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Perché Ahmadinejad è in Russia?

Ahmadinejad e Medvedev durante il meeting del BRIC

In Russia in questi giorni è in corso un summit annuale. Si chiama BRIC. E’ un acronimo che si riferisce alle economie che si stanno sviluppando più velocemente e con più potenziale, ovvero quelle di Brasile, Russia, India e Cina.

L’acronimo è stato siglato dalla Goldman Sachs, la compagnia finanziaria e bancaria di peso mondiale, nel 2001. Essa ha dichiarato che, per il fatto che stanno crescendo così rapidamente, per il 2050 le economie integrate del BRIC potranno eclissare le economie dei paesi ora più ricchi del mondo.

Questi paesi possiedono più del 25% delle terre emerse e il 40% della popolazione mondiale, e hanno un Prodotto interno lordo combianto di più di 15 trilioni di dollari. Su quasi tutte le scale, potrebbero essere la più grande entità sul globo.

La Goldmah Sachs predice che Cina e India, rispettivamente, saranno i fornitori dominanti, a livello globale, di beni industriali e di servizi, mentre Brasile e Russia potrebbero diventare i fornitori mondiale di materie prime. La cooperazione è stata ipotizzata come un passo logico nel BRIC, perché Brasile e Russia insieme possono fornire un prodotto ottimale per India e Cina.

E l’Iran cosa c’entra? Ahmadinejad ha lasciato i tafferugli di Teheran per trovare uno dei suoi più cari amici, la Russia, da sempre sostenitrice delle sue politiche.

Il BRIC non è il solo meeting di questi giorni. A Ekaterinburg si svolge pure il summit dei paesi del "Gruppo di Shangai" (Russia, Cina, Kazakhstan, Tagikistan, Uzbekistan, Kirghizistan), nato per cooperare su sicurezza ed energia e bilanciare il potere degli Stati Uniti in Asia Centrale.

Il Gruppo di Shangai, con Ahmadinejad

L’Iran, invitato come osservatore, aspira ad entrarvi. Anche perché l’Iran rappresenta uno dei -pochi- paesi produttori di petrolio non allineati agli USA. E se non ti allei con loro, ti allei con gli altri. Specialmente in tempi di crisi politica, l’appoggio di altre potenze è essenziale.

Anche se la Russia parla delle elezioni iraniane come un "affare interno" del paese. Ma di affare interno si tratterebbe anche della questione nucleare, di cui invece la Russia fornisce tecnologia e combustibile. Grazie alla Russia, ancora, l’Iran ha potuto evitare le sanzioni peggiori da parte delle Nazioni Unite, grazie al potere di veto suo e della Cina, altra stretta alleata energetica.

Ahmadinejad non fa parola delle manifestazioni in Teheran, sembra sicuro che tutto ritornerà presto alla normalità. Oppure fa finta di niente, quando invece sfida gli Stati Uniti e il mondo occidentale dichiarando che è ormai al tramonto. Questa è un’ipotesi anche plausibile, ma bisognerebbe vedere come se la caverà l’Iran quando il petrolio, fra qualche decennio, sarà agli sgoccioli, così come l’uranio sarà diventato troppo caro da utilizzare come combustibile.

Il BRIC e il gruppo di Shangai vogliono ora una nuova moneta e una nuova architettura economica mondiale. Forse un giorno impareranno che non è coi blocchi che si vincono le battaglie ma attraverso l’integrazione equilibrata. Il fatto che questo "blocco", poi, sia stato messo in piede da una società finanziaria americana, fa capire la mancanza di coerenza di questi politici.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.200) 18 giugno 2009 15:56
    Damiano Mazzotti

    Bella domanda... di difficile risposta... le banche vanno dove c’è liquidità... tutto qui... e dvoe c’è energia c’è liquidità.... se vogliono annegare tutti i debiti che hanno fatto devono fare così.... ma devono stare attenti, perchè se si mettono in testa di voler fregare quei paesi li, ci scappa un colpo in testa...

    • Di Alex Buaiscia (---.---.---.112) 18 giugno 2009 16:29

      Sì le banche fanno il loro gioco. Ora Obama vuole riformare il sistema finanziario americano. Mi domando quanto le lobby americane abbiano perso potere in questa crisi, o stiano lasciando un po’ la corda per non farsi troppo notare. Ricordiamo che per mantenere il potere queste lobby hanno fatto di tutto all’estero, dalla tortura ai colpi di stato. Quanto staranno a guardare? E veramente la Cina sarà in grado di essere un’economia trainante, quando già ora comincia a scricchiolare?

    • Di Enzo QuiRomaLibera (---.---.---.110) 18 giugno 2009 23:30

      Sono convinto anche io che la cina Farà "il botto", in quanto un venditore dipende dal compratore. Ottimo articolo. Vorrei aggiungere solo una riflessione: l’uranio costa già troppo come conbustibile, ma come arma credo che manterra a lungo la sua efficenza, vedi corea del nord, e teniamo in conto che anche in italia si cerca di andare in quella direzione in quanto il governo di piazzisti si è fatto i suoi conti e sa benissimo che non è una scelta che porta alla diminuzione del costo dell’ energia.

    • Di Alex Buaiscia (---.---.---.93) 19 giugno 2009 10:32

      Grazie. Verissimo per quanto riguarda le armi, il dettaglio mi era proprio sfuggito.

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