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Per amor vostro, di Giuseppe M. Gaudino

Per amor vostro – di 3 figli – una mamma non si butterebbe dal terrazzo di casa, salvandosi miracolosamente e finendo in un abbraccio coi ragazzi celebrato pubblicamente dai passanti che si sono “goduti” lo spettacolo in una strada di Napoli.

Una mamma (Valeria Golino) per amore loro, due ragazze in fiore e un ragazzo sordomuto, si impegnerebbe perché le cose in famiglia vadano meglio, spererebbe che il marito violento (Massimiliano Gallo) e per giunta usuraio da cronaca nera andasse via di casa, non andrebbe a impelagarsi in una storia d’amore malato e improbabile col più puttaniere e spiantato degli attori (Adriano Giannini, lo sguardo fascinoso del padre Giancarlo), che l’ha assunta forse proprio perché è moglie dell’usuraio. Del resto è lei stessa a dire che a Napoli si afferma spesso che tutti i guai sono piccoli, superabili, sò cosa e niente!

Invece Valeria-Anna è preda dei suoi stessi errori, dell’aver sopportato una vita senza prendere niente per sé, "a me chi m’aiuta?", ed allora ecco venirle incontro gli incubi di cui soffre e di cui spera di liberarsi con l’attore bello e maledetto, pure inquietante nella gita sul Vesuvio. Il mare si gonfia e assume il “colore del vino”, nuvole nere improvvise in un cielo celeste, l’autobus allagato con passeggeri fantasmi, visi intristiti dal bianco e nero della fotografia. In scene oniriche o metafisiche e nelle fantasie c’è il colore: da momenti drammatici il film passa a momenti leggeri, con canzoncine e scherzi coi figli, abbinamenti spiegabili forse solo con l’autocompiacersi del regista o dello sceneggiatore, 110 minuti che diventano un colossal per l’impiego di uomini e mezzi (vedansi i titoli di coda).

Film impossibile e davvero difficile per chi non lo sa comprendere o non segue le fantasie registiche. Critici d’accatto o improvvisati, non sottili, impreparati, potrebbero obiettare che una donna di casa e lavoro, con tanti pesi dentro e con un marito così violento, avrebbe forse un viso un tantino più travagliato. Ma Valeria Golino sembra sempre appena uscita dalla doccia o da un massaggio, anche appena dopo le aggressioni del marito, fresca e un po’ diva, che neanche un cappotto popolare riesce a rendere donna di casa. S’impegna, ci mette intensità ma è tutto così sulle nuvole: le si è voluta dare la coppa Volpi a Venezia 72°, vuolsi così colà.

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