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Quando la verità è nemica dello Stato

Il Ministro per la propaganda nazista Dott. Joseph M. Goebbels, a suo tempo scriveva questo: “… quindi è estremamente importante che lo Stato ricorra a tutti i suoi poteri per reprimere il dissenso, poiché la verità è il nemico mortale della menzogna, quindi per estensione la verità è anche il maggior nemico dello Stato”.

La stessa frase oggi potrebbe essere messa in bocca al presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi senza stridere affatto con la sua condotta politica, e anzi ritornerebbe di sconcertante attualità. Egli davvero sta ricorrendo a tutti i suoi poteri per zittire ogni forma di dissenso; potere che fra l’altro giudica insufficiente (che cosa attuerebbe altrimenti?) e perciò vorrebbe sconvolgere la Costituzione italiana che così com’è gli renderebbe l’attività di governo un inferno, per attribuirsene molto di più.

Evidentemente non sa che la nostra Costituzione è stata concepita così com’è per assicurare un governo democratico dopo il ventennio fascista. La suddivisione dei poteri e il sistema di pesi e contrappesi garantiscono un’azione di governo democratico dove tutti possono e devono decidere. Ma egli, abituato ai modi autoritari di controllo e di comando che gli provengono dall’essere il padrone di un’azienda, vorrebbe stoltamente applicarli anche allo Stato, credendo che il mandato ricevuto dai suoi elettori equivalga a un rogito o a un lascito testamentario.

Bisogna che qualcuno gli spieghi che lo Stato non è in vendita né tantomeno egli se lo è comprato col consenso ottenuto, il quale dura al massimo una legislatura di cinque anni, eventualmente prorogabili di cinque anni in cinque anni se dovesse continuare a vincere ancora le elezioni. Quindi lo Stato appartiene a tutti noi italiani, ed esso deve fare i nostri interessi e non quelli di una ristrettissima casta. A quanto pare però questa elementare verità non è penetrata affatto nella mente di questa attuale maggioranza che continua a servirsi dello Stato e non a servirlo.

Che la verità sia nemica di questo governo è fin troppo evidente nel tentativo maldestro e rozzo di soffocarla con provvedimenti legislativi che forse gli darebbero una normale legittimità istituzionale, non certo morale considerata la sua natura assolutistica, se non ne facessero tanto abuso, come il ricorso ai ddl e al relativo voto di fiducia, previsto nei casi di particolare urgenza e non sistematicamente. Ne hanno fatti già una trentina; un numero troppo elevato per convincerci che tutto è così urgente per giustificare ogniqualvolta il superamento del normale iter parlamentare. 

Un eclatante esempio di questi tentativi di soffocare la verità è l’ormai famigerato ddl sulle intercettazioni che limita drasticamente l’uso da parte degli inquirenti di questo prezioso strumento d’indagine, spesso l’unico possibile dato l’alto e sofisticato livello criminoso odierno, e imbavaglia letteralmente la stampa che sui misfatti scoperti grazie a questo strumento dovrebbe informare i cittadini. Stampa che avrebbe ben poco da raccontare se passasse simile decreto, dato che sarebbe notevolmente ridimensionata la possibilità di fare indagini e di scoprire i reati, e conseguentemente di sbattere in galera chi li consuma. Questo governo otterrebbe quello che in realtà si è prefisso per poter agire indisturbato, altro che la tutela della privacy dei cittadini che per la stragrande maggioranza non teme intercettazioni non avendo nulla da nascondere: le temono solo coloro che hanno molto da nascondere. Otterrebbe la scomparsa dei fatti, come dice il famoso titolo di un libro che con questo ddl non potrebbe più uscire insieme a tanti altri d’inchiesta. In tal modo praticamente sparirebbe l’opinione pubblica che creata dalla corretta informazione dei cittadini, si configura in maniera naturale come il massimo organo di controllo, quello dei pesi e contrappesi previsti dalla Costituzione, grazie alla propria funzione naturale di vigilanza sul corretto e onesto operato degli uomini che manda al governo mediante il sistema elettorale.

Altri esempi di tentativi già riusciti di distruggere il dissenso, forse meno eclatanti grazie al contributo dei mezzi di disinformazione e o di distrazione di massa come dice qualcuno ma altrettanto gravi, sono i cosiddetti “editti bulgari” emanati dal premier Berlusconi via etere qualche anno fa per far fuori giornalisti o conduttori televisivi scomodi quali il compianto Enzo Biagi, Michele Santoro poi reintegrato alla RAI grazie a una sentenza in suo favore, e i comici Daniele Luttazzi e Sabina Guzzanti. Ci ha tentato ancora di recente ordinando ai suoi uomini piazzati alla RAI (badate, una tv pubblica finanziata dal canone pagato dai cittadini, che obbedisce agli interessati diktat del premier) di chiudere la trasmissione di approfondimento giornalistico Anno Zero condotta da Michele Santoro, che invece tanta verità, scomoda per il potere, lascia trapelare. Trasmissione che fa tanti ascolti e quindi fa incassare tanti soldi provenienti dalla pubblicità, ma che l’estate appena scorsa è stata molto discussa in cda come se fosse invece un problema (per Berlusconi sì), mettendo per parecchie settimane in forse la sua stessa riedizione nel palinsesto della stagione appena iniziata e ora tentandone uno stop per il vaffa generico del conduttore nei riguardi di taluni “bicchieri” troppo preziosi nella “cristalleria” privata del premier. Fra l’altro la RAI non ha ancora rinnovato i contratti al giornalista Marco Travaglio e al vignettista Vauro, uomini di punta della fortunata trasmissione.

Sì, la necessità vitale di reprimere la verità espressa nella frase del nazista Goebbels sopracitata, si può benissimo riscontrare negli intenti e nei metodi di questa maggioranza diretta da Berlusconi. La verità è nemica dello Stato, ma di quello autoritario. 

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