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Psicoterapia e/o psichiatria

Abbiamo letto che la donna che la vigilia di Natale ha ucciso suo figlio di 13 anni era in cura presso un centro di salute mentale da 9 anni.

Non è la prima volta che fatti così efferati riguardano persone in "cura" nei servizi psichiatrici. Quotidianamente assistiamo a situazioni meno eclatanti, ma comunque a cronicizzazioni e spesso ad aggravamenti dei disturbi psichici in pazienti sottoposti a cure psicofarmacologiche, che troppe volte producono tali effetti antiterapeutici.

E' bene ricordare che la psichiatria nasce buon ultima tra le discipline mediche fiorite nel IXX° secolo, ad opera di giovani medici entusiasti, la cui età non superava mai i trent'anni - come ci ricorda James Hillman. Inventarono termini come ebefrenia, nevrastenia, paranoia, vaginismo, omosessualità, sadismo, masochismo, narcisismo, esibizionismo,ecc. L'attribuzione del nome scientifico secondo la tendenza del tempo al fenomeno trasformò la sofferenza umana, da sempre nota, in malattia, anormalità, deviazione, perversione. Cito proprio Hillman: "Una volta che le esperienze sono state etichettate e dichiarate anormali, non possiamo più apprendere da esse. Sono intrappolate dai loro nomi in una prestazione meccanica. E' da questi nomi in effetti che viene la nostra sofferenza" (Hillman J., Il mito dell'analisi).

Piuttosto, ogni esperienza umana anche inusuale deve essere interrogata perché pregna di ulteriore umanità. E più che di definizioni o di spiegazioni che si presumono oggettive secondo un paradigma di scienza ormai falsificato, la psiche richiede intuizioni, empatia e capacità di cura sensibile e ben altrimenti consapevole delle sottili e fragili dinamiche psichiche e relazionali. Come sostiene Jung, la cura che lo psicologo svolge non prescinde dalla sua personalità e dalla sua esperienza vissuta. Oltre questa, la competenza relazionale che gli è richiesta attiene a un universo scientifico sempre più aggiornato e specializzato.

Ancora oggi, invece, il medico psichiatra è automaticamente abilitato ad esercitare la psicoterapia, senza vera cultura psicologica e psicoanalitica, senza soprattutto avere svolto un training analitico e formativo su se stesso. E' vero che alcuni, più avvertiti e coscienziosi, scelgono in autonomia questo ulteriore imprescindibile percorso, ma la regola che li esenta da ciò va comunque riformata.

Quante volte in età evolutiva, nel passaggio alla vita adulta, nelle fasi critiche della vita, la sofferenza attanaglia e si è invasi dal caos, magari perché non si fu adeguatamente sostenuti negli stadi precoci dello sviluppo: tutto ciò è però essenziale all'esistenza umana, che richiede al curante non surrogati artificiali - se non per fratture irreversibili del principio di realtà - tanto meno un supposto sapere a copertura di un usurpato potere, bensì sensibilità e autentiche aggiornate competenze che la psicoanalisi relazionale nelle sue svariate declinazioni approfondisce preziosamente.

 

Foto: Wikimedia

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