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Primi effetti della ratifica del TTIP e del TISA: gli USA sostengono la riforma costituzionale

Verso la fine di agosto, qualche “burlone” ha iniziato a far circolare una notizia: il TTIP, il patto transatlantico di libero scambio tra USA, Canada ed Europa, non si ratifica più.

Questo “burlone” è la stampa nazionale. Ecco uno degli articoli, pubblicati da Repubblica: TTIP.

Ovviamente, è una presa per i fondelli bella e buona, ma non di piccola entità: il TTIP ma anche il TISA, l’accordo sugli scambi e servizi. Ecco, di quest’ultimo, non si è quasi accennato nulla, a livello di informazione, ma – sulla falsariga del TTIP – traccia le nuove, e spesso temibili regole, sui servizi di vario genere: la ratifica del TISA, contestualmente a quella del TTIP, di fatto modifica per sempre tutto ciò che conosciamo in ordine di normative di riferimento e sistemi di scambio e organizzazione in seno alla società civile.

Spiegai poco tempo fa, cosa sia il TTIP. Potete leggere il mio editoriale a questo link: TTIP: la liberalizzazione dell'oligarchia.

Ora, considerando la massima segretezza che ha contraddistinto la realizzazione del TTIP e del TISA, considerando l’enorme volontà da parte degli Stati Uniti di mettere le mani in una delle poche porzioni di pianeta terra ancora non completamente sotto il dominio statunitense, vi appare possibile che di TTIP e TISA non se ne faccia nulla? Quando mai.

E infatti, ecco i primi effetti della messa in atto del cambiamento globale: le prime interferenze statunitensi nella politica italiana.

L’endorsement dell’ambasciatore USA, che – come si sa – ha dichiarato grande sostegno al SI come risposta popolare al referendum costituzionale, è il segnale di avvio dei patti e contro patti già ratificati.

O pensavate davvero che, la ratifica del TTIP e del TISA, sarebbe avvenuta con una cerimonia pubblica con tanto di fotografi e reporter pronti a dare la lieta novella al mondo intero?

Questi accordi, tenetelo a mente, si abbattono violentemente contro le popolazioni, smembreranno quel po' che resta della classe media. Abbiamo anni duri di fronte a noi, anche se sembra che in pochi ci si renda conto della situazione effettiva.

Le ingerenze statunitensi sul sistema politico, economico e civile europeo, saranno pesanti e temibili. Ma nessuno, ovviamente, ha a cuore che le popolazioni vengano correttamente informate.

Non si tratterà solo di cambiamenti normativi nel settore agroalimentare – convinzione di coloro che si ritengono bene informati – no: il TTIP e il TISA, parlano di molto altro. Di Sanità, sistema sociale, politica, diritti civili e molto altro ancora.

Secondo voi: per quale motivo, in buona parte degli stati europei, è in atto una rivisitazione della Costituzione? Per togliere diritti civili e possibilità – ai cittadini – di avere ancora voce in capitolo.

Vi porto a riflettere: della Riforma costituzionale italiana, si parla – al massimo – della fumiginosa riforma del parlamento. Mai che si accenni a uno degli articoli che modifica un diritto dei cittadini: quello relativo alle Leggi di iniziativa popolare. Attualmente, bastano 50.000 firme. Se la riforma costituzionale verrà approvata con il testo attuale, le firme necessarie per la presentazione del testo di legge, saliranno a 150.000. Vi dice nulla, questo?

E ancora: l’articolo che parla dei referendum. Resta invariato il numero di firme necessarie, 500.000, ma sentite qui: “Il quorum che rende valido il risultato di un referendum abrogativo resta sempre del 50 per cento, ma se i cittadini che propongono la consultazione sono 800mila, invece che 500mila, il quorum sarà ridotto: basterà che vadano a votare il 50 per cento dei votanti all’ultima tornata elettorale, non il 50 per cento degli aventi diritto”. Decodificato significa che, se mai si ottenessero 800mila firme, sarà sufficiente che il 50 per cento dei VOTANTI si rechino al voto definitivo.

Ma ciò significa rendere maggiormente difficile la vittoria della decisione popolare: un conto sono i votanti, che non è detto si rechino nuovamente a votare, un conto è il numero degli aventi diritto, che è maggiore ma che solitamente si presenta al secondo turno.

Di fatto, si decide di aumentare da 500mila a 800mila le firme per approvare o meno un quesito referendario, ma si fa passare la cosa come fosse un’elargizione di sovranità popolare. Sono davvero geniali: fanno scrivere gli articoli in maniera tale che siano incomprensibili, e poi dichiarano pubblicamente ciò che conviene. A loro.

Avessi la soluzione a queste problematiche, le spiegherei. In realtà l’ho fatto, per anni, spiegando come non arrivare a una situazione del genere.

Sarebbe bastato partecipare attivamente alla politica, manifestare realmente dissenso, chiedere le dimissioni dei governanti che – palesemente – lavorano per negare diritti ai cittadini e per assumere maggiori poteri.

Sapete, quelle belle azioni di massa che avvenivano un tempo, quando il popolo italiano, aveva meno denaro da parte, e più necessità di conquistare diritti e dignità.

Ormai, siamo alle pennellate finali: il sistema dittatoriale mondiale è servito. Con contorno, amarissimo, di sorprese maligne che solo col tempo, tutti, capiranno.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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