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Primarie South Carolina, Gingrich distrugge Romney

 

Newt Gingrich distrugge Mitt Romney alle primarie in South Carolina e mette seriamente a rischio la nomination del suo avversario. L’ex speaker della Camera ottiene il 40 per cento dei voti contro il 27 per cento di Romney. Rick Santorum si ferma al 17 per cento, Ron Paul al 13 per cento. Prossima tappa la Florida.
Solo dieci giorni fa Gingrich era dato per finito dopo il deludente quarto posto in New Hampshire, Romney aveva incamerato due vittorie consecutive ed era pronto per la terza in South Carolina. Un record. Poi tutto è cambiato e i fatti si sono capovolti: con il riconteggio delle schede in Iowa la vittoria è andata a Rick Santorum, nel dibattito di giovedì l’attacco di Gingrich ai media americani, gli intoccabili, ha dato risalto a Newt e i sondaggi sono stati rovesciati.

E’ un gran giorno per Newt Gingrich. Dopo essersi ribellato a John King della Cnn per aver portato il gossip in un dibattito presidenziale, Gingrich è riuscito a ribaltare la situazione in South Carolina prima raggiungendo e poi superando Mitt Romney di ben tredici punti. L’ultimo confronto è stato micidiale per Romney: il 53% degli elettori ha deciso chi votare solo davanti all’urna, ma il 68% ha deciso dopo aver visto la reazione di Gingrich in tv giovedì sera.

Nei discorsi di commiato l’unico che ha continuato ad attaccare gli altri candidati è stato Mitt Romney, sottolineando ancora una volta che l’unico in grado di battere Obama è proprio lui mentre i suoi avversari sono più vicini al presidente di quanto si creda: «Non possiamo battere Obama con un candidato che si unisce ai suoi attacchi contro la ricchezza e la libertà d’impresa», riferendosi a Gingrich. «Noi siamo il partito che celebra il successo, non quello che se ne vergogna» riferendosi a Ron Paul. L’ex governatore del Massachusetts ce l’ha su ancora per la storia della Bain Capital, il fondo d’investimenti di cui era Ceo, e per il rifiuto di divulgare la propria dichiarazione dei redditi mentre Gingrich l’ha resa pubblica poco prima delle elezioni in SC (che i media americani hanno già ribattezzato “Newtmentum“).

Dal canto suo l’ex speaker della Camera ha invece elogiato tutti gli avversari, soprattutto Ron Paul con il quale si sente in armonia sulla politica monetaria. Ma Newt ha avuto parole dolci anche per Santorum – con il tentativo esplicito di conquistare parte dei voti evangelici nel caso l’ex senatore della Pennsylvania si dovesse ritirare – e per lo stesso Mitt. Inoltre ha ringraziato nuovamente Rick Perry per l’endorsement dopo il suo ritiro dalla competizione.

Il South Carolina appartiene a quella zona del profondo sud molto cattolica e molto conservatrice (denominata Bible Belt, cintura della Bibbia). Vincere qui per un candidato è sempre stato di buon auspicio: dal 1980 il candidato che vince in South Carolina si è sempre aggiudicato anche la nomination repubblicana. La vittoria di oggi riapre definitivamente la corsa alla convention di Tampa, mai nella storia del GOP tre candidati avevano vinto le primarie in tre Stati diversi. E il 31 gennaio in Florida, che doveva essere la consacrazione definitiva per Romney, a questo punto sarà solo un altro passaggio da qui a giugno.

Lo Stato sul golfo del Messico assegnerà 50 delegati, i quattro candidati rimasti si sfideranno in due diversi dibattiti televisivi: il primo il 23 gennaio a Tampa trasmesso dalla NBC, l’altro il 26 gennaio a Jacksonville trasmesso dalla CNN.

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