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Perché L’Aquila è stata bocciata: i 6 punti che non hanno convinto la giuria europea

La candidatura dell’Aquila è stata bocciata solo per colpa del rapporto Sondergaard o degli arresti dell’Assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis, come oggi sostiene la senatrice Stefania Pezzopane? Può darsi, effettivamente che la concomitanza degli eventi possa avere portato più di un aspetto imbarazzante. Ma si potrebbe liberamente speculare che anche l’eco degli arresti dei suoi compagni di partito come l’ex Governatore Ottaviano Del Turco, recentemente condannato a 8 anni, o del Capogruppo regionale del Pd, Camillo Cesarone, possano aver contribuito a dare un’impressione negativa dell’intera classe politica abruzzese.

In realtà, già nei 30 minuti di colloquio riservati alle domande della giuria europea presieduta da Steve Green, erano emersi tutti i punti che avrebbero portato alla bocciatura della Candidatura dell’Aquila.

Grazie a nostre fonti, alcune presenti anche all’esame tenuto martedì scorso al Ministero, siamo in grado di ricostruire tutti gli errori del progetto redatto dal Coordinatore, “prof.” Errico Centofanti.

1) Nella relazione della delegazione aquilana è stato sottolineato che attualmente non esistono garanzie per i fondi necessari alla ricostruzione. “Ma allora come pensate di assicurare l’ospitalità e i servizi necessari per ricoprire degnamente il ruolo di Capitale Europea della Cultura?” Questa prima domanda è stata rivolta a bruciapelo al Sindaco Cialente che ha faticato non poco a trovare una risposta di senso compiuto. Pare che il sindaco non fosse stato neanche messo a conoscenza della presenza di certe considerazioni all’interno della relazione. Inoltre, l’aver sottolineato oltremodo la difficoltà per reperire i fondi necessari per la ricostruzione, entrava in contrasto con alcune affermazioni sostenute nel documento di candidatura. Al termine del colloquio, raccontano, il Sindaco si sarebbe adirato non poco con l’autore del testo.

2) La giuria ha chiesto chiarimenti sul perché il sito ufficiale per la candidatura dell’Aquila, che avrebbe dovuto pubblicizzare e coinvolgere l’attenzione dei cittadini “europei”- evidentemente non solo degli aquilani,- era solo in lingua italiana. Nella “Guida per le candidature al titolo di «Capitale europea della cultura»”, fornita dall’Unione Europea, infatti, è più volte ribadito che l’iniziativa deve dare “un contributo valido all’inclusione sociale e al dialogo interculturale”. E sempre al punto 1.3 dello stesso documento, viene specificato che i documenti devono essere redatti in una o più lingue ufficiali dell’Unione, ma obbligatoriamente almeno in inglese. Ed invece, l’unica, imbarazzante scritta in inglese che appare sulla specifica sezione del sito della candidatura aquilana è: “Under Construction”.

cap3) “Dato che la giuria avrà un tempo limitato per esaminare tutte le candidature”- era scritto nella guida per le presentazioni delle candidature- si raccomanda di limitare le dimensioni del fascicolo. Il fascicolo dovrà contenere solo informazioni essenziali in diretto rapporto con l’anno per il quale la città intende concorrere al titolo. A questo stadio non è necessario ricorrere a formati eccessivamente elaborati.” Il prof. Errico Centofanti, invece, si è presentato con un documento di 190 pagine, almeno questa volta in italiano e inglese. Un documento esaustivo? Secondo la giuria che si è dovuta leggere il tomo dell’Aquila, non proprio.

4) Quali sono gli eventi principali che segneranno l’anno 2019? “Per la fase di preselezione, tali documenti dovranno fornire una panoramica del programma che ogni città candidata ha intenzione di realizzare durante l’anno in questione.” Nel corso dell’esame di martedì, la Giuria ha fatto notare che mancava qualsiasi riferimento concreto a un programma, seppur di massima, di eventi e manifestazioni da realizzare nel 2019. E infatti, nel documento presentato dal Comune, alla specifica richiesta di informazioni si risponde evasivamente: “Nella fase di preselezione è evidentemente prematuro il poter descrivere in dettaglio le singole iniziative, con le rispettive indicazioni di attuatori, partners, date e luoghi di svolgimento.” In realtà questo era uno degli aspetti chiave per sostenere la fattibilità della candidatura. L’Europa raccomandava più volte di indicare non solo i partner pubblici a sostegno del progetto ma anche “quelli privati”. Durante il colloquio, la delegazione aquilana non è stata in grado di fornire informazioni più dettagliate.

5) Infine, la giuria non ha apprezzato particolarmente la presenza di un senatore della Repubblica nella delegazione aquilana. Una politicizzazione non richiesta e gradita. Infatti, le altre città hanno cercato di sostenere la candidatura principalmente con esponenti del mondo della cultura, delle scienze e del mondo imprenditoriale che avessero una caratura internazionale, affidando solo ai rappresentanti delle Istituzioni locali il ruolo politico. Lecce, ad esempio, la città che si è sottoposta all’esame della giuria immediatamente dopo la delegazione aquilana, avrebbe potuto presentarsi con lo stesso Ministro alla Cultura, Massimo Bray. “Un loro concittadino”, come ha fatto notare maliziosamente la stessa Pezzopane dopo la notizia della bocciatura dell’Aquila. Fatto sta che i leccesi hanno avuto il buon gusto di non farlo e la loro città è rientrata tra quelle selezionate per la short list.

6) Come sosterrete la ricettività turistica di un evento tanto importante? Anche qui le risposte sono state contraddittorie. Si è provato a argomentare che anche nel documento presentato si sottolineava l’intenzione di coinvolgere l’intero Abruzzo anche per soddisfare queste esigenze. Ma allora perché la candidatura dell’Aquila non cita la Regione Abruzzo come hanno fatto, invece, le candidature di Venezia con il nord est o Perugia e Assisi con “i luoghi di San Francesco”? Insomma, non sarebbe stato gradito aver presentato solo L’Aquila per riscuotere l’onore della candidatura e poi, eventualmente, far ricadere gli oneri organizzativi sull’intera regione.

Pare confermata, invece, la versione della Pezzopane che vuole, alla fine dell’esame, Steven Green applaudire e complimentarsi con l’arzilla delegazione aquilana.

Dopo tutto, gli inglesi sono noti in tutto il mondo per il loro “fair play”.

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