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Prato, se la scuola sicura soffre di dispersione

foto Palazzo Comunale di Prato. Credits: wikipedia.org

(foto Palazzo Comunale di Prato. Credits: wikipedia.org)

“Le risorse a disposizione per l'anno scolastico 2014/2015 per le scuole collocate nelle aree a rischio educativo, con forte processo immigratorio e contro la dispersione scolastica sono determinate in 18.458.933 euro.”

Ad annunciarlo, lo scorso 7 ottobre, una nota del Ministero dell'Istruzione. Cinque anni fa, lo stesso Ministero, per le stesse finalità, stanziava qualcosa come 53.195.060 euro. Insomma: la “buona scuola” raccontata e twittata da Matteo Renzi si è fermata agli annunci. Proprio la Toscana, peraltro, risulta essere – con il 17,6%, un punto percentuale in più rispetto a tre anni fa[1] - una delle regioni con più alto tasso di abbandono prematuro degli studi.

Per questo, tra 2013 e 2014 la regione ha ottenuto poco più di 900 mila euro per la realizzazione di progetti contro la dispersione scolastica, che il governo ha finanziato – con il Decreto legge n.104/2013 – per 15 milioni di euro. Seppur diminuito dell'1,5% negli ultimi tre anni, la percentuale di “drop out” registrato a Prato rimane sopra la media regionale, attestandosi – stando ai dati presentati a marzo dall'Osservatorio Scolastico Provinciale - al 18,5%. Rimane altamente problematico il passaggio tra scuola secondaria di primo e secondo grado.

Nell'anno scolastico 2012/2013, infatti, solo il 18,7% degli alunni usciti dalla vecchia scuola media con il voto minimo (60) è stato promosso a giugno al primo anno di scuola superiore, con un altro 29,3% rimandato a settembre. La sfida più importante per l'istruzione pratese rimane ancora quella dell'altissima percentuale di abbandono tra gli studenti stranieri, attestatasi al 44,3% (-0,4% rispetto allo scorso anno) con il picco toccato nella comunità cinese, dove la dispersione arriva al 61%, ben trenta punti percentuali in più rispetto alle altre 87 nazionalità inserite nel contesto scolastico cittadino. Prima provincia italiana per presenza di studenti stranieri, che negli ultimi dieci anni sono passati dal 9,3% al 20,4%, l'evidenza principale della dispersione scolastica “straniera” a Prato si registra nel percorso della scuola secondaria di secondo grado, dove si passa da una presenza di studenti non italiani del 22,6% nelle classi prime al 6,9% delle classi quinte.

È bene comunque ricordare come in questa categoria, per effetto del non riconoscimento legale dello ius soli, siano ancora considerate le cosiddette seconde generazioni, che rappresentano il 67,3% degli studenti stranieri delle scuole pratesi. Tra gli alunni stranieri, inoltre, è forte la presenza di studenti con disabilità (il 23% degli studenti stranieri, 181 su un totale di 788 alunni con disabilità che hanno frequentato lo scorso anno scolastico) rispetto alla media nazionale e regionale, rispettivamente dell'11,1% e del 13,4%.

Edilizia scolastica, un trend da invertire? Stando al XIV Rapporto “Ecosistema Scuola” redatto da Legambiente nel 2013, la città di Prato vanta il secondo posto in Italia per quanto riguarda la sicurezza dell'edilizia scolastica, superata solo da Trento. Su 9,2 milioni di investimento definiti dal bilancio di previsione 2014, 1,1 milioni di euro sono stati destinati agli edifici scolastici per interventi di manutenzione straordinaria (302mila euro), realizzazione di nuovi spazi per far fronte all'aumento degli studenti (480mila euro) e per il completamento dei lavori nell'ex succursale dell'Istituto professionale Datini (360mila euro). "Negli ultimi 5 anni" (nel periodo in cui la città è stata guidata dalla giunta di Roberto Cenni, ndr) evidenziavano in un'interpellanza dello scorso febbraio presso il Consiglio Comunale le consigliere Lia Vanni e Ilaria Santi (Partito Democratico, quest'ultima oggi presidente del consiglio comunale) “Prato, che vantava un primato nella qualità degli edifici scolastici ha fatto passi indietro”.

Nell'interpellanza le consigliere evidenziavano come mancasse una “prospettiva sull'edilizia scolastica”. Con il cambio di giunta e l'arrivo sullo scranno cittadino principale del renziano Matteo Biffoni, le consigliere hanno tutto il tempo e la possibilità di invertire questo trend. Anche perché il nuovo governo cittadino sulla scuola non è partito, seppur non per propria colpa, con il piede giusto.

NOTE [1] dato tratto da: “La scuola pratese – rapporto 2013” pubblicato dall'Osservatorio Scolastico Provinciale di Prato a marzo 2014

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