“Radici e sangue”: il romanzo di Gianni Pesce che racconta l’origine delle indagini su mafia e politica
Scrive l’autore all’esordio del libro:
Mi sento in dovere di avvertire il lettore che, questa volta, il racconto, sempre basato su avvenimenti effettivamente vissuti, si dipana in un necesario intreccio in cui alla realtà si assomma il parziale uso di pseudonimi, una piccola dose di fantasia e qualche indispensabile cortina fumogena che impedisca il filtrare di informazioni tuttora cariche di notevole potenziale distruttivo.
In coda al romanzo – un’opera di docuficton che meriterebbe ben più attenzione di quella che ha avuto e che è del tutto compatibile con ricostruzioni giudiziarie e giornalistiche sul periodo in cui muovevano i primi passi per istruire il maxiprocesso di Palermo – chiude così Gianni Pesce:
Questo articolo è stato pubblicato quiNonostante tutto questo, il senatore a vita siede ancora nei banchi del Parlamento italiano e un’attenta e ben governata opera di disinformazione ha fatto sì che la maggior parte dei cittadini di questo disgraziato Paese, creda, in buona fede, che sia stato assolto da ogni accusa, vittima incolpevole della persecuzione degli inquirenti, e che sia celebrato in convegni trasmissioni radiotelevisie, interviste e scritti come un eroe dei nostri tempi. Non è così.
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