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Pietro Mennea ci ha lasciato

All’età di 61 anni è morto Pietro Mennea la “Freccia del Sud”

All’età di 61 anni ci ha lasciati Pietro Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e primatista mondiale dei 200 metri dal 1979 al 1996. Il campione, soprannominato “Freccia del Sud”, da tempo lottava con un male incurabile ed è morto in una clinica romana. Nato a Barletta nel 1952, al di fuori dello sport è stato avvocato e politico. Nel 2006 ha fondò insieme alla moglie Manuela Olivieri la “Fondazione Pietro Mennea”, la quale sostiene la ricerca medico-scientifica oltre che associazioni culturali e sportive. Tra gli obiettivi la lotta al doping, attraverso la diffusione dei valori nel mondo dello sport.

Pietro Mennea, il grande, anzi grandissimo atleta azzurro che per quasi vent'anni, dal 1979 al 1996, riuscì a difendere il primato mondiale dei 200 metri piani conquistato in un giorno di gloria alle Universiadi di Città del Messico. Ci ricordiamo tutti la sua partenza dai blocchi piuttosto lenta, più o meno come quella di un altro grandissimo, Carl Lewis, ma poi bastavano pochi metri perché il suo movimento si facesse armonioso ed elegante, efficacissimo e vincente. Del resto, come abbiamo visto, il suo record del mondo rimase imbattuto per parecchi anni.

“Scompare un asceta dello sport, interpretato sempre con ferocia, volontà, determinazione”, così Livio Berruti, medaglia d'oro nei 200 metri alle Olimpiadi di Roma 1960, ha ricordato così Mennea: «È stato un inno alla resistenza, alla tenacia e alla sofferenza. All'atletica italiana manca questa grande voglia di emergere e di mettersi in luce. Tra noi c'è stato un rapporto molto dialettico, per lui l'atletica era un lavoro, io lo facevo per divertirmi; lui era pragmatico, io idealista”.

Credo che noi italiani abbiamo e conserveremo di quest’uomo un orgoglioso ricordo. Morire a sessanta anni, nella nostra epoca, vuol dire morire giovani e ci pare un ulteriore tristezza constatarlo. Era un uomo semplice, direi proletario se non fosse un termine desueto, ma pieno di cultura della vicinanza e di grandi attenzioni per gli altri.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Giacomo Nigro (---.---.---.200) 22 marzo 2013 11:43
    Giacomo Nigro

    Un grande e commosso applauso ha accolto la salma di Mennea al palazzo del Coni. Particolarmente commosso Franco Carraro, membro del Cio, che non è riuscito a trattenere le lacrime abbracciando la moglie del campione olimpico. Ancora un ricordo va al Grande Pugliese di Barletta che ha inorgoglito la sua regione per molti anni nello sport e nell’ipegno sociale specchiato.

  • Di GeriSteve (---.---.---.155) 22 marzo 2013 12:48

    Buono l’articolo, ma pessimo il "commento" aggiuntivo dello stesso autore.

    Il punto è che Mennea nella sua profonda onestà ha respinto il miraggio di doparsi per migliorare le sue prestazioni.

    Il CONI invece ha formalmente combattuto ma in realtà promosso il doping: ricordiamoci il caso Conconi, e ricordiamoci che il CONI ha sempre incassato soldi dallo sport passivo (totocalcio ecc:) e persi (spende soldi) con lo sport attivo (impianti sportivi ecc.).

    Questo spiega perchè, sostanzialmente, nella lunga guerra di Mennea contro il doping il CONI non è stato certo un alleato.

    GeriSteve

    • Di Giacomo Nigro (---.---.---.200) 22 marzo 2013 14:37
      Giacomo Nigro

      Da parte mia condivido la sostanza del commento di GeriSteve, anche se non capisco l’apprezzamento di "pessimo" assegnato al mio, che voleva semplicemente evidenziare la commozione umana di un Uomo che, pur essendo stato Presidente del Coni, si è appalesato commosso in una sede prima umana e poi istituzionale; i funerali si sono tenuti presso il Coni appunto. Inoltre essendo io pugliese ho voluto precisare i contorni della mia partecipazione al lutto. Niente di più, niente di meno.

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