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 Home page > Attualità > Società > Poletti e la concezione del lavoro e della scuola

Poletti e la concezione del lavoro e della scuola

Tre mesi di vacanza sono troppi, dice il ministro Poletti (che dovrebbe occuparsi di lavoro e non di scuola).
Facciamo che un mese in estate li facciamo lavorare.

"Non ci dobbiamo scandalizzare se per un periodo i nostri giovani fanno un’esperienza formativa nel mondo del lavoro" E ha anche aggiunto: non c'è nulla di strano “se un ragazzo lavorasse tre o quattro ore al giorno per un periodo preciso durante l’estate, anziché stare solo in giro per le strade”.



Siccome, dice la vulgata popolare, non c'è il lavoro per gli italiani (adulti), che razza di lavoro andranno a fare i giovani italiani? Verranno pagati?

Dunque, anziché tenere le scuole aperte d'estate per fare formazione, laboratori, approfondimenti, mandiamoli a lavorare. Non si sono i soldi per tenere aperte le scuole nemmeno di sabato...

 

Foto: BiblioArchives/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.164) 25 marzo 2015 16:27

    A parte l’assurdità di mandare in giro qualche milione di ragazzini a cercarsi un lavoro (in nero e sottopagato) in un periodo di forte disoccupazione, c’è un problema più grave.

    La scuola è (almeno fino ai 16 anni) una corveè, cioè un lavoro obbligatorio e non retribuito per la comunità.
    Nove mesi l’anno, 30-40 ore la settimana. In una scuola che ha l’obiettivo dichiarato di combattere la cultura autodidatta ed insegnare l’obbedienza ai lavoratori di domani: insomma una scuola per servi.
    Direi che sarebbe meglio parlare di limitare la scuola, un max di 20 ore settimanali, per 7-8 mesi l’anno.
    Cosa fare nel resto del tempo? Studiare, imparare, conoscere, crescere: tutte cose che a scuola sono quasi proibite.

  • Di (---.---.---.130) 25 marzo 2015 20:04

    Quale ricambio >


    DAL declino di Berlusconi è risalito Grillo, DA Grillo è spuntato Renzi, DA Renzi è sortito Salvini, da ….

    Una marea di slogan sempre montante. A parole tutto si muove.

    Dando uno sguardo al futuro.

    Chi è capace di “vedere” (o solo immaginare) che razza di “leader politico” sarà il prossimo?

    Tipo Orfini (ex D’Alema) o la Moretti (ex Bersani) pronti a saltare sul carro più veloce?

    Forse è il caso di fare stop per un Ritorno alla Meta

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