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 Home page > Tribuna Libera > Politica, il senso del fare nel tempo che scade e decade

Politica, il senso del fare nel tempo che scade e decade

Nel tempo vissuto nella storia che si è consumata, il dilemma di voler essere attori e autori del cambiamento ritrovandosi solo come semplici comparse, senza attenzione ai dettagli, agli eventi e alle vicende socio-politiche ed economiche.

Oggi riecheggia di continuo il richiamo a tre parole d’ordine: concretezza, pragmatismo, responsabilità. Parole legittime e necessarie, ma il “ben agire” è un’altra cosa. Siamo tempestati da troppe parole, astrazioni, ammaestramenti verbali, una consumata retorica, mentre i fatti conducono a considerazioni diverse, richiedono competenze diverse per fare e portare a casa risultati duraturi.

Fare bene per stare bene con senso e significato nella vita del nostro Paese richiede esercizio continuo, trovando, ogni giorno, equilibri cardine.Un senso per noi, per tutti. Occorre ridare significato alle relazioni deteriorate, ripristinando le occasioni d’incontro applicando la fecondità e la novità e ben depositando il senso di ciò che è fatto.

Ci vuole una più consapevole intelligenza collettiva che alimenti ed energizzi il complesso tessuto sociale, più preoccupato per il lavoro perso mentre indietreggia, in modo evidente, lungo l’asse della perdita di memoria in forme di “Alzheimer politico. Essere attori e autori consapevoli e responsabili, oppure comparse nei comizi e manifestazioni, senza possibilità alcuna d’incidere nella società: questo è il dilemma.

La società, con le sue decisioni e non decisioni, esprime la sua maturità o immaturità, consolida il suo modo attivo o passivo, positivo o negativo, di adottare valori o disvalori attorno ai quali fare esperienze di civile espressione democratica.

Nel comune respiro e intendere, si può ritrovare l’identità personale e collettiva per essere degni di svolgere il mandato di Popolo, capace d’indirizzare l’attività politica in “luoghi” delle dinamiche sociali che vanno interpretate in ottica multidisciplinare e non solo con “fare politico”.

È un errore regolare gli assetti sociali e politici solo tramite forze impersonali che non considerano le vicende proprie e umane, in genere, oltre l’indifferente difesa d’interessi privati. Occorre risvegliarsi da uno stato dormiente, esercitando l’attenzione ai dettagli, agli eventi, alle vicende socio-politiche ed economiche, al tempo vissuto, alla storia che si è consumata in questi anni.

L’attenzione alle “buone pratiche”, applicando regole condivise, spingendo per governare generando soluzioni creative, efficaci ed efficienti, suscita un nuovo stile di comportamento che adotta la visione della durata e dell’impegno responsabile per il futuro nei confronti di tutto e tutti, ove ciascuno sa di essere parte di un sistema che sa vivere.

Con la capacità di orientare, garantire e gestire gli spazi pubblici condivisi insieme alla memoria del futuro e della dignità delle persone, si permette di unificare le conquiste buone del passato legandole all’apertura al nuovo che ciascun essere porta al mondo. La vita sociale e civile va riempita di senso, attenzione e disponibilità nel trovare il significato che lega le connessioni degli uomini e della storia dell’Italia.

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