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Quanto è distante Cagliari dalla Barbagia?

Cagliari dista circa centottanta chilometri da Nuoro ma le distanze tra essa e i vari paesi del centro Sardegna sono certamente maggiori qualora si dovesse tenere conto delle differenze di ordine culturale ed economiche sussistenti tra il capoluogo sardo e la Barbagia più profonda. 

Ci si potrebbe chiedere quale sia a Cagliari la percezione e la considerazione delle “cose barbaricine” (si badi bene: l’espressione “sbrigativa” appena utilizzata vuole indicare problemi della Barbagia o in generale del centro della Sardegna di non poco momento come lo spopolamento delle zone interne, l’esiguità, quando non la mancanza, di infrastrutture, la condizione dei pastori costretti ad azioni clamorose che hanno lo scopo di vedere riconosciuto un prezzo dignitoso alla propria produzione lattiera, non, invece, eventuali problemi logistici o di altro genere incontrati dal professionista cagliaritano che si appresta a passare una giornata di caccia nelle nostre montagne o dalla famigliola che pregusta fin dal Giovedì il “pranzo dei pastori” prenotato per il weekend su Internet oppure, ancora, dal gruppo di amici che nel nuorese passerebbe volentieri il prossimo fine settimana per una escursione tra nuraghi, domus de janas e tombe di giganti).

Il documentarista Fiorenzo Serra lo afferma senza se e senza ma in “L'ultimo pugno di terra”, suo film-capolavoro del 1965, che «Cagliari non è la Sardegna, come la Sardegna non è Cagliari. Solo nei paesi dell'interno si possono cogliere gli elementi caratteristici della civiltà che i sardi hanno elaborato lentamente durante i secoli quasi da soli e che resiste ancora oggi ostinatamente alla spinta del progresso». Dal canto suo l’etnologo Franco Cagnetta, noto per le sue ricerche su Orgosolo, manifestò perentoriamente le proprie convinzioni sull’argomento, manco a dirlo sulla stessa lunghezza d’onda di quelle esternate dal regista turritano. Differenti condizioni di vita separano le popolazioni del centro Sardegna montuoso, impervio e isolato e gli abitanti della città di Cagliari, fin dall’antichità centro di proficui scambi commerciali in tutto il Mediterraneo e nell’odierna temperie luogo dove fervono il terziario e i servizi, (non unica) circostanza che almeno provvisoriamente può valere a conferire una prima assai differente connotazione sociale, culturale ed economica alla capitale dei sardi rispetto ai centri urbani che si trovano all’interno del territorio isolano.

Naturalmente esistono numerose, ulteriori, estreme differenze tra i contesti urbani presi in considerazione, e non solo quelle urbanistiche e/o dimensionali, ma anche quelle, soprattutto direi, geografiche e storico politiche e ancora quelle che riguardano la disponibilità di risorse, di qualsiasi natura esse siano, e relative allo sviluppo culturale, a incrementare le distanze tra Cagliari e la maggior parte dei centri dell’entroterra isolano. Cagliari, lo si sappia, appare estranea anche rispetto ai paesi del Campidano che pure condividono con il capoluogo una variante dialettale affine.

Impossibile tentare paragoni tra realtà diversissime. Tuttavia mi sentirei di spezzare una lancia a favore di Cagliari, spesso accusata di essere apatica e scostante rispetto alle piccole e disagiate realtà isolane di montagna. Forse non “sorda” è Cagliari verso città e contesti altri, vicini e lontani; essa, invece, pare essere stata lasciata “sola” a sua volta, a districare problemi da grande città pur non disponendo dei mezzi adeguati che servirebbero per risolverli. Non troverebbe giustificazione alcuna, d’altro canto, un atteggiamento di reale “noncuranza” da parte dei cagliaritani nei confronti dei problemi che penalizzano altre zone geografiche e altri centri dell’isola: non si dimentichi che, in fondo, nella capitale sarda vive uno zoccolo duro di abitanti che hanno diretta origine in tutti i centri del nuorese e dell’Ogliastra. Anche questi abitanti di Cagliari, pur avendo una maggiore conoscenza di ciò che accade nella propria zona d’origine, mantengono nei confronti dei problemi del centro Sardegna un atteggiamento giudicato indolente e insensibile. Distolti dall’attenzione e presi, invece, nella rete delle contingenze urbane locali, gli abitanti di Cagliari? Credo di si: chi legge le cronache e i resoconti politici cittadini sa che Cagliari si dibatte tra una miriade di problemi: da quelli urbanistici a quelli ambientali, da quelli relativi ai trasporti urbani a quelli di ordine pubblico (drammaticamente tipico di certi quartieri, per esempio, è il problema della droga), da quelli originati anche in altre parti della nostra regione da una disoccupazione galoppante a quelli che alla città derivano dall’essere capoluogo economico della nostra terra, oltre che capoluogo di Regione e di Provincia. A questo aggiungerei che a Cagliari ogni cosa va più veloce che altrove e chi ci abita, spesso, si sente come risucchiato da meccanismi inarrestabili che scaraventano lontano…

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