“E’ stato superato il limite della decenza” devono aver pensato in molti in questi giorni sul caso Berlusconi. Decenza che è stata superata non tanto per gli atti compiuti o meno, ma per il modo in cui l’informazione è stata gestita, manipolata, sottaciuta. Strano a dirsi, ma con il passare dei giorni se ne stanno rendendo conto anche persone vicine alla Chiesa.
Ma il premier, forse, qualche scrupolo se lo dovrebbe fare. Soprattutto se la questione va avanti in questo modo, con nuove feste sotto inchiesta, scoop, foto, dichiarazioni in continua moltiplicazione.
Ora, una persona può avere una qualsiasi opinione sui preti, sulla religione, sull’ingerenza del Vaticano nella vita politica, e non solo, italiana. Ma i fatti sono fatti. E se un fronte politico fino a poco tempo fa si proponeva come interprete e portatore della fede cattolica, oggi non dovrebbe lamentarsi se, dopo prove più o meno evidenti di comportamenti poco consoni alla dottrina religiosa, la Chiesa decide di aprir bocca.
Il vero problema della Chiesa, però, è che la bocca alla fine la apre troppo poco. Perché parlare contro il mondo politico di destra che ha sempre assicurato, o cercato di assicurare, una certa protezione alla Chiesa (con leggi che potessero non danneggiarla), significa inevitabilmente rischiare di perdere qualcuno che li protegga.
Il prete si chiede come mai i vescovi non hanno “detto una parola inequivocabile su un uomo che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale” e come mai lo stesso innocuo linguaggio è stato “usato con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell’etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica.”
Ma lì forse la Chiesa era occupata a pensare ad altro, ai Dico ad esempio, piuttosto che a salvare vite umane. Le domande di questo prete comune sono quelle che si fa la gente con un po’ di sale in zucca: perché la Chiesa difende un uomo immorale che predica valori cattolici e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per non vedere il tempo che passa? Perché la vita di un rifugiato politico deve valere meno di quella vegetale di Eluana Englaro, per cui il Parlamento era disposto a fare le ore piccole pur di approvare una legge? Perché continuare questa farsa, nascondendosi dietro a un dito?
Forse la Chiesa continuerà a far finta di nulla. Forse spera che il caldo estivo faccia dimenticare tutto ai suoi fedeli. Forse si augura che l’autunno arrivi presto, magari con leggi che possano favorirla. Ma se l’appello non può essere fatto a chi nella Chiesa comanda, si può sperare che i cattolici, quelli veri, aprano gli occhi e rivendichino come don Farinella il diritto ad avere un’Italia migliore e un capo del Governo che sappia fare il suo mestiere.
Articolo limpido ed esaustivo.
La chiesa non vuol togliere questa castagna dal fuoco, rischiereebe di scottarsi.
Ora però non stà assolvendo al proprio ruolo.