come quella dell'illustre filosofo rieccheggia nella mia testa, e che se non sbaglio, in un improvviso segno di speranza che Vi rivolgo (usate questo link!) si scrive così:
"si salvi chi può!"

del Negro Lucaa, Autore de:
https://www.edizionidelfaro.it/libro/ma-sha-allah e della novella "Il Pollo e, la Volpe".
(In preparazione -speriamo bene!- "Quaderno di guerra" come coautore e "MI GRA RE", astratto d'umano.)

In calce una selezione di articoli apparsi per questa rivista e disponibili anche su "Agoravox Italia" a cura dell'Autore; un commento, qui e/o su Twitter, nei link che contengono questo articolo e gli altri segnati sono preziosi come lo è una donazione per il sostentamento. Tant'è. Grazie di cuore; STAY HEALTHY!

https://www.agoravox.it/Re-visione-e-riporto-alla-Politica.html
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https://www.paypal.me/LUCAAautore

Foto di Vektor Kunst iXimus da Pixabay 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Lucaa (---.---.---.234) 6 aprile 2020 22:08
    Lucaa

    Scrivo qui e in qualità di Autore dell’articolo sprovvisto di Facebook, con modalità apparentemente disordinata a quanto sembra...
    (Ringrazio pubblicamente il Direttore E. Urso Anfuso de "Gli sComunicati" che tramite questo giornale mi sostiene su AgoraVox)

    Grazie del feedback, Angela...
    Oggi è indispensabile farsi sentire e, porre domande.
    Sembra banale ma questo tempo, così carico di possibilità di essere visibili, in realtà consegna tanti silenzi, tanti interrogativi.
    L’impressione che ho, è che una certa "intellighenzia" sia scomparsa e questo già molto prima della comparsa del corona-virus.
    Ciò che affermi e con la sofferenza che colgo senza dubbio, sono domande che voglio aggiungere a quelle che mi ritrovo e che aspettano di essere colte.
    Ora siamo in piena emergenza e, suona tutto polemico, me ne rendo conto; il capitalismo centra poco comunque perché "il mondo si regge sul libero mercato", piaccia o no questo e, tutto sommato non è questo sistema economico e politico la somma responsabilità di tutto perché se andiamo a guardare i fatti semplici e che sono la cronaca, vediamo con poca possibilità di errore che siamo difronte a piccola e grande criminalità, laddove la responsabilità cade sopra l’elettore in qualche modo, considerando che non abbiamo avuto i militari alle urne.
    Ma... ora no e, non voglio nemmeno fare demagogia o suscitare spiriti populisti. Ora no. Mi soffermo "prima", molto "prima", per questo brutto momento.
    Non è facile e, nemmeno capire con certezza che vorremmo poter intendere con il "prima"... forse con il "noi"... come società, come organizzazione civile...
    Forse.
    Ne riparleremo, se Dio Vòle.

    Per ora, facciamoci domande e, poche illusioni: il mondo sarà "dopo" esattamente come il "prima" e cioè oggi.

    "Si salvi chi può" per ora lo tengo stretto.
    Poi ce ne libereremo... semmai.

    Lucaa

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