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Politici Globe Trotters (e sindaci allegri... come quello di Bologna)

Politici Globe Trotters (e sindaci allegri... come quello di Bologna)

Prefazione e commento di Paolo Gastaldo all’articolo di Piero Ancona del 26/01/10 su Politica oggi in Italia.
 
La politica, scegliendo forme di consenso nominalista personalistico e maggioritario, sia su elezione sindaci che governatori regionali, ha introdotto negli anni ’90 criteri plebiscitari presidenzialistici modello americano ma senza contrappesi. Gli unici contrappesi, vista l’inefficacia dell’opposizione, sono legati all’azione della magistratura, che viene però continuamente attaccata e delegittimata!
 
La casta... in modalità bipartisan così malsopporta le intercettazioni telefoniche e le indagini che mettano luce di fronte agli elettori di sue gravi violazioni che testimoniano l’assoluta incontrollabilità di una classe politica che assomiglia più ad una corte decentrata, in ogni angolo o feudo del Paese che alla delega o corretto "contratto sociale" che dovrebbe stabilirsi in democrazia tra gli eletti e gli elettori! In cui i primi dovrebbero essere solo amministratori pro tempore della cosa pubblica da risponderne ai cittadini elettori ma che diventano invece corporazione tra altre che sotto forma di lobby condizionano e soffocano la distribuzione delle risorse alterando i bilanci, deviandoli e sprecandoli in inaccettabili usi personali o di gruppo e frazione!
 
Chi politicamente oggi ripropone la questione morale o la legalità viene definito giustizialista in modi spregiativi! I casi di sprechi e concussioni che vanno ad onor di cronaca sono così solo la punta dell’iceberg di un enorme spreco nazionale che avvelena la gestione pubblica distorcendo risorse pubbliche utili solo ad arricchimenti personali dei politici che rispondono poi a nomenklature e lobby d’ogni tipo comprese le mafie che creano localmente la politica che gli serve, ma solo ad alimentare il ciclo corruttivo concussivo e il voto di scambio conseguente, non solo ormai nel meridione.
 
La purga di Tangentopoli del 1992/93 ha così solo parzialmente evidenziato un fenomeno carsico organico e strutturale che alberga nascosto nella diseducata coscenza civile degli italiani! Popolo giovane dal punto di vista d’uno stato unitario, solo 150 anni, segnati da ben due guerre novecentesche sanguinose e rovinose che non ha saputo evolversi riproducendo come normalità ed accettazione culturale l’indebito arricchimento personale dei politici come realtà indiscutibile e silente fatalismo!
 
Quindi il post tangentopoli anni ’90 non ha affatto eradicato o posto correttivi anche culturali al fenomeno sociologicamente complesso che sta dietro antropologicamente a questi gravi difetti, insiti nella nostra cultura e forse anche dalla prevalenza del cattolicesimo come elemento perdonista e relativista che s’affermò anche nel tollerare i lussi sfrenati di una Roma dominata nei secoli dalla corte pontificia, modello di governo molto diverso dalla culture nord europee Luterane e Calviniste delle città stato anseatiche dei liberi mercanti e dei navigatori che hanno invece nei secoli inculcato nei popoli il controllo, l’osservazione sull’uso delle risorse collettive come normale elemento di gestione della cosa pubblica.
 
Ecco perché nel nord dell’Europa fatti come quelli descritti sarebbero inacettabili! Il che porta questi Paesi ad una superiore qualità nella gestione dei poteri locali, perché gli eletti per tradizione culturale sono solo dei semplici cittadini amministratori! E non come qui... novelli feudatari!
 
Pertanto l’idea che bastasse dopo la Prima Repubblica cambiare il sistema elettorale, ridurre il numero dei partiti introducendo il sistema americano od anglosassone... non è servita a nulla! Senza una battaglia di tipo culturale che nessuna forza politica, anche di estrema sinistra, ha mai voluto seriamente intraprendere, tranne alcune parole del pensiero di Enrico Berlinguer che morì anzitempo per realizzare compiutamente il suo disegno sulla "questione morale".
 
L’Italia quindi oltre che geograficamente è davvero la terra di confine tra il nord e il sud del mondo, alla grande creatività ed intelligenza di sue ecellenze in ogni ambito non corrisponde l’educazione e alfabetizzazione del popolo che senza guida e vadida formazione continua a riprodursi sui suoi mali antichi e simili a tutti i Paesi più arretrati del pianeta, ove si tollera che la ricchezza sia sprecata o concentrata in poche mani senza controlli e reale democrazia ed utilità sulle scelte collettive!
 
La riforma e/o rivoluzione democratica o innovazione dell’Italia nel 21° secolo non può passare quindi solo nell’innovazione tecnologica atta a competere sui mercati globali ma in una battaglia culturale a tutto campo che metta al primo posto la legalità, la formazione culturale e il rispetto delle leggi che devono essere applicate a controllo dell’esistente, di cui solo un popolo consapevole diventa tenutario, il cammino dell’evoluzione condivisa dei rapporti e relazioni economiche e sociali...
 
