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Rassegna stampa sull’inceneritore

Facciamo un po’ di storia riprendendo gli articoli usciti qualche mese fa sulla stampa locale. Spesso infatti tutti noi ci dimentichiamo facilmente dei fatti e delle dichiarazioni, nel giro di poco tempo.

E allora intanto rileggiamo questi:

«Non c’è stata emissione tossica» 20-07-08, IL TIRRENO
PIETRASANTA. «Nessuna fuoriuscita di diossine, nessun pericolo per la salute pubblica. Il malfunzionamento di una linea del termovalorizzatore ha riguardato la parte della caldaia e l’emissione anomala di monossido di carbonio, un gas volatile. Nulla però di preoccupante per la salute, lo ripeto, come certifica uno studio-simulazione già compiuto dal Politecnico di Milano». Ettore Neri è sindaco di Seravezza ma parla con l’autorità di presidente del Consorzio dei rifiuti nato tra i Comuni della Versilia. A lui i sindaci versiliesi hanno delegato il compito, dopo una riunione alla presenza dei tecnici della commissione che segue da vicino la gestione dell’inceneritore e dell’assessore provinciale Maura Cavallaro, di spiegare che cosa è accaduto e cosa sta accadendo. Le sue prime parole non sono per le conseguenze tecniche ed ecomomiche del blocco repentino di una linea dell’impianto ordinato da Veolia, la multinazionale francese dei rifiuti che ha acquisito tutto il ramo ecologia italiano di Termomeccanica- Tev, ma sulle possibili ripercussioni sulla salute pubblica. «Non ci sono state emissioni nocive», rassicura. Una passo indietro per capire la vicenda che ha anche un lato giudiziario, ancora tutto da valutare. A maggio, fine maggio, i tecnici di Veolia si accorgono che esiste una anomalia tra i dati rilevati da Arpat e quelli dell’autocontrollo interno dell’impianto per quanto concerte il reparto caldaia. Scatta una indagine interna e si attiva anche la consulenza tecnica del Politecnico di Milano. L’anomalia, si scopre, è un malfunzionamento di una linea che sarebbe dovuta andare in manutenzione a fine estate. L’azienda a quel punto blocca la linea, sospende il funzionario a capo dell’impianto e denuncia il fatto ai sindaci e alla Procura. Alla Procura perchè si indaghi, in sostanza, se c’è stata negligenza o dolo nel comportamento del funzionario. E la Procura ha messo le mani sul Pc del dirigente. Un comportamento deciso, netto, quello dell’azienda che evidentemente non imputa ad un semplice guasto l’anomalia della linea. «Di questo lato della vicenda sappiamo poco o nulla. E’ compito della magistratura far chiarezza - spiega il presidente Neri - A noi interessava e interessa sapere se il malfunzionamento ha immesso nell’aria sostanze tossiche e per quanto tempo. Gli accertamenti fatti ci rassicurano su questo fronte: il malfunzionamento non ha inciso sui valori delle emissioni di sostanze tossiche, dalle diossine alle polveri, i cui dati sono tutti nella norma. Si è riscontrato invece un problema sulle emissione di macroelementi come il monossido di carbonio. Ma lo studio fatto dal Politecnico, prendendo in considerazione i valori più di monossido, le peggiori condizioni climatiche e altri fattori, dimostra, in base ad un modello matematico, che la ricaduta al suolo dà valori di 100 contro i 10000 di massimo consentito, ampiamente nella norma. Nel contempo l’Arpat sta facendo altre analisi di controllo». Fatto salvo il parametro sicurezza restano il problema economico e quello operativo. «Al momento anche con una linea sola riusciamo a garantire lo smaltimento del cdr prodotto dai rifiuti versiliesi. Avremo dei problemi ad accettare rifiuti dalla Provincia. La linea bloccata tornerà in funzione probabilmente a dicembre - dice Neri - Abbiamo chiesto a Veolia un incontro urgente e non solo sulla tariffa ma anche sui controlli e altri aspetti del contratto». E tra i sindaci serpeggia di nuovo l’idea (la Versilia spende circa 20milioni l’anno di solo smaltimento) di vedere se Veolia è intenzionata a vendere l’impianto per avere un controllo diretto sulla gestione ma alla fine anche risparmiare.

