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Politica, PA e Informazione, gli anelli deboli dell’Italia, per Transparency International

Se per l’Eurobarometro speciale 374 ben l’87% dei cittadini italiani ritiene che la corruzione rappresenti il problema più grave del nostro paese, c’è un’organizzazione che ha analizzato in modo scientifico dove si annidano i mali cronici dell’Italia e come si possono risolvere.

E’ Transparency International Italia (TI-Italia), il capitolo nazionale dell’ONG leader nel contrasto alla corruzione e nella promozione della trasparenza, che ha presentato ieri mattina a Milano il Report NIS (National Integrity System) 2011, integrato nel progetto E-NIS (European National Integrity Systems), cofinanziato dalla Comunità Europea e che, in Italia, ha ricevuto anche il sostegno del Dipartimento della Funzione Pubblica.
 
La ricerca, che annovera per la prima volta l’Italia, oltre gli altri 26 paesi UE già presenti, assume come presupposto che la mancanza di trasparenza e integrità in una singola istituzione - tra quelle comprese tra Pubblica amministrazione, settore privato e società civile - determini un peggioramento della situazione della nazione, delle condizioni dei cittadini che vi abitano e sia una delle cause non secondarie della crisi economica.
 
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I 13 Pilastri del Sistema di Integrità Nazionale

L’obiettivo del lavoro è quello di misurare l'integrità del sistema paese, offrendo l’analisi e la valutazione di tredici diverse Istituzioni e settori (Parlamento, Esecutivo, Sistema giudiziario, Settore Pubblico, Forze dell'Ordine, Direzione Centrale Servizi Elettorali, Difensore Civico, Corte dei Conti, Autorità Anticorruzione, Partiti Politici, Mass Media, Società Civile, Business), definiti “pilastri” del Paese (vedi immagine), con centinaia di indicatori oggettivi, sia per quanto previsto da leggi e regolamenti, che per quanto realizzato in pratica.

 
Il NIS misurerà nel tempo i progressi avvenuti nel sistema di integrità nazionale, consentendo di comparare le “prestazioni “di diverse istituzioni e settori del Paese, identificando in maniera più efficace criticità e buone pratiche. Essendo inoltre la metodologia adottata per l'analisi identica per tutti i 27 paesi UE, i valori ottenuti potranno essere anche oggetto di confronto per ciascuno dei 13 pilastri presi in considerazione.
 
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Home Page di RiSSC, Centro Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità

TI Italia ha affidato la ricerca a Lorenzo Segato, direttore scientifico di RiSSC, Centro Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità, organizzazione non-profit da anni attiva nell'analisi di fenomeni criminali, sociali e criminogeni, nello sviluppo delle strategie di prevenzione e nella formazione specifica. Ed è stato proprio Lorenzo Segato che, nel corso della conferenza stampa, ha individuato quattro fattori che, più di altri, minano in maniera sostanziale l’integrità del sistema: “Lopacità normativa, lo scarso accesso alle informazioni, la debolezza dei sistemi di controllo e, infine, lo stato di conflitto tra istituzioni che spesso è sembrato prevalere sullo stato di diritto, inficiando il rispetto delle regole, indebolendo il rigore, incrinando l’immagine del Paese e l’autorevolezza dei servitori dello Stato”.

 
Per TI Italia, è quindi intervenuto Davide Del Monte, coordinatore del progetto, che ha sostenuto come “l’ostacolo maggiore risieda nel fatto che proprio quelle Istituzioni che avrebbero la possibilità, in virtù della loro autorità, di migliorare la situazione con leggi ed azioni di controllo più efficaci, sono le stesse che risultano maggiormente compromesse dai più bassi livelli di integrità e responsabilità. Risulta quindi prioritaria una riforma strutturale dei partiti politici e, allo stesso tempo, l’introduzione di codici di condotta rigorosi per i rappresentanti dei cittadini, con sanzioni adeguate”.
 
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Maria Teresa Brassiolo, Presidente Transparency International Italia

 E’ poi la volta di Maria Teresa Brassiolo (foto principale), presidente di Transparency International Italia, che ha sottolineato come un efficace contrasto alla corruzione deve partire dalle azioni dei singoli individui e della società civile nel suo insieme”. E’ quindi “necessario instaurare una cultura dell’integrità,della professionalità e dell’interesse collettivo, partendo fin dai primi livelli scolastici fino alle Università. Altrettanto importante è la credibilità deirappresentati politici e della Pubblica amministrazione che debbono essere scelti con la massima accuratezza e debbono fornire garanzia assoluta di trasparenza e competenza".