Quindi, se l’elemento fondativo è che il popolo è invece tenuto costantemente in condizioni di ignoranza, condizionamenti consumistici e disinformazione totale e deliberata di un regime che vuole solo autoriprodurre e conservare a sé stesso i privilegi, non può avvenire e non c’è democrazia, non ci sarà, ma si reitererà solo un’autocrazia inefficace, corrotta quanto rozza ed insensibile ai bisogni delle classi subalterne che tenderanno ad impoverirsi progressivamente e ad avere sempre meno capacità di incidenza sulle scelte!
 
Politici Globe Trotters (e sindaci allegri... come quello di Bologna), artcolo di Piero Ancona.
 
Praga, Gerusalemme, Pechino, New York, Parigi, Messico, Santo Domingo: sette dei viaggi compiuti dal Sindaco di Bologna di cui abbiamo notizia perché oggetto di verifiche da parte della magistratura.
 
Pare di capire che ci siano altri viaggi. E’ veramente stupefacente la quantità e la destinazione dei viaggi di un solo amministratore. Naturalmente sono stati tutti spesati con dovizia di rimborso-spese essendo il politico globe trotter equiparato nei regolamenti alle cariche più alte. Tra questi viaggi risulta come destinazione anche Cancun in Messico, una rinomata località turistica affacciata sul Mare dei Caraibi. Che cosa ci poteva essere di tanto importante per la Regione Emilia-Romagna in un posto come questo?
 
L’Italia ha qualcosa come 8000 comuni, centoventi province, venti regioni e tanti tanti enti pubblici o semipubblici di vario genere. Gli amministratori sono tutti stipendiati ed hanno autonomia di gestione della quale profittano fino in fondo. Guai a mettere in discussione la sacra "autonomia" degli enti locali. La grande tradizione municipalistica italiana che risale alle Repubbliche Marinare, ai Comuni ed alle Signorie è pronta ad insorgere subito. Ne vedremo di belle quando entreranno a regime le norme del federalismo fiscale.
 
Se si facesse il conto dei viaggi compiuti dagli amministratori e dai loro seguiti raggiungeremmo cifre astronomiche, milioni di chilometri. Tutti viaggiano per i motivi più vari. Gli amministratori dell’Amia di Palermo si recavano dieci volte l’anno negli Emirati Arabi.
 
Se si fruga senza troppa disattenzione tra le note spese presentate e riscosse dalla folla di voraci gaudenti per i quali non c’è mai crisi, troveremmo stranezze incredibili.
 
Naturalmente, è tutto legale. Quando c’è l’illegalità un’opportuna leggina ci mette rimedio come quella che consente all’aereo di Stato a disposizione del Presidente del Consiglio di imbarcare ospiti personali. Il ceto politico, i suoi parenti e famuli è diventato una enorme sanguisuga che riesce a drenare denaro e privilegi da una pubblica amministrazione tenuta in vita da tasse sempre più gravose da sopportare. Il suo costo è diventato troppo oneroso ed il suo distacco dalla gente sempre più incolmabile. L’omertà al suo interno è di stampo camorristico.
 
Bertinotti giustificò l’uso dell’aereo di Stato fatto da Mastella per assistere ad una partita di calcio con il figlio ed altri amici un "risparmio" e non si limitava da Presidente della Camera nelle trasferte.
 
Brunetta gratta dallo Stato centinaia di migliaia di euro l’anno che somma al suo stipendio di professore e chiede ai pensionati di rinunziare ad una parte delle loro misere pensioni per i giovani precari, pagati a due euro l’ora da imprenditori che imboscano all’estero centinaia di miliardi di euro.
 
Una situazione del genere non può durare a lungo. La corda è troppo tesa ma l’attenzione dei politici è concentrata sul rebus di come evitare a Berlusconi i processi o nelle alleanze di Palazzo con l’UDC piuttosto che con l’odiata sinistra proletaria.
 
Cresce tra la gente insoddisfazione ed anche odio. Non è detto che la sopportazione di squilibri e diseguaglianze possa durare in eterno. L’Italia ha ancora una cultura della coesione e dei diritti. Non è l’America che si rassegna a vivere in tenda e sopporta il peso della prepotenza dei banchieri facendosi abbindolare dalle bugie di Obama. L’Italia non sopporterà a lungo il calvario di cinque milioni di biagizzati a 400 euro al mese. Milioni di lavoratori sono sottomessi ad un logoramento dei loro salari a cui la CGIL vorrebbe mettere una pezza con qualche beneficio fiscale non rendendosi conto di diventare complice di una situazione insopportabile. La crisi è certamente oggettiva ma la sua gestione è odiosamente di parte. Prima o poi tutta la sofferenza sociale oggi compressa verrà alla luce!
 
Pietro Ancona

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