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Perché cantare Bella Ciao il 25 aprile 2020 da casa (VIDEO)

#BELLACIAOINOGNICASA non è un ordine, forse è un invito, scritto in maiuscolo. Capisco che può sembrare perentorio e desta un brutto effetto. Dopo pochissimi giorni torno a scrivere di nuovo sul 25 aprile e Bella Ciao che sembra dare fastidio non più solo a destra che annuncia il suo ritorno per strada ma anche a quella parte di... e loro simpatizzanti che di certo si sentono altro, altro dalla gente che legge Repubblica, che vede la tv nazionale, i borghesucci, e quelli che hanno ripreso a stimare certi figuri della politica, o ripescato sardine senza più la piazza.

Tantomeno la gente che si stringe con altri, senza conoscersi eppoi ora che dobbiamo stare a distanza... Eh si, abbiamo paura di finire in ospedale,perchè siamo vecchi, perchè abbiamo dei bambini,nostri o di amici, perchè abbiamo già perso tantia noi cari. 
 
Ripeto che temo di non sbagliare, nel ritenere che la maggior parte dei giovani sappia poco o niente del 25 aprile,che poi è una data, preparata da tante altre giornate nel 1945 e seguita da tanti altri episodi, di giovani anziani donne nella nostra Italia, di 75 anni fa.
 
Per giunta io sono stonata, lo sono da sempre ma quando ero piccola, vidi come una liberazione alle elementari, frequentare il coro di esperanto: andavo due pomeriggi a settimana, io che potevo uscire solo per imparare a nuotare bene al Coni, al foro Italico di Roma. A me non piacevano le gare, non piaceva la pistola che sparava la partenza, non mi piaceva arrrivare prima, né seconda e né terza, e mi misi più di una volta con una ragazzina ebrea che si chiamava Marina e non ricordo altro, ad arrivare per ultime. E tornando al coro, la maestra di canto mi mise tra le voci maschili, tra i bassi e disse che ci stavo proprio bene: lì a 13 anni baciai, tornando a casa da una prova, anche il mio primo fidanzatino e non ci fu seguito. Forse ci insegnarono l'Inno di Mameli, forse anche altre canzoni famose, io non ricordo niente senonché come sempre che amavo la Musica e stare insieme a gioirne con altri.
 
Ho trovato tanti video in cui si canta Bella Ciao, sarebbe magnifico che potessimo farlo insieme... come quello che ha organizzato per il 25 Aprile 2020 il coro ANPI "Livio Cesana" di Biassono per i 75 anni dalla Liberazione: "Un canto realizzato a distanza per via della quarantena da Coronavirus. A distanza, ma vicini nel cuore e saldamente uniti dai sentimenti di giustizia, libertà e fratellanza. Buon 25 Aprile".
Sapete che vi dico che amo talmente Giorgio Gaber che la canterò con lui e con chi ama la Libertà e non vuole morire e far morire il ricordo di chi ha perso la vita per difenderla.
E se cantassi Bella ciao con queste voci anonime e comuni come la mia che stavano in piazza in passato per strada, a difendere e ricordare chi è morto per la Libertà, dovunque sia? Ce la faremo, a superare anche questa giornata. Grazie
Doriana Goracci

n.b.6000 sardine e Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI hanno organizzato per il 25 aprile Bella Ciao in ogni casa, evento organizzato su Facebook.
 
"Il 25 Aprile, alle ore 15:00, dai nostri balconi canteremo “Bella ciao”, perché la memoria non sia solo un ricordo ma una conquista quotidiana. Il 25 aprile 2020 ricorre il 75º anniversario della liberazione dal Nazifascismo. 75 anni di coraggio, di dignità, di resistenza, di libertà di pensiero per il nostro Paese, ferito dalle conseguenze di una guerra che ha lasciato profonde ferite nella nostra memoria. Sulle montagne, nei fienili, nelle campagne i cittadini riuniti intorno al comitato nazionale di liberazione diventavano partigiani, uomini che si sono sacrificati per contribuire alla liberazione dell’Italia dai nazisti. I nomi dei caduti sono scolpiti nella pietra di tantissimi territori, il loro canto ha riempito le nostre piazze fino a quando queste potevano essere gremite di gente.
 
Oggi questo canto è un inno mondiale alla libertà, alla dignità di interi popoli oppressi che trovano nella parola “partigiano” il coraggio di ribellarsi a ogni tipo di invasore. È per noi un dovere dare spessore alla memoria storica, trasmetterla alle nuove generazioni, spiegare che la libertà di oggi è il frutto del sangue di ieri. Il 25 aprile è, e rimarrà, la Festa della Liberazione e della Resistenza."

