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Pontifex e Avvenire contro vignetta di Vauro ad AnnoZero: “Offesa a papa e preti”

Il sito ultra-cattolico Pontifex, secondo quanto riportato da Giornalettismo, ha denunciato per “offesa a capo di stato estero” il vignettista Vauro, il giornalista Michele Santoro e il presidente della Rai Paolo Garimberti, con un esposto alla questura di Bari. Il motivo, una vignetta mostrata dallo stesso Vauro come di consueto verso la fine del programma AnnoZero, in onda su RaiDue giovedì scorso. Nel fumetto, appariva Benedetto XVI che, riferendosi al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi coinvolto nel recente caso Ruby, diceva: “Ze a lui piacciono tanto minorenni può zempre farzi prete!”. Appena esposta la vignetta, il sottosegretario Daniela Santanchè aveva lasciato indignata lo studio.

Bruno Volpe, direttore di Pontifex, si è scagliato contro il “programma fazioso, istigatore di odio e da estirpare come mestastasi”. “La ignobile vignetta finale del comunista Vauro”, continua, “ha offeso i cattolici e il papa, con un assurdo, volgare, trucido riferimento al tema della pedofilia nella Chiesa”. Secondo Volpe, Benedetto XVI è il papa che ha affrontato la questione della pedofilia clericale “con piglio, autorità e chiarezza esemplari”. Per l’offesa al papa chiede “l’oscuramento di quel programma, la cacciata immediata di Vauro” e invita a non pagare più il canone “ad una tv che ormai è più faziosa di Putin”.

Con un commento su Avvenire, quotidiano dei vescovi, anche don Maurizio Patriciello ha criticato la satira di Vauro. “Finalmente, stavolta qualcuno s’è indignato”, afferma, sperando che “in Italia ci sia più di qualcuno che comincia a farsi avanti e, senza ridere, dice chiaro e tondo che non si può continuare a infangare impunemente quegli onesti cittadini dell’Italia e del mondo che sono i preti”. Quelle vignette “dovrebbero far ridere tutti e invece, spesso, mortificano e uccidono nell’animo tanti innocenti”. La satira, continua il prete, è “il nuovo idolo davanti al quale inchinarsi”, “il diritto dato ad alcuni di dire, offendere, infangare, calunniare gli altri senza correre rischi di alcun genere”. Il parroco se la prende con quelli che, nello studio di AnnoZero, “ridono di un dramma atroce e di innocenti violentati”, “di me e dei miei confratelli sparsi per il mondo impegnati a portare la croce con chi da solo non ce la fa”.

Valentino Salvatore

I commenti più votati

  • Di alessio di benedetto (---.---.---.186) 24 gennaio 2011 13:33

    LA PEGGIORE DELLE GENIE CHE SI OFFENDE?

    Tony Bushby, l’autore de La Storia Criminale del Papato[1], conclude la sua esposizione dicendo che:

    “La moderna asserzione, secondo cui i papi hanno promosso il risveglio intellettuale dell’Europa costituisce un travisamento dei fatti particolarmente sfrontato. Il mondo comincia a essere consapevole del fatto che il papato, invece di aver guidato l’Europa lungo il cammino verso la civiltà, ha inaugurato, anche con i suoi migliori rappresentanti, secoli di conflitto e degrado. 

    L’ufficio papale è unico nella storia delle religioni, non solo per elevata quantità di loschi individui che hanno occupato il soglio pontificio, ma per il sangue che ha versato per difendere il proprio potere, la disonestà delle sue credenziali e il documentato tradimento dei propri ideali[2].


    [1] Tony Bushby, “La Storia Criminale del Papato”, in Nexus New Times 2007, nn° 68-70.

    Cfr.: http://portetemporali.splinder.com/tag/verit%C3%A0+negate

    [2] Idem, n° 70, 53.

     

    È sufficiente che Papa Wojtyla, prima che lo lasciassero tornare al cospetto del suo dio, abbia chiesto scusa per le carneficine compiute dall’Ekklesia? Il Vaticano è così reo confesso: massacri contro popolazioni inermi, torture inenarrabili e roghi interminabili contro gli “infedeli”. La legge degli uomini, la legge di un popolo civile, anzi dell’intera Terra, imporrebbe, pertanto, un’immediata azione legale, un processo per stragi contro l’umanità.Non a carico delle persone fisiche, ovviamente, ma a carico dell’ideologia che l’ha animata. Perché questo non avviene, dal momento che i capi ecclesiastici hanno ammesso la realtà storica dei loro crimini? Essi furono i mandanti. Gli esecutori materiali erano al loro servizio. Sono state computate in 200 milioni le vittime dell’Ekklesia di Roma, come è ampiamente emerso dal presente saggio.