«Basta, quell’impianto va subito fermato» 20-07-08, IL TIRRENO

PIETRASANTA. «Ora basta sono anni che subiamo queste continue e pericolose anomalie dell’impiano del Pollino. Non sono sufficienti le solite postume rassicurazioni ogni volta che succede qualcosa di grave. Invito, nuovamente, tutti gli enti Regione, Provincia e Comuni ad assumersi fino in fondo le proprie responsabilità e procedere, come più volte promesso, alla chiusura dell’inceneritore per evidenti ripetuti mafunzionamenti». Così Marco Bonuccelli, capogruppo provinciale di Rc, secondo il quale «le alternative esistono e molti comuni, anche in Toscana e Versilia, lo stanno dimostrando, una raccolta “porta a porta” a tappeto e una migliore attenzione posta nella produzione dei beni consentirebbe tagli drastici degli impianti d’incenerimento che invece purtroppo, vedi Napoli, vengono ancor oggi, in barba ai cittadini, considerati delle valide alternative da politici e amministratori senza scrupoli».

Il comitato ambiente: «Una perizia sul termovalorizzatore del Pollino» 23-07-08 IL TIRRENO

PIETRASANTA. Convocare, già nei prossimi giorni, un incontro in Provincia con Arpat, Comune e rappresentanze delle associazioni e poi ancora nominare una commissione demandata a redigere una perizia procedurale sull’impianto. La fuoriuscita di monossido di carbonio, resa nota nei giorni scorsi, da una delle due linee operative dell’inceneritore del Pollino preoccupa, e non poco, l’Associazione per la tutela della Versilia. «Siamo alle solite: dopo lo sforamento del febbraio scorso sulla linea 1 ecco che, a distanza di 50 giorni dall’accaduto, veniamo conoscenza di una nuova anomalia, questa volta relativa al monossido di carbonio. Ci dicono che è tutto normale, che la situazione è sotto controllo, però poi la linea 2, dove si è verificata l’anomalia viene poi chiusa per 6 mesi. Non è una contraddizione? Risultato: in estate, periodo di massima funzionalità operativa dell’inceneritore - spiegano dall’associazione - risulta in attività una sola linea, mentre viene sospeso un dirigente che per anni ha lavorato per conto dell’azienda. Il quadro, nell’assieme, ci sembra sicuramente inquietante». Nel mirino della critica anche il sindaco di Seravezza Ettore Neri, presidente del Consorzio dei Comuni per i rifiuti. «Leggiamo sui giornali che si sta ricredendo sull’idea dell’impianto modello al Pollino. Ben arrivato Neri: e dov’eri fino ad oggi quando segnalavamo le diverse incongruità presenti all’inceneritore? Da 5 anni parliamo dell’esigenza di applicare serie verifiche sul funzionamento e la manutenzione dell’impianto, ma non ci arrivano mai risposte. Neri, alla pari di altri, poteva quanto meno prendere in considerazione le nostre istanze, che non sono mai allarmistiche, ma basate su fatti concreti. A questo punto esigiamo, alla luce degli ultimi fatti, una convocazione a breve di un incontro che dovrà vedere presenti Provincia, Arpat, Comune a associazione». «Al tempo stesso riteniamo prioritaria l’istituzione di una commissione che dovrà elaborare- continuano dall’associazione - una perizia procedurale sull’impianto: in realtà, l’amministrazione Mallegni in passato, aveva commissionato una perizia ben articolata allo studio Galletto con annessa relazione del professor Timidei. Cosa ne è stato di questa relazione, però, non è dato sapere, visto che a nostra precisa richiesta il Comune ci ha risposto che probabilmente è andata persa. Siamo allibiti: si sono spesi soldi dei contribuenti e poi si perde una relazione sicuramente di grande significato. Ma i cittadini quella perizia la esigono: nell’attesa che salti fuori, si vada verso la nomina di una commissione, perché molta chiarezza deve essere ancora fatta sull’impianto. E’ una priorità visti gli ultimi, preoccupanti, episodi». Intanto domani mattina a Firenze, in Regione, si svolgerà un incontro con i sindaci della Versilia e coi rappresentanti di Veolia, l’azienda che gestisce il termovalorizzazione di Falascaia, per valutare e discutere l’eventuale revisione del contratto in essere anche in virtù della riorganizzazione degli ATO in Toscana.

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