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Primarie centro-sinistra: il primo turno a Bersani

Era stato lo stesso Renzi, attorno alle 11.30 di sera a sventolare bandiera bianca. Fino al secondo turno, sia chiaro. I primi dati attendibili arrivano dall'Ansa: 44,6% a Bersani, 36,9% a Renzi, mentre rimane apprezzabile il solo 14,6% di Nichi Vendola. Differiscono di poco le analisi di Adnkronos

È tuttavia il sito ufficiale delle primarie il più aggiornato al riguardo: 44,33% a Bersani, 36,29% a Renzi, 15,21% a Vendola, con la Puppato al 2,97% e Tabacci al 1,2%. Questo almeno fino alle 2.25 di notte, ultimo aggiornamento del sito. Poi diagramma piatto, con tanto di accuse di poca trasparenza e/o organizzazione inefficace. Alla fine giungono i risultati ufficiosi ottenuti da un bacino elettorale utile: 3.107.568 voti. Ai fini del secondo turno poco comunque cambia. Bersani si attesta al 44,9% dei voti, con Renzi secondo al 35,5%. Nichi Vendola sale invece al 15,6%, con la Puppato al 2,6% e Tabacci all'1,4%.

Alla chiusura delle urne diverse sono state le reazioni dei principali competitors di Bersani. Se da Renzi, come tra l'altro ampiamente annunciato, giunge una piena disponibilità a collaborare con il vincitore, la posizione di Vendola è più complessa: lamenta una copertura distorta dei media nei confronti dei candidati e annuncia un appoggio critico a Bersani o Renzi, in ragione delle proposte messe in campo. Laura Puppato sottolinea una tempistica troppo stretta per le primarie, ma anche da parte sua giunge soprattutto la volontà di partecipare alla coalizione che deriverà dal voto di oggi e della prossima settimana, con il secondo turno. Tabacci, intervistato dal Tg3, parla di una prospettiva di speranza apertasi in questi giorni.

Il vero segnale di questo primo turno è però l'enorme affluenza alle urne, attorno ai 3,1 milioni di votanti. Certo, resta l'incognita, confermata dalla vittoria di Bersani, dell'età media di chi oggi si presentato ai seggi. Sa di riappropriazione della "vecchia guardia", ma fa soprattutto pensare ad un medio abbandono dei più giovani. Di fronte al risultato di oggi è difficile dire come si muoveranno i due ammessi al secondo turno, Bersani e Renzi appunto. Non si porrà certo solo nell'ottica del dualismo tra conservatori e riformatori del partito, considerando l'ampio bacino di voti consistente nel SEL di Vendola. La moderazione di Renzi può essere anche intesa proprio in tal senso, come un ulteriore avvicinamento a quell'ala ad oggi considerata lontana dal sindaco di Firenze.

Va ora visto come saprà il centrosinistra superare il nodo centrale dei rapporti di potere tra partiti e all'interno degli stessi. I prossimi giorni daranno una prima, parziale risposta a questo interrogativo, verificando l'orientamento dei leader usciti sconfitti dal primo turno, nonché dei loro elettori.

Nel frattempo non può non essere sottolineato lo scetticismo nei confronto di questo voto, a spiegare che, in vista di un probabile monti-bis è semplice ridefinire un'area che si sa pronta ad essere congelata sotto una maxi-coalizione. Anche se questo fosse l'inevitabile epilogo, proprio al di sotto di questo probabile arresto del bipolarismo sarà più importante capire quanto ognuna delle correnti conta, perché all'ombra sarebbero queste le carte da giocare in una possibile silenziosa epurazione.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.199) 28 novembre 2012 19:53

    Rush >
    Al ballottaggio si sceglie chi guiderà alle elezioni il centro-sinistra come prossimo possibile Premier.

    I simpatizzanti di Matteo Renzi, per fede o calcolo, insistono nell’affermare che solo lui sa convincere anche i “delusi” del centro-destra ed allargare il consenso elettorale oltre il 40%.
    Sono gli stessi che alla chiusura del 1° turno hanno “annunciato” l’affluenza di più di 4 milioni di votanti.
    Che poi, contati, sono risultati appena 3. Che scendono a 2,5 se riferiti ai soli candidati del PD. Un risultato inferiore di circa 100mila voti rispetto alle primarie del 2009.

    Ora la scelta finale.
    Tra chi premette che “cambiare” lo stato di dissesto del paese sarà un percorso non breve e difficile e chi promette che basta “volere” ed allungare la mano.

    Un esempio? Come si amministra Firenze con 9 Assessori, così bastano solo 10 Ministri per “rinnovare” e rilanciare l’intero paese. Tipo un finanziere delle Cayman alla Economia o un re dell’alta moda allo Sviluppo?

    Di sicuro il tempo non cancella le Voci dentro l’Eclissi esempio di coerenza, impegno e ...

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