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Pineta Bene Comune. Tutelare la biodiversità o cedere alle biomasse?

La pineta vista da Castiglione della Pescaia

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA - Se la pineta fosse solo un limitato insieme di singoli alberi, la mobilitazione del comitato grossetano Salviamo le pinete somiglierebbe alla consueta iniziativa ecologista del no a qualsiasi progresso, vero o più spesso spacciato per tale. Ma, come osserva il dottor Ugo Corrieri, animatore del progetto Pineta bene comune e psichiatra di professione , solo vivendo l’ambiente della “Pineta” ci si rende conto che la sua estensione, dal Parco dell'Uccellina sino a Castiglione della Pescaia passando per Principina a Mare e Marina di Grosseto, la sua imponente bellezza e l’apprezzabile integrità la rendono un luogo unico: 15 chilometri, 400 ettari, in gran parte area naturale protetta a protezione integrale, riconosciuta come Sito di interesse comunitario (SIC), Zona di protezione speciale (ZPS), Area Natura 2000 e Sito di interesse regionale (SIR). 

Franco Tassi

Eppure quello che a prima vista appare come un paradiso è minacciato da alcuni parassiti e dal rischio incendi, tanto che il vice sindaco di Castiglione della Pescaia li ritiene motivi validi per fare pulizia nel sottobosco ed eliminare gli alberi malati. Sembra sia meglio avere una pineta fruibile per tutte le attività umane che un bosco pieno di problemi.

E' davvero così? L’Italia verde sembra ultimamente attraversata da parassiti di vario genere - gli ulivi pugliesi insegnano - ma è sempre necessario tagliare? E la biodiversità, di cui si parla senza probabilmente averne percepito l’importanza, e le dimensioni non valutabili economicamente sono fattori di cui tener conto oppure no?

 Sicuramente ci sono opinioni diverse in proposito, dipende dai “valori” di riferimento, mentre le decisioni sono una semplice conseguenza. E se la Politica è il luogo naturale delle decisioni, il progetto Pineta Bene Comune nato sullo spirito della legge 46 del 2013 della Regione Toscana fornisce una novità basata su un interessante processo di democrazia partecipativa: si coinvolgeranno i cittadini nel fornire agli Amministratori pareri importanti che interessano l’intera comunità. E’ previsto anche un indispensabile supporto tecnico fornito dalla società di consulenza Simurg Ricerche.

A fornire ai cittadini una versione scientifica della situazione della Pineta ci hanno pensato i professori Alessandro Chiarucci dell’Università di Bologna e Franco Tassi, coautore della notissima Guida alla natura d’Italia. E’ il professor Chiarucci a chiarire che parlare di pineta è sbagliato se ci si riferisce solo gli alberi che la compongono. In realtà l’ecosistema vede convivere numerose specie di animali o organismi viventi che spesso coesistono nel medesimo ambiente perché non competono per la stessa risorsa. Maggiore è la varietà, maggiore sarà la biodiversità, alla quale l’uomo deve la propria esistenza: i processi di impollinazione delle piante o il ruolo svolto da alcuni microrganismi nell’arricchimento del suolo sono solo alcune delle espressioni della biodiversità.

Per il professor Tassi, Pino domestico e Pino marittimo fanno parte integrante, insieme al Cipresso, del paesaggio toscano disegnato dall’uomo. E’ però il sottobosco l’elemento essenziale che conserva e sviluppa la biodiversità. Eliminandolo salterebbe l’intero equilibrio della pineta. Persino gli alberi “malati”, nelle aree di protezione, possono essere visti più che come legna da ardere come opportunità di vita per alcune specie di uccelli e microrganismi. Ma è possibile – chiede Tassi – operare scelte che riguardano la natura privilegiando le dimensioni non strettamente economiche, legate al tempo libero, quelle che soprattutto all’estero sono conosciute con il nome di Outdoor recreation? In una società avanzata, aggiunge il professore, anche l’aspetto etico o l’ispirazione artistica sono fattori senza i quali qualsiasi futuro sarebbe difficilmente immaginabile.

Daniele Govi, Catalogo "d'alberi, sofferte forme..."

A questa visione si è ispirato il pittore Daniele Govi che per non dimenticare l’incendio del 2012 che distrusse 1500 pini ha allestito a Castiglione la mostra “d’alberi, sofferte forme” con 384 acquerelli. Come ricorda la storica dell’arte Marcella Parisi, quegli acquarelli devono far riflettere su “quel paesaggio, intenso e emozionante…quella ricchezza spontanea, gratuita, non ci spetta di diritto ma è un’eredità collettiva, frutto dell’azione di intelletti illuminati guidati dal sapere…”. 

L’impegno di Govi, la sua sensibilità, servirà alla tutela della pineta ma la riuscita del progetto che coinvolge i comuni di Castiglione della Pescaia, Grosseto e Magliano non può fare a meno del coinvolgimento dei cittadini. In questa direzione vanno le sei escursioni, a partecipazione libera, che consentiranno di conoscere da vicino la situazione di ogni singola area della pineta. I laboratori che seguiranno serviranno invece a confrontare proposte e soluzioni applicabili.

Sulla pagina Faceboook Pineta Bene Comune è possibile rimanere aggiornati su orari e date delle escursioni e sui laboratori in programma. 

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