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Ragazzi... silenzio, arriva Don Luigi Merola, il prete anticamorra

Lui? E' uno scrittore italianissimo, noto per il suo impegno civico e in particolar modo per la sua opposizione alla camorra e ad altre forme di criminalità. A proposito, è un sacerdote. E si chiama don Luigi Merola. La sua prima messa? nell’ottobre del 2000, nella Chiesa di San Giorgio ai Mannesi, parrocchia dei quartieri napoletani di Forcella. L’ultima omelia, il prete la celebra tre anni dopo, il 24 giugno del 2007.

Il motivo per cui se ne andato lo si puo apprendere leggendo il libro scritto e pubblicato da lui medesimo, dal titlo "Forcella tra inclusione ed esclusione sociale". Don Merola è in giro per l'Italia, visita le scuole e promuove la cultura alla legalità, discute con alunni e studenti. Nel 2008 il ministro Giuseppe Fioroni gli conferisce l’incarico di consulente esterno per la legalità, la cittadinanza e la costituzione presso il Ministero della Pubblica Istruzione. Una vita blindata, col fiato sempre sul collo da parte degli uomini della scorta. Ma è una missione.

Per il prete anticamorra nulla è più bello che stare con gli studenti. Il solo malumore lo ha manifestato con la ministra Gelmini, "che non mi ha mai ricevuto - dice - nonostante nei tre anni, con quell’incarico, avevo lavorato visitando 950 istituti. Ho toccato con mano gli effetti nefasti della politica dell’attuale governo e dei tagli dovuti dai ministri Gelmini e Tremonti". Ma il tutto non vale più di quanto sta facendo, non importa, la sua missione continua senza sosta, fino ad arrivare l’altro giorno nel salone grande del Convitto nazionale “G. Bruno“ di Maddaloni, in provincia di Caserta. Qui oltre mille persone fra studenti e alunni di ogni ordine e grado, docenti e genitori, stavano ad aspettarlo insieme al sindaco di Maddaloni, Antonio Cerreto, al prefetto di Caserta, Ezio Monaco, al questore Guido Longo, al comandante interregionale della Guardia di Finanza dell’Italia meridionale Vito Bardi, al comandante interregionale dei carabinieri “Ogaden”, Maurizio Scoppa ed altri funzionari e figure istituzionali. Qui lo Stato attendava un giovane dalla cui faccia di ragazzo perbene ti intenerisce appena lo vedi non tanto per la giovane età di fronte ad esperti di lotta alla criminalità, ma per il viso sereno, felice che spruzza ottimismo e speranza nonostante la vita blindata che conduce.

Don Merola, dunque, si è immerso in una orizzonte magica, di festa e discussione, di confronto, anche, con i parenti delle vittime di camorra. La manifestazione ha avuto momenti significativi di celebrazione delle vittime delle mafie e del dovere. Presenti, il papà di don Peppe Diana; il papà di Annalisa Durante, la ragazza napoletana uccisa per sbaglio a Forcella il 27 marzo 2004; il sindaco di Cesa, al quale fu ucciso il padre e lui stesso vittima delle minacce dalla camorra; la vedova Fortugno. Un incontro, insomma, per stigmatizzare l’educazione alla legalità, diffondere, cioè, i valori comuni. Il concetto di legalità – fa intendere il prete anticamorra nei suoi interventi - non si esaurisce solo attraverso l’adempimento delle singole leggi ma si integra anche attraverso l’interiorizzazione di valori quali il rispetto, la tolleranza e la consapevolezza della dignità di ogni uomo.

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