    Perché non si espleta una sorta di processo di Norimberga religioso? Oppure i preti sono esonerati da qualsiasi dovere sociale: tasse, ordinamenti giudiziari, comandamenti biblici, semplice moralità quotidiana…? Troppo comodo così! Immuni da ogni legge, essi sono i veri detentori del potere temporale. Libera chiesa in uno stato tenuto sotto scacco. Capovolgiamo, perciò, il detto canonico e gridiamo in coro “In Ekklesia nulla salus”: solo nella chiesa non c’è salvezza, poiché chi aderisce al Vaticano, aderisce ad un’ideologia guerrafondaia che si è macchiata di stragi e malvagità d’ogni genere.

    Suonano perciò ancora attualissimi, pertanto, i concetti che espresse il presidente del consiglio, il cattolico Marco Minghetti alla camera dei deputati del giovane parlamento italiano l’8 maggio 1873:

     

     La libertà che chiede la Chiesa Romana non è la libertà come la intendiamo noi, cioè quella del diritto comune; è il suo contrario, cioè il privilegio, l’indipendenza dalle leggi dello Stato, la dominazione esclusiva sulla istruzione, sulla beneficenza, sugli atti civili. Questa non è libertà, ma monopolio, come non sarebbe libertà, per l’opposto, il negar alla Chiesa i diritti che deve avere ogni associazione[1]”. Noi chiediamo, come svegliandoci da un incubo: Il nostro presidente del consiglio Berlusconi sarebbe capace di pronunciare parole analoghe?

     

    DA: LA RELIGIONE CHE UCCIDE

    COME LA CHIESA DEVIA IL DESTINO DELL’UMANITÀ

    (Nexus Edizioni), giugno, 2010.

    517 pagine, 130 immagini, € 25

     

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    http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-religione-che-uccide.php

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    http://alessiodibenedetto.jimdo.com/novita-2010/

    http://alessiodibenedetto.blogspot.com/2010/04/fuori-della-chiesa-non-ce-salvezza.html

    http://alessiodibenedetto.jimdo.com...


    [1] Ernesto Rossi, Il Sillabo e dopo, Milano, Kaos Edizioni, 2000, 79.

Commenti all'articolo

  • Di alessio di benedetto (---.---.---.186) 24 gennaio 2011 13:33

    LA PEGGIORE DELLE GENIE CHE SI OFFENDE?

    Tony Bushby, l’autore de La Storia Criminale del Papato[1], conclude la sua esposizione dicendo che:

    “La moderna asserzione, secondo cui i papi hanno promosso il risveglio intellettuale dell’Europa costituisce un travisamento dei fatti particolarmente sfrontato. Il mondo comincia a essere consapevole del fatto che il papato, invece di aver guidato l’Europa lungo il cammino verso la civiltà, ha inaugurato, anche con i suoi migliori rappresentanti, secoli di conflitto e degrado. 

    L’ufficio papale è unico nella storia delle religioni, non solo per elevata quantità di loschi individui che hanno occupato il soglio pontificio, ma per il sangue che ha versato per difendere il proprio potere, la disonestà delle sue credenziali e il documentato tradimento dei propri ideali[2].


    [1] Tony Bushby, “La Storia Criminale del Papato”, in Nexus New Times 2007, nn° 68-70.

    Cfr.: http://portetemporali.splinder.com/tag/verit%C3%A0+negate

    [2] Idem, n° 70, 53.

     

    È sufficiente che Papa Wojtyla, prima che lo lasciassero tornare al cospetto del suo dio, abbia chiesto scusa per le carneficine compiute dall’Ekklesia? Il Vaticano è così reo confesso: massacri contro popolazioni inermi, torture inenarrabili e roghi interminabili contro gli “infedeli”. La legge degli uomini, la legge di un popolo civile, anzi dell’intera Terra, imporrebbe, pertanto, un’immediata azione legale, un processo per stragi contro l’umanità.Non a carico delle persone fisiche, ovviamente, ma a carico dell’ideologia che l’ha animata. Perché questo non avviene, dal momento che i capi ecclesiastici hanno ammesso la realtà storica dei loro crimini? Essi furono i mandanti. Gli esecutori materiali erano al loro servizio. Sono state computate in 200 milioni le vittime dell’Ekklesia di Roma, come è ampiamente emerso dal presente saggio.