Commenti all'articolo

  • Di Giorgio Zintu (---.---.---.191) 24 aprile 2020 20:41
    Giorgio Zintu

    Non trovo una parola sul fatto che per la prima volta nella storia della Repubblica non ci sarà alcuna manifestazione pubblica nelle piazze per il 25 Aprile. Eppure sarebbe stato giusto indignarsi perché un decreto quale quello iorestoacasa non è neanche passato per le Camere. Persino Sabino Cassese ha detto: "“La pandemia non è una guerra. I pieni poteri al governo non sono legittimi”. Ma si sa la Costituzione è un elastico che si tira dove fa comodo per giustificare tutto.

    • Di Doriana Goracci (---.---.---.149) 25 aprile 2020 00:37
      Doriana Goracci

      le riporto il testo integrale del presidente Mattarella. Per quanto mi riguarda in questo post che ho scritto, come il precedente, nutro forti dubbi che buona parte del popolo italiano sappia davvero e voglia sapere perchè domani sia festa; qui al mio paese alle 12, c’è sempre l’inno diffuso da un megafono e poi seguito dal rosario o dalla Messa.Sono stanca di chiedere, sia pure di fare ascoltare per un giorno anche altro, faccio quello che posso nel mio piccolo, come scrivere un articolo anche se non sono una giornalista ma credo nella partecipazione, nella Liberazione come atto quotidiano. Alle 15 canterò Bella ciao, dovunque sia, e sarò quasi certamente nella mia casa e da sola: i miei figli hanno trovato casa e lavoro in Francia a Marsiglia.Buon 25 aprile Giorgio Zintu e a chi ci legge.

      "Nella primavera del 1945 l’Europa vide la sconfitta del nazifascismo e dei suoi seguaci. L’idea di potenza, di superiorità di razza, di sopraffazione di un popolo contro l’altro, all’origine della seconda guerra mondiale, lasciò il posto a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e, in coerenza con quella scelta, pochi anni dopo è nata la Comunità Europea.Oggi celebriamo il settantacinquesimo anniversario della Liberazione, data fondatrice della nostra esperienza democratica di cui la Repubblica è presidio con la sua Costituzione.La pandemia del virus che ha colpito i popoli del mondo ci costringe a celebrare questa giornata nelle nostre case.Ai familiari di ciascuna delle vittime vanno i sentimenti di partecipazione al lutto da parte della nostra comunità nazionale, così come va espressa riconoscenza a tutti coloro che si trovano in prima linea per combattere il virus e a quanti permettono il funzionamento di filiere produttive e di servizi essenziali.Manifestano uno spirito che onora la Repubblica e rafforza la solidarietà della nostra convivenza, nel segno della continuità dei valori che hanno reso straordinario il nostro Paese.In questo giorno richiamiamo con determinazione questi valori. Fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione, di quelle pagine decisive della nostra storia, dei coraggiosi che vi ebbero parte, resistendo all’oppressione, rischiando per la libertà di tutti, significa ribadire i valori di libertà, giustizia e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al Tricolore.Nasceva allora una nuova Italia e il nostro popolo, a partire da una condizione di grande sofferenza, unito intorno a valori morali e civili di portata universale, ha saputo costruire il proprio futuro.Con tenacia, con spirito di sacrificio e senso di appartenenza alla comunità nazionale, l’Italia ha superato ostacoli che sembravano insormontabili.Le energie positive che seppero sprigionarsi in quel momento portarono alla rinascita. Il popolo italiano riprese in mano il proprio destino. La ricostruzione cambiò il volto del nostro Paese e lo rese moderno, più giusto, conquistando rispetto e considerazione nel contesto internazionale, dotandosi di antidoti contro il rigenerarsi di quei germi di odio e follia che avevano nutrito la scellerata avventura nazifascista.
      Nella nostra democrazia la dialettica e il contrasto delle opinioni non hanno mai, nei decenni, incrinato l’esigenza di unità del popolo italiano, divenuta essa stessa prerogativa della nostra identità. E dunque avvertiamo la consapevolezza di un comune destino come una riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale. L’abbiamo vista manifestarsi, nel sentirsi responsabili verso la propria comunità, ogni volta che eventi dolorosi hanno messo alla prova la capacità e la volontà di ripresa dei nostri territori.Cari concittadini, la nostra peculiarità nel saper superare le avversità deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che ha spezzato tante vite. Per dedicarci al recupero di una piena sicurezza per la salute e a una azione di rilancio e di rinnovata capacità di progettazione economica e sociale. A questa impresa siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore.
      Insieme possiamo farcela e lo stiamo dimostrando.Viva l’Italia! Viva la Liberazione! Viva la Repubblica!" 


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