Quanto funziona la Mediazione Civile?

Il Ministero della Giustizia fornisce dati statistici relativi al primo semestre dell’anno 2014 che ribadiscono quanto la Mediazione Stragiudiziale Civile e Commerciale abbatta l’inflazione del contenzioso nei tribunali.
Le parti invitate a negoziare un accordo hanno aderito alla procedura nel 39,1% dei casi e hanno conciliato la lite il 26,2% delle volte, impegnando mediamente 70 giorni di calendario, rispetto ai 1.132 giorni in tribunale. Ciò significa che la mediazione conduce a un accordo nel 10,24% dei casi (il 26,2% del 39,1%). Prestazione peggiorata di poco rispetto all’11,28% del trimestre precedente. Questo dato può confortarci, se osserviamo che, nel secondo trimestre, 43 = 513–470 organismi di mediazione hanno smesso di trasmettere i dati al Ministero della Giustizia.
Ciò significa che i dati del trimestre nuovo, aggregati a quelli del precedente, rilevano un calo dell’1,04% delle conciliazioni, a fronte di un calo dell’8,38% degli organismi operativi (43/513). Rapportiamo quindi questa perdita in valori assoluti: -1,04/8,38 = -x/100 e, quindi, x = 12,41%. Il secondo trimestre 2014 ha perciò visto crescere le conciliazioni dall’11,28% al 12,41%. Informazione che dimostra l’efficacia dello strumento negoziale e la necessità di promuoverlo intensamente.
Un’altra informazione conferma il successo della mediazione: le parti conciliano il 52,7% (al lordo dei 43 organismi scomparsi) delle procedure incardinate su base volontaria. Bisogna quindi promuovere la cultura negoziale perché la mediazione permetterebbe agli Italiani di dimezzare il numero delle liti giudiziarie, trasformandole addirittura in occasioni di pacificazione, con un miglioramento del benessere individuale e sociale, anche per il profilo psicologico, oltreché per quello economico.
Le mediazioni disposte dai giudici rappresentano però l’1,7% del carico complessivo. Valore addirittura diminuito rispetto al 2,3% del trimestre precedente. Continuiamo a chiederci perché i giudici sfruttino così poco la mediazione, quando potrebbero trarne il vantaggio di abbattere il carico delle liti pendenti nei loro uffici.
Gli organismi di mediazione costituiti da ordini forensi aiutano le parti a conciliare nel 28% dei casi: il risultato più scarso della lista, come anche in passato. Gli organismi costituiti da altri ordini professionali ci riescono invece nel 70,6% dei casi: difficile stabilire però quali professionisti abbiano maggiori capacità negoziali perché il dato aggrega le tipologie più disparate di soggetti. Organismi privati e camere di commercio rilevano invece dati molto simili, con accordi raggiunti nel 40% dei casi, quando la parte invitata aderisce alla procedura di mediazione.
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Materie
Pendenti
Iscritti
Carico
pend+isc
Definiti
Efficacia
def/tot
Condominio
1.266
6.809
8.075
5.971
0,74
Diritti reali
4.500
9.054
13.554
8.138
0,60
Divisione
1.679
3.525
5.204
2.985
0,57
Successione
1.196
2.756
3.952
2.384
0,60
Patti di famiglia
57
29
86
30
0,35
Locazione
2.722
7.308
10.030
6.440
0,64
Comodato
371
915
1.286
864
0,67
Affitto di aziende
290
534
824
541
0,66
Circolazione
1.842
186
2.028
232
0,11
Sanitaria
1.537
4.727
6.264
4.301
0,69
Diffamazione
262
476
738
481
0,65
Assicurazioni
22.404
78.051
100.455
61.897
0,62
Banche
4.399
17.474
21.873
14.544
0,66
Finanza
905
1.863
2.768
1.517
0,55
Altra natura
5.910
8.893
14.803
8.221
0,56
Totale
49.340
142.600
191.940
118.546
0,62
I patti di famiglia continuano a detenere il primato di materia meno discussa in mediazione, probabilmente perché rappresentano un argomento poco diffuso anche nei tribunali oppure perché l’invischiamento affettivo disincentiva le parti ad affrontare i problemi. Litigare, del resto, è pur sempre un modo per stare insieme e, a volte, l’unico a cui sono abituate le persone. Dobbiamo quindi rilevare che professionisti come gli psicologi potrebbero avere un’attitudine maggiore a gestire casi di questo genere, rispetto ai tecnici del diritto.
Continua a primeggiare il ricorso alla mediazione in campo assicurativo, che ha migliorato la velocità di trattazione, dal 6% del trimestre scorso al 62% attuale. Miglioramento vertiginoso che coincide però col 18,2% di conciliazioni. L’incremento brusco di velocità dipende perciò dalla frequenza elevatissima di mancate adesioni alla procedura di mediazione da parte delle compagnie assicuratrici invitate dagli assicurati. Ipotesi confermata dall’emersione di un organismo ‘anomalo’ (outlier), ma anche leader del mercato, che ha trattato solo conflitti assicurativi, per un totale di 53.923 casi (il 34,92% delle procedure nazionali in materia e il 21,93% delle procedure nazionali complessive), 42.353 dei quali iscritti nel secondo trimestre, e di cui solo 23 conciliati dall’inizio dell’anno.
Le materie che coinvolgono identità imprenditoriali molto grandi, come banche e assicurazioni, dimostrano quindi la predisposizione peggiore alla conciliazione: le parti compongo infatti solo il 9,1% dei conflitti in materia di contratti bancari e il 9,4% di quelli in materia di responsabilità sanitaria, che coinvolge di frequente le ASL (amministrazioni pubbliche), oltreché le compagnie assicuratrici delle strutture e del personale medico.
Foto: Quint Glenn, Flickr
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