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Qatar, la nuova legge sui crimini informatici minaccia la libertà d’espressione

Il 15 settembre, dopo la ratifica dell’emiro Tamin bin Hamad Al-Thani, è entrata in vigore la legge 14/2014 sui crimini informatici.

La nuova legge, che emenda profondamente le precedenti disposizioni in materia di crimini informatici, pone una grave minaccia nei confronti della libertà d’espressione.

D’ora in avanti, le autorità potranno chiudere quei siti che verranno considerati una minaccia per la “stabilità” del paese e punire chiunque posti o condivida contenuti che minacciano “i valori sociali” o il non meglio definito “ordine generale”.

Le autorità potranno inoltre imporre ai fornitori di servizi di bloccare l’accesso a determinati siti e fornire dati sensibili e altre informazioni relative agli utenti.

Tutte le pubblicazioni dovranno essere approvate da una “autorità competente” nominata dal governo, che avrà il potere di censurare contenuti o impedirne l’uscita.

Qui, altre informazioni su una legge che Amnesty International ha definito “un profondo passo indietro” per la libertà d’espressione in Qatar.

Libertà d’espressione peraltro già strettamente sotto controllo, come dimostra la vicenda di Mohammed Rashid al-Ajami, “il poeta dei gelsomini” (nella foto), che sta scontando una condanna a 15 anni per aver scritto e recitato una poesia i cui versi criticavano la famiglia reale.

 

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