 
Non è certo un caso che il livello di fiducia dei cittadini italiani nella propria classe politica sia molto scarso e infatti la ricerca NIS 2011 evidenzia come i partiti politici siano l’istituzione con i più bassi standard di trasparenza, responsabilità e integrità (25 su 100 in ognuno dei tre indicatori). E a fronte di questi dati, difficilmente contestabili, è altrettanto verificabile come le attività di contrasto alla corruzione siano inadeguate, tanto che la presidente Brassiolo ha affermato che ”l’esecutivo in questi anni ha fatto solo metà di quanto avrebbe potuto fare per debellare il problema.
 
E “la metà” sembra essere persino un valore sovrastimato se si prende in esame il settore pubblico nel quale i “sistemi di rendicontazione e controllo della spesa sono estremamente deboli e inefficaci” come ha precisato laBrassiolo e “sono la fonte degli enormi sprechi di cui, ormai quotidianamente, abbiamo notizia. Ciò non può più essere accettato”.
 
A parere di Lorenzo Segato c’è un “pilastro critico” nel fabbricato Italia. E’ “la super-concentrazione del potere mediatico televisivo nelle mani dell’ex primo ministro e di centri di potere molto influenti”.
 
Risulta infatti evidente come “il settore dei media risulti particolarmente vulnerabile a interferenze esterneIn generale, il livello di indipendenza e integrità del settore è molto basso, ma internet, radio e carta stampata salvano in parte il settore da una valutazione ancora peggiore”.
 
Infine, per Del Monte, “l’assenza di una specifica Autorità indipendente,stabile ed efficace, è una lacuna che va colmata al più presto, così da allineare il nostro Paese alle più importanti convenzioni internazionali e, soprattutto, dare un impulso decisivo alla lotta alla corruzione. Le attività dell’Autorità Anticorruzione devono affiancare e rafforzare quelle, già positive, portate avanti dalla Corte dei Conti e dalla magistratura ”.
 
Alla conferenza stampa ha anche partecipato Piero Bassetti, Presidente della Fondazione Giannino Bassetti e primo Presidente della Regione Lombardia.
Segnaliamo tra i componenti dell’Advisory Board di NIS Italia 2011 – Sistemi di integrità nazionalePiercamillo Davigoattualmente magistrato della Suprema Corte di Cassazione, oltre a Michelangelo Anderlini, Maurizio Bortoletti, Michele Calleri, Andrea Di Stefano, Matteo Mecacci, Nicoletta Parisi, Ernesto Savona, Mariangela Zaccaria, Eugenio Zaniboni.
 
Ma TI Italia non si limita ad analizzare dati e situazioni, il report fornisce infatti preziosi suggerimenti quali l'istituzione di un'Autorità Anticorruzione già prevista dalle normative internazionali, l'approvazione di una legge anti corruzione ferma in Parlamento perché una parte consistente ne blocca intenzionalmente l'iter, la creazione "di efficaci codici di condotta per i membri dell'esecutivo e del Parlamento" con sanzioni concretamente applicabili. E molto altro ancora.
 
E verrebbe da pensare se non sia più sensato per la classe politica investire tempo sui suggerimenti di Transparency International, perché un’Italia delle mazzette o della scarsa trasparenza tiene lontano gli investitori esteri più di un misero Articolo 18.
 
In conclusione c’è da chiedersi se quell’87% di italiani che si sono pronunciati contro la corruzione sia anche convinta che sono i comportamenti individuali quelli che fanno cambiare rotta al paese, piuttosto che inutili lamentele.
Speriamo così che vinca, almeno questa volta, l'ottimismo della volontà sul pessimismo della ragione 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.206) 30 marzo 2012 14:36

    Caspita, veramente interessante! Grazie per occuparvene e sopratutto di informare noi cittadini dei risultati di queste ricerche. Mi pare di capire che dalla politica/partiti non dobbiamo aspettarci un granchè, essendo loro tra i maggiori usufruitori della non trasparenza, dobbiamo quindi alzare la guardia noi società civile.
    P.S. : dato che è di attualità l’art. 18, mi ha stupefatta rilevare quanto sia indispensabile nel Pubblico Impiego che altrimenti correrebbe il rischio di veder licenziati i funzionari a ogni cambio di governo che li sostituirebbe con personaggi più "affini".
    Grazie e complimenti per l’articolo.

  • Di Giorgio Zintu (---.---.---.203) 30 marzo 2012 14:49
    Giorgio Zintu

    Grazie per l’apprezzamento. Ho capito con ritardo che l’informazione è importante perché determina la nostra percezione della realtà. Difficilmente la stampa ufficiale si interessa di questi aspetti portando tutti alla conclusione che non c’è niente da fare. Come dice Transparency International, la corruzione non è un destino ineluttabile, piuttosto un problema culturale.

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