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Puglia: prospettive politiche dopo le elezioni del Parlamento

Il risultato delle urne influenza le scelte politiche di Nichi Vendola in Regione.

Nichi Vendola resterà al timone della sua Puglia rilanciando l’azione del suo governo sino alla scadenza. Il 2015 è il traguardo, ma fino a quando durerà la legislatura nazionale che, in procinto di partire, potrebbe avere vita breve e conseguenze politiche anche sulla situazione pugliese? Questo è il tema cruciale di questi giorni post-elettorali.

Il leader di Sinistra Ecologia e Libertà non opterà quindi per il Parlamento, resterà in Puglia dove naturalmente proporrà modifiche allo status quo dettate proprio dai risultati elettorali nazionali. Quasi certamente proporrà la riduzione dei costi della politica e il rinnovamento delle cariche con particolare attenzione alle parità di genere. È quindi probabile un rimpasto del governo regionale.

La riduzione dei costi della politica avrà due effetti: dare un’indicazione “politica” al Movimento 5 stelle e ai suoi sostenitori e sottolineare la rotta relativa alla riforma, già approvata in consiglio regionale, ma applicabile solo dalla prossima legislatura: i consiglieri regionali saranno ridotti da 70 a 50 e la giunta da 14 a 10 componenti, di cui massimo 2 esterni.

Già ora, tramite accorpamenti delle deleghe assessorili, il numero degli assessori potrebbe passare da 14 ad un massimo di 11, approfittando magari dell’elezione nazionale di Michele Pelillo (PD, Bilancio), Nicola Fratoianni (SEL, Attuazione del programma) e Dario Stefàno (SEL, Agricoltura).

Nel tema della riduzione dei costi, rientra anche il discorso delle sostituzioni di alcuni assessori esterni, per Maria Campese, titolare dello Sport, l’abolizione dell’assessorato e l’assorbimento della delega viene data per scontata. In questo caso conterebbe anche il fattore politico: Campese, legata al Prc, si è candidata con la lista di Rivoluzione civile in Piemonte.

Per quanto riguarda la parità di genere, con una riduzione a 11 assessori e sulla base delle ipotesi fatte, la giunta resterebbe composta da 5 uomini e 6 donne. Le proporzioni potrebbero essere invertite con eventuali altre sostituzioni, Vendola intende comunque mandare un segnale chiaro al Consiglio che si appresta a ridiscutere, in sede di riforma elettorale, la doppia preferenza alle urne e la parità nelle liste delle prossime Regionali.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.200) 6 marzo 2013 13:28
    Giacomo Nigro

    Vendola non ha dubbi: "Resto al timone della Regione e ho intenzione di mantenerlo ben saldo". Il governatore, eletto deputato, lo dice a Roma, dove riunisce la direzione di Sel. E poi lo ripete ai presidenti delle Province: "Di fronte a una crisi economica ancora più drammatica e dai toni sempre più foschi, io rimango in Puglia e non vi è alcuna incertezza al riguardo". Questo perché a livello nazionale il dialogo con il M5S appare difficile e tenderebbe a sbiadirsi per forza di cose il ruolo di Vendola, che si era candidato a fare da pontiere.

    La partita comunque rimane aperta a qualsiasi risultato. Tant’è che i consiglieri regionali di centrodestra, Pdl e I pugliesi, continuano a occupare l’aula dell’assemblea per spingere Vendola a "decidere ora" se restare presidente della giunta o andare in Parlamento. Raffaele Fitto è ironico: "Ha inventato la legislatura ad personam". In serata la replica, a stretto giro di posta: "Mi rammarica vedere l’onorevole Fitto tornare a vestire i panni dell’ultrà. Non consentirò che la mia terra possa finire un’altra volta nelle mani di coloro che ne hanno spento le ambizioni e devastato la cassa".

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.200) 14 marzo 2013 13:27
    Giacomo Nigro
    Nichi Vendola ha presentato la nuova giunta regionale pugliese:
    Angela Barbanente – Vice Pres. e Urbanistica
    Silvia Godelli – Cultura
    Alba Sasso – Diritto Studio
    Elena Gentile – Salute e Politiche Sociali
    Loredana Capone – Sviluppo Economico
    Rosa Stanisci – Risorse Umane
    Guglielmo Minervini – Politiche Giovanili
    Antonio Decaro – Trasporti
    Lorenzo Nicastro – Ambiente
    Leo Caroli – Lavoro
    Leonarso Di Gioia – Bilancio
    Fabrizio Nardoni – Pol. Agricole.

    I generi sono rappresentati fifty-fifty, niente male come esempio di democrazia e di riconoscimento della parità dei sessi. I nuovi volti della giunta regionale sono, l’assessore alle risorse umane Rosa Stanisci, ex sindaco di San Vito dei normanni ed ex parlamentare del Pd; l’assessore alle Infrastrutture-mobilità e lavori pubblici Antonio De Caro, capogruppo regionale del Pd e neoeletto alla Camera; l’assessore al bilancio Leonardo Di Gioia, ex consigliere regionale PdL ora in area montiana; l’assessore al lavoro Leo Caroli, primo dei non eletti della lista Sel nelle ultime regionali; l’assessore alle risorse agroalimentari Fabrizio Nardoni (Puglia per Vendola).

    Secondo il Presidente della Regione Nichi Vendola “si è chiuso un ciclo politico. Credo che sia il contesto in cui va ripensata l’organizzazione dei lavori del governo regionale. C’è la necessità di rendere più efficace l’azione di governo e c’è da considerare anche l’esito delle elezioni. Siamo ad un rimpasto abbastanza corposo. Parte una nuova fase, sarà un corpo a corpo tra la politica e la povertà. Questo è il tema degli ultimi anni di governo che ci restano”.

    Vendola ha aperto la conferenza stampa ringraziando gli assessori uscenti. “Rigrazio Nicola Fratoianni, un fratello minore per me; Michele Pelillo, personalità forte; Dario Stefano, riferimento del mondo agricolo; Ettore Attolini, ha portato con garbo e sulle spalle la croce più pesante nel momento più pensante (riprende ruolo di direttore d’area all’Ares); Marida Dentamaro, competente in materia tecnico amministrativa; Fabiano Amati, un altro fratello minore; Maria Campese, ha cucito ferite costruite nel tempo”. “Li ringrazio tutti – ha concluso – per la la lealtà avuta nei confronti della Puglia”. Sarebbe bello sapere la loro opinione in proposito.

    La composizione della nuova giunta prevede il taglio del numero di assessori da 14 a 12. Il rimpasto, definito è stato determinato tra le altre cose dalla necessità di sostituire tre assessori eletti in Parlamento. Le due escluse: Maria Campese, che si era schierata con Rivoluzione civile di Antonio Ingroia alle politiche di febbraio, e Marida Dentamaro, tecnico che era entrata in quota Pd, ma che non sarebbe stata sostenuta fino in fondo nel corso di questo negoziato proprio dal Pd. Il sestetto maschile riserva le maggiori sorprese: fuori Fabiano Amati e Ettore Attolini, che ricoprirà il ruolo di consulente del presidente per le politiche della salute.

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