Prodotti per la "salute e il benessere della persona", ma sarà vero ?
Vediamo insieme cosa sono i contenitori alimentari
L’imballaggio è un elemento indispensabile nel processo di produzione degli alimenti: crea cibi più convenienti facilitando il flusso dei prodotti alimentari, aumenta la shelf life dell’alimento assicurando la protezione da alterazioni fisiche, chimiche e microbiologiche ed esalta e promuove il prodotto favorendone l’acquisto.
Negli ultimi decenni, per andare incontro alla domanda dell’industria alimentare si è verificato un notevole sviluppo nell’imballaggio con l’utilizzo di differenti tipi di additivi, per migliorare le prestazioni dei materiali e l’introduzione di numerosi materiali sintetici, per il loro basso costo e la loro versatilità.
Tuttavia, l’imballaggio può rappresentare una sorgente di contaminazione a causa della migrazione di sostanze dai materiali d’imballaggio all’alimento con cui vengono a contatto. Per questo ha assunto una certa importanza nella sicurezza alimentare e le autorità competenti, a livello nazionale e a livello comunitario, hanno emesso una vasta legislazione al fine di controllare le contaminazioni pericolose e tutelare la salute dei consumatori.
Questo purtroppo, anche con le migliori intenzioni non è successo, tanto è vero che possiamo trovare tutte le tipologie di contenitori in plastica: cloruro di polivinile (pvc), hdpe, poliammide, polipropilene(PP),dipn (di-isopropilnaftalene), pes (polieteresulfone) e dal nuovo polimero Tritan, deha,policarbonato(BPA),polietere(ldpe),Polistirolo(ps), polietilene tereftalato(pet), poliammidi o (pa).
Specifica:
- polietilene ad alta densità o HDPE (es.: buste e bottiglie rigide);
- polietilene a bassa densità o LDPE (es.: film sottili e bottiglie semirigide);
- polipropilene o PP (es.: piccoli contenitori rigidi);
- polistirene o PS (es.: vaschette, bicchieri, posate);
- polivinilcloruro o PVC (es.: film estensibili);
- polietilentereftalato o PET (es.: contenitori per liquidi, per prodotti congelati e per cibi precotti);
- policarbonato o PC (es.: biberon e confezioni da introdurre in forno);
- poliammidi o PA (es.: pellicole e utensili).
Negli anni sono state condotte numerose ricerche sull’argomento, in particolare sulla migrazione degli additivi, dei residui e dei prodotti di neoformazione, tuttavia, a causa delle basse concentrazioni dei migranti e della complessità della matrice alimentare, le analisi di laboratorio sono molto lunghe e costose. Ma non valutano che anche una piccola percentuale moltiplicata per un cospicuo nulmero di alimenti può superare una certa soglia di tossicità anche di molto, tenendo presente che un componente tossico è tossico sia al 1% che al 50%.
La normativa stabilisce, a livello europeo, un limite di migrazione globale di 10mg/dm² o di 60 mg/kg1 (ppm) per le materie plastiche e, a livello italiano, di 8 mg/dm² o di 50 mg/kg1(ppm)per tutti gli altri materiali. I limiti di migrazione specifica, invece, sono sempre espressi in ppm e variano a seconda del tipo di sostanza. Il limite espresso in mg/kg (quantità di sostanza migrante per chilogrammo di prodotto alimentare) è equivalente al limite espresso in mg/dm² (quantità per superficie del materiale o dell'oggetto) in quanto la legislazione assume che 1 kg di alimento è in contatto con circa 6 dm2 di materiale d’imballaggio. Inoltre, per la definizione dei limiti, assume che ogni persona consuma giornalmente, per tutta la durata della vita, 1 kg di alimento confezionato nel materiale contenente la sostanza migrante; che il peso corporeo medio del consumatore è di 60 kg e che non ci sono altre significative fonti di esposizione.
L’imballaggio ha la funzione di proteggere il prodotto dalle sollecitazioni meccaniche e da tutte le possibili forme di contaminazione che provengono dall’ambiente. Per l’alimento questa funzione è molto importante in quanto, a differenza di altri prodotti inerti, è un sistema dinamico che interagisce con l’ambiente. Tale interazione può condurre ad alterazioni fisiche, chimiche o microbiologiche che provocano la perdita delle caratteristiche igienico-sanitarie, nutrizionali e organolettiche dell’alimento. Il 70% dei prodotti alimentari è confezionato in imballaggi cellulosici, in più, la carta molto spesso è accoppiata con fogli di materia plastica (ad esempio polietilene) e d'alluminio per assicurare impermeabilità e rigidità ed ottenere i cosiddetti contenitori rigidi poliaccoppiati (es. Tetrapak).
Gli imballaggi metallici sono leggeri, robusti, facilmente riciclabili, presentano un’elevata conducibilità termica e resistono alle basse temperature. Nel settore degli imballaggi alimentari rappresentano circa il 20% degli imballaggi utilizzati e trovano largo impiego nelle conserve vegetali, ittiche e di carne.
I prodotti comunemente impiegati sono la banda stagnata o “latta” (acciaio rivestito da uno strato di stagno), la banda cromata (acciaio rivestito da uno strato di cromo) e l’alluminio: i prodotti dal supporto in acciaio sono utilizzati soprattutto per l’imballaggio leggero (tappi corona, capsule e coperchi), mentre l’alluminio è utilizzato prevalentemente come scatolame o barattolame (bibite, carni, birra, latte, ecc.) e in fogli o tubetti rigidi e flessibili.
Anche in questo caso bisogna valutare la bioelettricità, l’acidità del Ph alimentare a contatto con il contenitore e le proprietà solventi dei liquidi.
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox