• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Pippo Fava, i giovani e il dopo-Ciancio

Pippo Fava, i giovani e il dopo-Ciancio

 

Gli amici di Ciancio? Siamo noi. Facciamo ottimi siti, giornaletti e giornali, avremmo le forze per fare un’informazione non inferiore alla sua (specie ora che c’è internet), ma ci ostiniamo a restare ognuno per sé, senza osar fare il salto di qualità, il "tutti insieme" che ci consentirebbe di cambiare Catania da così a così.

Stiamo dando una mano a Ciancio. Chi? Noi qui, intanto: e poi tutti gli altri giornali giornaletti siti e contrositi "alternativi" di Catania. Che sono tanti, in realtà, e ancora ne vengono fuori. "C’è spazio per tutti", dice qualcuno.

Ecco, il problema forse è proprio questo. Di spazio ce n’é quanto ne vogliamo, se ci contentiamo - e ci contentiamo - di essere la nicchia "contro", la "voce alternativa" e tutto il resto. Invece ce n’è di meno, o almeno bisogna conquistarselo a caro prezzo, se l’idea è di fare alternativa davvero, cioè di raggiungere e superare il peso di Ciancio nell’informazione catanese.

Ma questo è un obiettivo che, giorno dopo giorno, ormai nessuno si pone più. Se l’era posto Giuseppe Fava, e poi i suoi continuatori fino al tentativo di quotidiano nel ’93. Da allora, tanta generosità ma anche tanta implicita rassegnazione.

Giornali e siti sono venuti avanti più per testimonianza che sperando di farcela davvero. Coraggiosi tutti, e spesso anche di buon livello; a volte anche di prestigio nazionale, come Casablanca. Ma con un minoritarismo d fondo, orma profondamente introiettato. E questo, naturalmente, ha generato a sua volta tutta un’ideologia, e dei comportamenti conseguenti. Ciascuno ha fatto per sé, considerandosi di fatto autosufficiente. Casablanca è stata lasciata affogare - ed era costata sacrifici terribili, soprattutto a Graziella Proto - nella più scettica indifferenza. Non s’è mai stabilito un rapporto qualunque, e neanche in generale ci si è provato, fra testate del web e testate stampate. Non c’è mai stato coordinamento, e quel poco s’è dissolto subito, coi videomakers che per un momento sono stati la cosa più interessante della Sicilia. Le inchieste sono state condotte quasi sempre separatamente e si potrebbe dire anche, a volte, con gelosia.

Ci sono responsabilità precise, nomi e cognomi, in tutto questo. Ma non hanno importanza. Non è importante sapere se era Toro Seduto che non voleva mettersi d’accordo con Nuvola Rossa o viceversa. Importante, e catastrofica, era la cultura diffusa per cui ciascuna tribù si difende la sua valle, e al diavolo tutto il resto. Un solo errore, semplice e condiviso da tutti: ed è bastato.

Basterà anche qui, se non ci diamo una mossa. Bisogna integrare subito le varie testate e i siti - oppure chiuderle tutte subito, ché non servono a niente.


C’è stato un fattore importante, quest’anno, anche se quasi nessuno se n’è accorto. Ed è che il baricentro dell’informazione "altra" s’è spostato, con la Periferica e i Cordai, nei quartieri. In entrambi i casi, supportato e accompagnato da una serie di attività concrete di base, di intervento sociale, da un circuito virtuoso, di mutuo rafforzamento, che può diventare modello dappertutto.

Ecco, di questo vorremmo parlare quando si parla di Giuseppe Fava. Non servono a molto le commemorazioni, e neanche le presenze occasionali, di nostalgia (il gruppo "storico" dei Siciliani, salvo poche eccezioni, manca ormai da Catania da molti anni: e non è solo un’assenza fisica). No, qui c’è proprio da mettersi a lavorare professionalmente, e tutti insieme.

L’esperienza dei Siciliani, a partire da Giuseppe Fava ma anche dopo, ha mostrato che con organizzazione e volontà si possono ottenere dei risultati. Io penso che è il momento di riprovare. Catania, fra le sue tante disgrazie, ha sempre avuto - almeno - una buona minoranza di giovani non banali. Questo potrebbe riessere un momento loro.

("Ma che c’entro io, che sono di Milano, con tutto questo?". Beh. Credi di essere ancora di Milano ma in realtà, se ci rifletti bene, sei catanese anche tu. Tutta l’Italia è diventata una grande Catania, purtroppo).

Info: incontro il 5 gennaio alle 20.30 a Catania (a CittaInsieme), con Periferica, Cordai, Step1, UCuntu, Casablanca, Catania Possibile, altri gruppi locali e Liberainformazione.

* * *

Notizia, a pensarci bene, correlata

Usa. Internet (40 per cento) batte i giornali di carta (30 per cento) come prima fonte d’informazione (40 per cento contro 30 per cento). Fra i giovani 18-29 anni internet raggunge anche la televisione.

Commenti all'articolo

  • Di mabo (---.---.---.169) 31 dicembre 2008 18:26

    Non vedo all’orizzonte segni di riscatto in questa città. Abito qui da circa trenta anni e l’ho vista sprofondare nella totale indifferenza o meglio connivenza, a volte consapevole a volte no. C’é qualcosa in questa città  che possa far pensare ad una posto evoluto ? Io non riesco a coglierla, forse perché accosto termini di paragone molto distanti, o forse perché non ho mai sopportato la maleducazione. Un’informazione veramente libera e indipendente è necessaria ma non sufficiente. Credo che i Catanesi sappiano come stanno le cose ma non hanno interesse a cambiarle perché si sono assuefatti. Affinché si concretizzi l’effetto informativo è necessaria una fonte emittente ed una ricevente, quando la prima è carente o faziosa e la seconda indifferente ( ad eccezione dei gruppi elencati nell’articolo) ci si trova in una situazione disastrosa, come appunto succede qui.

  • Di Gianni (---.---.---.107) 6 gennaio 2009 12:04

    Condivido buona parte del tuo pensiero, ma forse sei un pò troppo severo. E’ vero che nella storia l’individualismo tipico siciliano ha fatto più danni che altro, ma è pur vero che bisogna fare i conti con un colosso come Ciancio,ed il suo potere intrecciato tra imprenditoria politica e false complicità. Per non parlare del benestare di quella che dovrebbe essere la concorrente diretta di Ciancio, La Repubblica di Scalfari che continua a tacere sull argomento, accontentandosi di fare informazione solo a Palermo e lasciando Catania in mano ai potenti.

  • Di agatino (---.---.---.23) 16 marzo 2009 10:28

    Pippo Fava ve lo siete venduto.Per primo il figlio, poi voi e la Sinistra tutta che avete le mani in pasta come tutti gli altri. Berlusconi è il degno rappresentante di questa borghesia di merda e Bianco idem. 

    • Di riccardo orioles (---.---.---.21) 16 marzo 2009 12:36

      Caro Agatino,
      ho sessant’anni, non ho casa nè stipendio nè pensione: eppure faccio il giornalista professionista da trent’anni. In tutto questo tempo ho continuato a seguire la strada di PIppo Fava, a lavorare per il bene della tua città. Non sono solo: non sono con me i migliori dei ragazzi (di allora) dei Siciliani (Fabio D’Urso Piero Cimaglia, Lillo Venezia, Graziella Proto, Giovanni Caruso, ecc.), ma ogni anno nuovi giovani sono venuti a unirsi, fra mille sacrifici e difficoltà, in questa lotta: Pippo Scatà, Leandro, Perrotta Massimiliano Nicosia, Mirko VIola e altri ancora. Facciamo due buoni e diffusi giornali di quartiere nei posti più abbandonati di Catania (La Periferica a LIbrino, i Cordai a San Cristoforo). Facciamo diversi ottimi siti internet e il principale, www.ucuntu.org (dagli un’occiata) ha più di tremila visite ogni volta.
      Facciamo tutto questo, da anni e anni, perdendoci tempo e soldi, senza ambizioni personali, senza guadagnarci niente, per fedeltà a Pippo Fava e alla sua lotta.
      E tu? Che cosa fai tu, per Catania, invece? Scrivimi, mettiti a disposizione, lotta con noi anche tu. E’ facile criticare senza far niente. Se ci contatterai, e ti metterai umilmente a lavorare insieme con chi lo fa da tanti anni, sarai una persona seria e non (come semra finora) un fighetto qualunque. Se no, sei semplicemente un chiacchierone e un vigliacco.
      Riccardo Orioles
      [email protected]
      www.ucuntu.org

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares