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Perdere una foresta, perdere delle vite

Secondo l'ONU, il 2,2% (circa 1687000 ettari) del Pakistan è coperto da foreste. Il Pakistan aveva 340.000 foreste. C'è stato un cambiamento importante tra il 1990 e il 2010. Il Paese asiatico ha perso una media di 42000 ettari di verde ogni anno. Le foreste pachistane ospitano 1027 specie conosciute di anfibi, uccelli, mammiferi e rettili. Di queste, 3,5% sono endemiche, cioè non esistono in altri Paesi, e il 5,5% è in pericolo.

Khurshid Ahmed, un ambientalista della università di Peshawar, sostiene che la maggiore parte degli alberi del Pakistan è stata spazzata via dalle recenti piogge “ad altà velocità”, le quali non solo causano danni agli habitat, ma frenano anche lo smottamento dell'acqua piovana nei torrenti e fiumi. Anche le costruzioni abusive sulle rive del fiume hanno rallentato il corso dell'acqua.

In agosto, nella parte meridionale del Paese, le precipitazioni hanno superato il 270%. In settembre, i monsoni erano quasi il 2% in più sopra la norma.

Circa 5,3 milioni di persone sono state colpite dalle piogge di questo anno.

Ecco alcuni dati:

- 370000 persone vivono ancora nelle tende.

- 200000 persone sono senzatetto.

- 300 persone sono morte

- 1,7 milioni di ettari di terra arabile, divenuta inagibile.

Le autorità competenti dovrebbero intervenire al più presto per controllare il ritmo della deforestazione. Senza una azione concreta, sopravvivere in Pakistan diverrà molto difficile e lo porterebbe nelle condizioni, ad esempio, dell'Etiopia, la quale ha perso tre quarti del poco bosco rimanente negli ultimi 25 anni. La foresta ora è meno del 3% del territorio nazionale. E' sempre la stessa storia: l'avidità dei vecchi tiranni al potere, le politiche agricole prive di senno, la disperata corsa nel deforestare per l'estrazione del (potenziale) petrolio. Dal 1985, anno del Live Aid, la produzione del cibo è diminuita di due terzi, affamando così il doppio degli etiopi.

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