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Picchiati in discoteca perché gay. Il racconto di Marco Coppola

 Qualche giorno fa, in privincia di Varese, alcuni ragazzi che si abbracciavano pubblicamente e ballavano tra loro nella nota discoteca Justin, chiusa ora per 15 giorni, sono stati aggrediti dal buttafuori. 

 Una delle vittime, Marco Coppola, membro di Arcigay, racconta in un'intervista cos'è successo durante quella serata. Il suo fidanzato è stato preso per il collo dal buttafuori e insultato, lui è caduto per le scale. Sono finiti tutti al pronto soccorso per le lesioni ricevute, compresi gli amici che li hanno difesi. 

Esiste anche una versione contrastante, secondo la quale i ragazzi avrebbero avuto atteggiamenti molesti e solo dopo sarebbe scoppiata una lite. 

Comunque sia, l'uomo della sicurezza era un nordafricano e secondo la legge Mancino, se i ragazzi vittima dell'aggressione lo avessero insultato sarebbero stati punibili. Marco si lamenta del fatto che questa legge si limiti a difendere solo alcune categorie, ed esclude le aggravanti per chi insulta i gay. Nessun governo ha mai promosso modifiche in questione.

"Assolutamente in Italia l'omofobia esiste, in diverse forme" afferma il giovane. "L'invisibilità ci porta ad avere paura".

Conclude dichiarando che Arcigay si costituirà parte civile nel processo. Intanto imperversano le critiche e le azioni politiche. Anna Paola Concia prevede un'interrogazione parlamentare ai ministri Fornero e Cancellieri per chiedere quali azioni intendono intraprendere per combattere l'emergenza della violenza omofoba e transfobica nel nostro paese.

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