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Quando spogliarsi diventa una forma di protesta

Il nudo ingenuo e rivoluzionario della ventenne Aliaa, ragazza egiziana, kamikaze del web. Il rischio bufala. Incassata, intanto, la solidarietà di molte donne israeliane, mentre in Egitto continua a scorrere sangue innocente.

"Laica, liberale, femminista, individualista, egiziana". Così si definisce Aliaa Magda el Mahadi, la ventenne studentessa all’American University del Cairo divenuta in pochi giorni protagonista assoluta del web dopo che a metà novembre ha pubblicato sul proprio blog alcuni autoscatti di nudo.

Ciò che vuole comunicare è "un grido contro la società della violenza, del razzismo, della molestia sessuale e dell’ipocrisia", scrive sul suo profilo facebook. In pratica un grido contro l’Islam, diventato in Egitto, dopo la rivoluzione, ancora più estremista, tanto che sempre più donne sono costrette a indossare il niqab, il velo integrale.

Le foto mostrano una ragazza graziosa, dal viso pulito e dallo sguardo fiero. Non sono volgari, c’è di peggio in rete. Anzi Aliaa Magda appare quasi tenera, con le autoreggenti decorate, le ballerine rosse e il corpo poco più che adolescente. In una delle foto compaiono strisce gialle a coprirle gli occhi, la bocca e gli organi sessuali. Con un significato preciso. Quelle strisce rappresentano, spiega Aliaa, "la censura sulla nostra conoscenza, sulla nostra espressione e sulla nostra sessualità". 

Il nudo a scopo di protesta non è una novità. Le manifestanti del movimento femminista Femen, costituito da alcune centinaia di giovani donne, già dal 2008 sfilano a seno nudo nelle piazze delle principali città ucraine contro lo sfruttamento, il turismo sessuale e le discriminazioni sessiste (vedi video sulla loro manifestazione per festeggiare le dimissioni di Silvio Brlusconi). Nelle Filippine gli studenti dell’Università di Manila hanno manifestato nudi alcuni anni fa per ottenere maggiori fondi e risorse per l’istruzione.

Le associazioni ambientaliste ci hanno abituato da tempo all’esibizione di corpi nudi e a volte insanguinati in campagne shock contro la caccia e le pellicce, oltre che in numerose altre battaglie ambientali. L’imprenditore trevigiano Enrico Frare ha acquistato un’intera pagina del Corriere della Sera per mostrarsi nudo in una foto, contro la crisi e l’eccessiva burocrazia che rischia di lasciare chi investe in Italia letteralmente "senza mutande".

E tanti altri esempi si potrebbero portare. Ci si spoglia per l’ecologia, perché il nudo è natura. Ci si spoglia per reclamare i propri diritti. Il diritto a studiare e a lavorare, il diritto a spogliarsi e a non spogliarsi. Il diritto al proprio corpo e al proprio modo di essere. Nudità femminili e maschili, singole e di massa, belle e patinate o crudamente reali. Al di là di qualche ragionevole sospetto di esibizionismo, il motivo di questa scelta è evidente: si tratta di un modo rapido ed efficace per attirare l’attenzione sulle proprie rivendicazioni che poste in modo più discreto, verrebbero spesso ignorate, soprattutto dai media.

E tra tanti nudi, alcuni gratuiti e altri sensati, quello di Aliaa crediamo meriti particolare rispetto. Se non altro per il coraggio, o per l’incoscienza, di mostrarsi con il proprio nome e a viso scoperto. Se non altro perché in un paese musulmano è stata la prima. Molti l’hanno criticata, anche dalla sua stessa parte politica, accusandola di esibizionismo, di danneggiare la causa stessa della laicità, dicendo che non è così che una donna può ottenere rispetto.

Forse il suo gesto servirà a qualcosa, o più probabilmente rimarrà un isolato atto di ribellione e Aliaa sarà, come in un verso della poetessa Francesca Genti, "la ragazza kamikaze poesia, che ti uccide e si sfracella in quattro righe".

Le righe del suo blog, ora assediato e forse domani presto dimenticato. Speriamo almeno che non la aspetti la prigione o peggio. Non gradiremmo un’altra Ipazia (cfr. i nostri articoli su eroina e film). D’altro canto, nella ovvia, totale assenza di conferme sulla reale esistenza della studentessa, forte è anche il rischio bufala, seppure a fin di bene, per finalità civili. E anche le foto destano più di una perplessità (le pubblichiamo per dovere di cronaca…).

Per il momento, è del 20 novembre la notizia divulgata dal quotidiano israeliano Yediot Aharonot, secondo il quale decine di donne d’Israele si sono spogliate in pubblico in segno di solidarietà con la giovane blogger egiziana. Hanno così aderito all’appello lanciato da Or Tepler, 28 anni, su Facebook.

Tepler aveva invitato le donne "a dimostrare il loro sostegno in modo non violento e legittimo a una donna che è come noi, giovane, ambiziosa, piena di sogni ed evidentemente con uno spiccato senso dell’humour. Ragazzi, offrite al mondo l’occasione di ammirare la bellezza speciale delle donne israeliane". Sarebbero circa 40 le israeliane che hanno posato nude per una fotografia di gruppo, recando striscioni con significativi slogan come "Amore senza confini" e "Sostegno a Aliaa Elmahdi. Le sorelle israeliane".

Nel frattempo, al Cairo, nuove manifestazioni, intervento brutale dell’esercito e decine e decine di morti… 

(di Viviana Viviani)


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