    Perché non si espleta una sorta di processo di Norimberga religioso? Oppure i preti sono esonerati da qualsiasi dovere sociale: tasse, ordinamenti giudiziari, comandamenti biblici, semplice moralità quotidiana…? Troppo comodo così! Immuni da ogni legge, essi sono i veri detentori del potere temporale. Libera chiesa in uno stato tenuto sotto scacco. Capovolgiamo, perciò, il detto canonico e gridiamo in coro “In Ekklesia nulla salus”: solo nella chiesa non c’è salvezza, poiché chi aderisce al Vaticano, aderisce ad un’ideologia guerrafondaia che si è macchiata di stragi e malvagità d’ogni genere.

    Suonano perciò ancora attualissimi, pertanto, i concetti che espresse il presidente del consiglio, il cattolico Marco Minghetti alla camera dei deputati del giovane parlamento italiano l’8 maggio 1873:

     

     La libertà che chiede la Chiesa Romana non è la libertà come la intendiamo noi, cioè quella del diritto comune; è il suo contrario, cioè il privilegio, l’indipendenza dalle leggi dello Stato, la dominazione esclusiva sulla istruzione, sulla beneficenza, sugli atti civili. Questa non è libertà, ma monopolio, come non sarebbe libertà, per l’opposto, il negar alla Chiesa i diritti che deve avere ogni associazione[1]”. Noi chiediamo, come svegliandoci da un incubo: Il nostro presidente del consiglio Berlusconi sarebbe capace di pronunciare parole analoghe?

     

    DA: LA RELIGIONE CHE UCCIDE

    COME LA CHIESA DEVIA IL DESTINO DELL’UMANITÀ

    (Nexus Edizioni), giugno, 2010.

    517 pagine, 130 immagini, € 25

     

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    [1] Ernesto Rossi, Il Sillabo e dopo, Milano, Kaos Edizioni, 2000, 79.

  • Di Toscana (---.---.---.3) 24 gennaio 2011 21:14

    Scusate ma si tratta di una vignetta satirica, ne hanno fatte a milioni cos’è tutto questo scandalo oggi?
    Non capisco
    By Toscana

  • Di cc64k (---.---.---.185) 25 gennaio 2011 00:37

    Solo un commento:

    G R A N D E V A U R O ! ! !

    Forse era meglio aggiungere l’ipocrisa tra i vizi capitali!

  • Di (---.---.---.14) 25 gennaio 2011 14:54

    NON CI POSSO CREDERE! IL PAPA E TUTTO IL CLERO SI INDIGNANO PER LA VIGNETTA DI VAURO (SEPPUR BRUTTARELLA), MENTRE PER TUTTO IL CIARPAME E PORCHERIE CHE OFFENDONO LA DIGNITA’ DI NOI DONNE, COMBINATE DAL SIG. BERLUSCONI, PRENDONO SOLO DELLE PICCOLE DISTANZE, ADDIRITTURA RICHIAMANDO ANCHE LA MAGISTRATURA (CHE FA SOLO IL SUO MESTIERE!) A TENERE BASSI I TONI???? CHE SCHIFO MI VERGOGNO DI ESSERE CATTOLICA SE PER SEGUIRE QUESTA DOTTRINA DEVO ESSERE RAPPRESENTATA DA IPOCRITI E PER NIENTE INNAMORATI DI NOSTRO SIGNORE!!!!!

  • Di paolo (---.---.---.118) 30 gennaio 2011 09:15

    Cara signora o signorina xxx.xxx.xxx.14 , apprendo con particolare piacere che una vignetta di Vauro le ha aperto una visione critica sugli interpreti terreni della sua fede . Credo tuttavia che prima della vignetta di Vauro ci siano stati almeno gli ultimi 1.000 anni di storia dell’umanità che avrebbero dovuto indurla a qualche dubbio .

    Comunque ,come si dice , meglio tardi che mai .
  • Di pv21 (---.---.---.11) 30 gennaio 2011 19:58

    Messaggio negletto >

    Nel silenzio della Curia al cattolico Berlusconi (divorziato, risposato, riseparato e rifidanzato) continua ad essere impartita la comunione.

    Per la Cei è esercizio di equilibrio accomunare, nella lettura del “disagio morale”, sia i protagonisti di comportamenti contrari a sobrietà, correttezza e pubblico decoro, sia la contestazione (di parte) della presunta ingente mole di strumenti d’indagine attivati dagli inquirenti.
    In un quadro da “disastro antropologico” secondo la Cei è prova di pacatezza, nonostante l’indignazione, richiamare parimenti a capacità di “auto-limitazione” e serenità di giudizio sia i magistrati che esercitano l’azione penale, sia i detentori di quel potere politico-mediatico, fazioso e rissoso, portavoce di successo artificioso, guadagno facile, ostentazione e mercimonio.

    Il Vangelo ricorda che perfino Gesù, impugnando una frusta, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio.
    La forza di un messaggio è tutta nel peso e nel valore dato a Parola e Merito

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